Capitolo 3

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Mentre procedevamo verso il luogo della cerimonia, parlammo del più e del meno come al solito, ma in un piccolo angolo del mio cervello, la frase di Yoichi mi rimbombava dentro fino allo sfinimento.

Perché io non avevo la minima idea di quale sarebbe stato il mio genere secondario?

Per quando mi riguardava, avrei potuto essere sia un alpha, che un omega o un beta.

Gli alpha di solito avevano ruoli prevalentemente maschili, così come il loro atteggiamenti e il loro interessi e hobby.

Secondo 'Il manuale del genere secondario' scritto dai nostri antenati che avevamo studiato a scuola, la pallavolo era considerato uno sport maschile e lo stesso vale per i miei comportamenti.

Non mi facevo mettere i piedi in testa e se le cose non mi stavano bene lo dicevo chiaro e tondo.

Di contro, il mio carattere per la maggior parte del tempo era tranquillo e mite, non mi piaceva essere arrogante e mi piaceva farmi nuovi amici, atteggiamenti tipici degli omega.

Ero molto alto per essere un omega, ma poco muscoloso per essere un alpha.

Quindi, proprio perché avevo caratteri di entrambi i generi ero un beta?

Ma ogni volta che questo pensiero sfiorava la mia mente, qualcosa dentro di me mi diceva che non era così.

A scuola, molti miei compagni cercavano di convincere che in realtà il sottogenere è una qualcosa che si sente dentro fin dalla nascita, e che la cerimonia è solo il momento di ufficializzarlo e farlo sapere a tutti.

La frase più comune è 'Yuu, non puoi non saperlo, semplicemente hai troppa paura di essere un piccolo omega e per questo motivo ti tiri sempre indietro dal guardare dentro di te'

Inutile dire che dopo questa frase, la conversazione finiva sempre in rissa, e senza falsa modestia, difficilmente perdevo.

L'essere omega non mi spaventava, ma l'essere un beta sì, quindi non sapevo se la convinzione di non esserlo era dettato da suddetta 'voce interiore', o se era solo il mio subconscio che cercava di autoconvincersi.

Fin da quando ho capito un po'cosa è l'amore, ho sempre desiderato un amore profondo come quello che può provare un alpha o un omega.

Le emozioni da loro provate sono molto più profonde di quelle provate da un beta, con il soulbond, il legame e tutto il resto.

"Yuu davvero basta pensarci" disse Yoichi guardandomi con la coda dell'occhio; dannazione, mi conosceva troppo bene.

Gli sorrisi "Hai ragione, ma sai che la mia mente va a mille senza che io possa fermarla"

Qualche minuto dopo raggiungemmo il luogo della cerimonia.

Nonostante fossimo bel mezzo di Tokyo, quel posto sembrava uscire da una di quelle dimore popolari in periferia.

Era una casetta in legno molto semplice, che sembrava quasi incastrata tra due enormi grattacieli.

Davanti all'abitazione, stava ritta in piedi una signora molto anziana vestita con il tipico kimono tradizionale.

Dopo uno sguardo inteso tra di noi, un po' agitati ci avvicinammo a lei.

"Salve giovani, siete qui per la cerimonia della scoperta?" Dopo un nostro senso di assenso entrò nella casa "Vi prego di seguirmi. Dovreste dirmi nome, cognome, età e familiari ancora in vita"

Mi irrigidii sentendo le sue parole; togliendomi le parole di bocca Yoichi chiese: "Come mai vi interessano anche i nostri familiari?"

La signora si avvicinò ciondolante alla sua scrivania, salendo su una piccola scaletta per far sporgere la testa oltre il piano in legno "E' una tutela nei vostri confronti.

È capitato che da due genitori alpha sia nato un figlio omega, e i genitori una volta scoperto hanno cominciato a maltrattare il figlio a causa del genere.

All'inverso accade se da due omega nasce un alpha.

In questi casi, offriamo un appartamento gratuito così da offrire un minimo di protezione"

Dopo la spiegazione mi guardò invitandomi a dare i dati richiesti: "Yūichirō Amane, 20 anni..."

Vedendo che non sembravo andare avanti, e forse pensando che non sapessi cosa dovessi dire dopo, mi chiese: "Familiari?"

La mia bocca non si apriva, ero bloccato; non avevo mai detto chiaramente a nessuno che i miei genitori mi avevano abbandonato e la mia seconda famiglia... beh...

Riuscì a malapena a scuotere la testa. Fortunatamente la signora capì al volo.

"Satome Yoichi, 20 anni, i miei genitori sono due beta e vivono all'estero. Attualmente vivo con mia sorella, anch'essa beta"

Dopo aver finito di scrivere in nostri dati ci diede un cartellino "Superate la porta e mettetevi in coda fino al vostro turno. La cerimonia inizierà tra 10 minuti" e dopo aver fatto un piccolo inchino, tornò davanti alla casetta.

Guardai la porta, poi Yoichi "Sei pronto?"

Mi rispose con un sorriso esitante "Diciamo... di sì?"

Mio amato serafinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora