Capitolo 14

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Varcai la porta, e mi ritrovai in una stanza praticamente identica a quella della mia psicologa.

Probabilmente tutti gli psicologhi all'università seguono anche un corso obbligatorio su come arredare le stanze del soggetto in modo asettico e impersonale. L'unica differenza che riuscii a notare, era che in questa stanza in un angolino c'erano alcuni strumenti medici, una bilancia, uno strumento per misurare l'altezza e una paratia.

Dopo aver giudicato con occhio critico l'arredamento, guardai la signora dietro la scrivania. Annusai l'aria...il suo profumo era debolissimo, quindi o usava un sacco di soppressori, o era una beta.

Mi sorrise "Ciao Yuichiro, finalmente ti conosco! Ho sentito molto parlare di te".

La sua voce gentile mi tranquillizzò un poco, portandomi a scherzare come di mio solito "La mia reputazione mi precede"

La vidi ridere "Oltre ad essere carino sei anche simpatico. Devi essere un buon partito" disse facendomi l'occhiolino.
Arrossí un pochino ma sorrisi.
Una cosa che ammiro degli psicologi, è la loro capacità nel metterti a proprio agio.

Molti cadono nella falsa credenza che andare dallo psicologo voglia dire automaticamente avere qualche problema, e che questi ultimi siano delle persone fredde a cui raccontare asetticamente i tuoi problemi.
Assolutamente no.
Andare dallo psicologo non vuol dire essere malati mentalmente, vuol dire amare se stessi e cercare di migliorarsi costantemente.
Inoltre, gli psicologhi sono sempre gentilissimi e molto amichevoli, essendo questo l'approccio migliore per entrare in sintonia con le persone.

Guren fece un inchino "Bene, lo lascio nelle sue mani allora"

Cercai di non mostrarmi turbato dal fatto che lui non rimanesse lì con me.

"Fai il bravo Yuu" disse, passandomi una mano sulla testa.

Questo gesto mi rese molto felice e mi scaldò il cuore, sembrava quasi un padre che lasciava suo figlio a scuola per andare a lavoro.

Mentre se ne andava Guren si giró "Ah, che stupido mi stavo dimenticando. Quando esci da qua incontrerai il ragazzo che l'hanno scorso ha avuto il tuo stesso risultato" disse, per poi chiudere la porta.

Uff, come se non avessi abbastanza problemi.

"Bene bene, dato che più tardi avrai un appuntamento, direi di cominciare, via il dente via il dolore no?" mi disse la signora Iki.
Annuii.
"Bene ora vai dietro la paratia e togliti la maglietta, per favore"
Scrollai le spalle "Posso anche togliermela qui, non c'è bisogno di andare là dietro"

"Oh? Qui abbiamo un esibizionista, eh?" disse lei con uno sguardo divertito
"Voglio solo far beneficiare a più persone possibili la mia bellezza ovviamente" dissi ridendo.
"Bene ti ringrazio di questa concessione. Ora vieni un attimo qui che ti misuro solo la pressione arteriosa" dopo avermela misurata, mi auscultò il cuore e si appuntò alcune cose su una cartellina "Bene, fisicamente sei perfetto"

Ebbi una specie di deja-vú, queste parole me le avevano già rivolte in passato. 

"Ora passerei a farti una visita psicologia. Però vorrei che tu fossi tranquillo, è solo una pura formalità, va bene?".

Annuii rassegnato "Va bene, ma prima posso fare una domanda?"
"Certo"
"Penso che voi sappiate che io vado già da una psicologa...quindi perché non chiedete lei le informazioni?"

La vidi sistemarsi gli occhiali sul naso, non era sorpresa, come se si aspettasse questa mia domanda "Essenzialmente per due motivi.
Il primo, è che preferisco vedere con i miei occhi il paziente, perché le sensazioni derivate sono differenti da persone a persona.
Il secondo motivo, è che c'è il segreto professionale.
È come un codice etico che abbiamo noi psicologi, che ci impedisce di dire cose che riguardano i nostri pazienti agli altri. Tutto qui."

Abbassai un po' la testa annuendo, facendole segno di continuare.

"Bene iniziamo. Le informazioni riguardo al tuo passato sono a dir poco esigue.
Sul tuo fascicolo leggo che sei nato da due genitori, che dopo 3 anni ti hanno abbandonato in un certo orfanatrofio, di cui non sappiamo il nome, e per i seguenti 2/3 anni di te non si hanno più tracce, ma questa ultime riprendono quando a 7 anni vieni ritrovato davanti alla porta della centrale di polizia..." sentii il suo sguardo su di me e smise di parlare per qualche secondo "Dalla tua faccia deduco che ci sia qualcosa che non vada con la realtà dei fatti"

Infatti, il mio cervello si era concentrato su un dettaglio in particolare "T-tre anni?"

"Questo è ciò che mi risulta"

"Io... sono sicuro di aver passato solo un anno e mezzo nell'orfanotrofio." 

Mi guardò intensamente da sopra gli occhiali "Ne sei sicuro?"

"Abbastanza...si" non glielo dissi, ma ricordavo perfettamente che nell'orfanotrofio festeggiai solo un compleanno, nonché il primo che festeggiavo in vita mia "P-però può darsi che mi sbagliassi, dopotutto ero piccolo" cercai di trovare una soluzione logicamente.

"Lo escludo.
Un anno e mezzo di tempo non sparisce cosí dal nulla nella memoria.
L'unico modo per capirlo è attraverso l'ipnosi"

POV esterno:

"L-l'ipnosi?" chiese titubante il ragazzo, cominciando nervosamente a congiungere le mani tra loro.
"Sì esatto, sai di cosa si tratta?"
"So che viene utilizzata dai finti maghi su alcuni complici per far finta di fargli dire o fare quello che si erano già messi d'accordo di fare/dire" disse il ragazzo con sarcasmo, mascherando il suo nervosismo.

La psicologa sorrise divertita "Sì e no.
Il tipo di ipnosi che useremo è detto ipnosi regressiva, che permette di ricercare le cause dei conflitti attuali nel mondo remoto dei sogni e di trance.
Ti verrà data la possibilità di ritornare indietro nel tempo recuperando contenuti assimilabili a esistenze pregresse."

Un dubbio si fece largo nella mente del ragazzo "E...nel caso non funzionasse?"
La signora cercò di rassicurarlo "Allora vuol dire che devo cambiare lavoro.
Stai tranquillo, non proverai esperienze dolorose o altro."

Il ragazzo si morse il labbro pensieroso, poi ri-guardó la psicologa "Va bene facciamolo"
"Ottimo. Ora ti devi solo sdraiare e bere questa cosa che ti sto preparando"
Il ragazzo alzò un sopracciglio "Cosa devo bere ? Una pozione magica?"

"Diciamo qualcosa che alla lontana ci somiglia.
È un infuso che permette alle tue onde celebrali di rallentare e facilita il processo di regressione."

Il ragazzo era sempre più perplesso, ma fece come gli era stato chiesto.

"Bene, quando avrai finito di bere, stenditi sul lettino, rilassati e ascolta solo la mia voce" la psicologa cominciò a indurre il ragazzo all'ipnosi. Ma quest'ultima, si accorse subito che qualcosa non funzionò.

Alle domande della psicologa sul suo passato, il ragazzo rispondeva sempre in modo negativo, come se non avesse mai vissuto un passato come quello raccontato da quest'ultimo da sveglio.

POV Yuu:

Mi svegliai dalla trance e guardai subito il viso della psicologa.

Quest'ultima trasmetteva ondate di preoccupazione e di confusione, cosa che di certo non servì a tranquillizzare il mio cuore già di per sé in defibrillazione.

Oh, oh.

"Come è andata?" chiesi, divorato dall'ansia.
La mia voce sembró risvegliarla da quella matassa di pensieri.

"C'è stato...uno sviluppo inatteso"

Mi balzò il cuore in gola a sentire queste parole "..e cioè?"

"Tu non ricordi davvero niente. O almeno, è questo ciò che vogliono farci credere."

La guardai allibito "Farci credere?"
Lei si alzò dalla sedia posta vicino a me "Vedi, quando un'ipnosi fallisce, il motivo è uno solo" smise di andare verso la scrivania e si girò verso di me "Cioè la medicina"

Inutile dire che non capissi nulla di quello che stava dicendo.
"E questo cosa vuol dire? Che mi hanno drogato per non farmi ricordare?" dissi ironico, aspettandomi che lei mi dicesse che ciò che avevo appena detto non era possibile.

Ma lei si sedette sospirando dietro la scrivania, poi alzò lo sguardo e mi guardò "Qualcuno ha alterato i tuoi ricordi attraverso l'utilizzo di medicinali"

Mio amato serafinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora