Capitolo 19

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"Dove è la signora Iki in questo momento"? chiesi, anche se temevo di sapere già la risposta.
"In infermeria" mi rispose Shinoa.

Immaginavo.

Ci fermammo davanti alla porta in questione e bussammo "Signora Iki possiamo entrare?"

"Sì, entrate pure"

Entrai per ultimo e mi guardai intorno. L'infermeria fortunatamente era vuota, c'eravamo solo noi 3 e la signora Iki che era seduta sul letto.
Con timore la guardai, fortunatamente non era ridotta così male, dopotutto io non ricordavo molto di quello che avevo fatto. Aveva solo una fasciatura vistosa attorno al collo, e da come era seduta, probabilmente aveva male al didietro, forse causata da quando ero tornato in me e l'avevo lasciata cadere.

"Signora Iki io...mi dispiace davvero davvero tanto.
Non so davvero cosa mia sia preso" dissi con il capo chino e il tono più colpevole che avessi in repertorio; avevo paura di guardarla in faccia perché non volevo vedere la stessa faccia spaventata che aveva mia madre.

Ma fortunatamente lei non era mia madre.

"Non preoccupartene Yuu, di solito amo quando i ragazzi sono così focosi con me"
Sempre con lo sguardo rivolto verso il basso, strinsi i pugni "Però io le ho fatte del male.."
"Yuu, guardami per favore"

Pian piano alzai la testa.

"Ero conscia dei rischi nel momento in cui lessi il tuo rapporto.
Alla luce di ciò che mi è successo, sono ancora più motivata ad aiutarti.
Ragazzi così dolci non si meritano una simile sfortuna. Lo vedo che ci si soffri, e per questo che ti dico che non capiterà più" dissi sorridendomi.

Mi sentii molto più sollevato e ricambia il sorriso.

"Ecco, in realtà..." disse Guren, e raccontò l'episodio tra me e Lacus, tralasciando la storia di Mika.

Forse non voleva che Shinoa sentisse.

"Yuu ma allora il tuo è un vizio.
Non mi sento più sicura a girare con te" disse Shinoa tenendosi le braccia con le mani.

"Se senti che la tua incolumità è a rischio puoi anche uscire" disse Guren seccato.
"E perdermi tutto il divertimento? Non penso" disse lei sorridendo.

Che ragazza strana, tra l'altro non emanava nessun odore, quindi era anche lei una beta. Almeno mi sarei sentito più a mio agio in sua compagnia.

POV Mika:

Uscii da quella stanza pieno di rabbia.
Odiavo parlare del mio passato con Lacus e Rene, figuriamoci con un semi sconosciuto.

Guren ovviamente sapeva del mio passato perché l'anno scorso ho dovuto passare la stessa trafila che ipoteticamente stava passando il ragazzo dagli occhi verdi. Ma è stato molto difficile per me parlarne, ed è stato solo grazie all'aiuto di un percorso psicologico se ci sono riuscito.

È ancora impossibile per me parlarne a chiunque.

Tutto qui

Sospirai e mi appoggiai con la schiena contro il muro, poco distante dalla stanza da cui sono uscito.

Non volevo andarmene del tutto, volevo comunque aiutare quel ragazzo; dopotutto ci sono passato anche io.
Solo per gentilezza, tutto qui.
Inoltre sono molto curioso di sapere di più sul suo passato e sul perché sostenga di avermi conosciuto.

È una curiosità legittima la mia, giusto?

Stavo per rientrare quando la porta si aprì ed uscirono i miei due amici, venendo poi verso di me.

"Tutto bene Mika?" mi chiese Renè.

Annuì "Sì, mi hanno solo preso un po' alla sprovvista e tutto il nervoso che avevo accumulato senza accorgermene, ha trovato un modo di uscire"

"Comunque questa storia, non mi piace per niente.
E quel ragazzo ancora meno" disse Lacus.
"Cos'è, ha intaccato il tuo orgoglio da alpha essere picchiato da un omega?" lo punzecchiò Renè.

Il viola arrossì un po' "Non è solo questo. Mentre mi stava picchiando, ho provato un brivido che mi ha fatto accapponare la pelle.
Quello sguardo era peggio di quello di un alpha. Era quello di una bestia".

Una bestia...
Mentre riflettevo sulle sue parole, la porta si aprì di nuovo e uscirono Guren, il ragazzo dagli occhi verdi e una ragazza..ma quando era entrata? Mah.

Guardai il nero che si dirigeva dalla parte opposta alla nostra.
Era alto per essere un omega, e anche il suo fisico non era quello tipico di un omega.
Indossava un maglioncino di cotone che metteva in risalto la parte superiore del suo corpo; aveva le spalle larghe e i pettorali ben allenati, muscoli delle braccia delineati, mentre il busto si restringeva intorno all'altezza della vita.

Era il fisico di uno sportivo, e a giudicare dal tipo di fisico, direi basket o pallavolo.

Per capirlo c'era un dettaglio da guardare...
Abbassai lo sguardo e arrossii.
Sì, probabilmente faceva pallavolo.

"Mika ma tu...gli stai guardando il culo?!" disse Lacus sorpreso.
Gli tira un cazzotto in testa "No, ma che dici? Come fai a capire cosa sto guardando?"

"Hai quello sguardo di quando ti piace qualcosa" disse Renè.
"E che tipo di sguardo sarebbe scusa?"
"Sgrani un po' gli occhi e arrossisci leggermente. Sei adorabile quando lo fai"

Schioccai la lingua e fissai il muro davanti a me "Basta, ad un alpha non si può dire che è adorabile. Non è un aggettivo che ci si addice"

Renè alzò le spalle "Tutte queste cazzate di ciò che un alpha dovrebbe fare o non dovrebbe fare sono solo delle idiozie.
Siamo esseri umani, perciò è normale anche per noi arrossire.
E' una reazione naturale" e poi mi guardò "Così come quella di guardare il culo di un bel ragazzo"

Riflettei a quelle parole e guardai il gruppetto dei tre che si stava allontanando, notando che anche la ragazzetta guardava il nero.

Annusai l'aria, lei non produceva nessun odore.

Un beta che guarda un omega?
Che strano.
Ma forse, come dice Renè, è normale guardare un bel ragazzo
Forse.

Mio amato serafinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora