Capitolo 16

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"Mi spiace, non so chi tu sia, hai sbagliato persona"

Il mio cuore, un secondo prima gonfio di gioia, in un attimo esplose come un palloncino pieno d'aria a contatto con un cactus.

E non era per usare una metafora, mi sembrava che fosse successo veramente questo a livello fisico; il sangue non arrivò più né al cervello, bloccandomi totalmente i miei pensieri, né ai muscoli, facendomi perdere colore, né agli arti, impedendomi di fare un qualsivoglia movimento.

I polmoni si erano sgonfiati di tutta l'aria che contenevano in precedenza, bloccando l'aria al livello della trachea.

L'unica cosa che si era riempita di qualcosa, erano i miei occhi, che ora erano traboccanti di amare lacrime.

Vedevo e sentivo, ma era come se fosse tutto in sottofondo rispetto al il mio dolore.
Con le orecchie che mi fischiavano, vidi indistintamente Mika e quello con le occhiaie sincerarsi della salute del loro amico, mentre dietro di loro arrivava Guren.

Ignaro di tutto, mi mise una mano sulla spalla "Yuu? Stai bene?"

Sí, certo Guren, sto da dio.                           
Ma non dissi niente.
Non potevo e non riuscivo.

Cercai di avvicinarmi al biondo, ma poi mi bloccai.

E se non fosse lui? No, impossibile.

Ogni fibra del mio corpo mi diceva che quello era lui, e allo stesso tempo non lo era.

Istintivamente lo annusai: odore dell'oceano, con una punta di fiori d'arancio.

Rimasi interdetto nel sentire su di lui contemporaneamente l'odore di un alpha e quello di un omega.

Mi irrigidii. 
Non sarà mica lui il ragazzo che era nella mi stessa situazione di cui mi aveva parlato Guren?                 
Questa...non può essere una coincidenza, o forse voglio auto-convincermi che non sia così.

Abbassai il capo e mi misi una mano nei capelli, facendo un sorriso amaro.
Voglio credere con tutta la mia anima che sia stato il destino a farci incontrare, 'l'akai ito'...come lo chiamavi tu,Mika.

FLASHBACK

Eravamo sul letto io e Mika, mentre lui leggeva un libro sui dinosauri e io tenevo il mio sugli occhi cercando di dormire.

"Yuu-chan"  
"Che c'è Mika?"  
Il biondo mi guardò muovendo le gambe sottili avanti e indietro "Quando saremo grandi, e potremmo andarcene da qui,...tu che farai?"               

"Umh...non lo so, ora come ora non ho preferenze particolari" dissi senza pensare davvero a ciò che stavo dicendo.
"Allora mi prometti una cosa?"

Sentendo il suo tono serio mi tolsi il libro da sopra gli occhi per guadarlo meglio "Che cosa?"

"Se mai in futuro ci dovessimo separare...prometti che mi cercherai seguendo un ritroso il nostro akai ito?"

Lo guardai stranito "Il nostro akai ito?"   
Mika mi guardò con gli occhi che brillavano "Sì, il nostro filo rosso del destino. Non conosci la leggenda?"

Scossi la testa, allora lui si raddrizzò un po' assumendo quasi un'aria da maestro che mi fece sorridere.

"La leggenda narra che ognuno di noi nasce con un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo ci unisce con la persona a cui siamo destinati: il grande amore, la nostra anima gemella.
Le due persone così unite sono destinate a incontrarsi, non importa il tempo che dovrà passare, le circostanze o le distanze che le separano.
Perché il filo rosso sarà lunghissimo e fortissimo e non si spezzerà mai. Sarà lo stesso destino a tenerlo saldo e unito finché esse non s'incontreranno"

Mi guardai il mignolo, quasi rattristato dal non vedere il filo rosso di cui parlava  "Ma io non vedo nessun filo rosso..."
Mika mi prese il mignolo e lo fece incrociare con il suo.

"Ora promettimelo. Giuramelo sul filo che in questo momento lega le nostre dita" mi disse Mika vicinissimo e serio come non lo avevo mai visto.

"O-okay, te lo prometto" dissi facendo un sorriso sincero, di quelli che solo lui riusciva a farmi fare.

FINE FLASHBACK

Mi riscossi faticosamente dal mio ricordo e incrocia lo sguardo di Guren.

Dovevo sembrare patetico in questo momento; già mi immaginavo.
Pallido, con gli occhi rossi, appena uscito una crisi isterica.                 
Già...io...ho aggredito la signora Iki.                                                           
Mi venne di nuovo mal di testa.

Troppi eventi in così poco tempo, il mio cervello non avrebbe retto. Se continuo così, rischio di avere seriamente un aneurisma; ma sapevo che avrei dovuto tenere duro, non era il momento di crollare.

"Vieni Yuu, andiamo in un posto più tranquillo a parlare" disse l'alpha; mi lasciai guidare dolcemente da Guren come uno zombie in quella che sembrava una stanza da tè, poi chiuse la porta.

Mi fece sedere e si mise accovacciato davanti a me per mettere i suoi occhi alla mia stessa altezza "Yuu, posso far entrare anche loro qui? Bisogna chiarire un mucchio di cose"

Lo guardai per qualche secondo, poi annui.

"Bene" disse alzandosi.
"Aspetta, Guren" dissi, guardando in basso e tenendolo per un lembo dei pantaloni "Prima io ho..."
"Non ora, ne parliamo dopo"

Mio amato serafinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora