Capitolo 13

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POV esterno:

"Ei Yuu muoviti, non ho tutto il giorno" disse Guren, guardando la schiena del ragazzo immobile davanti a lui, mentre le porte dell'ascensore si stavano chiudendo alle loro spalle.

Dopo altri secondi di immobolità, l'alpha spazientito sorpassò l'omega per chiedergli spiegazioni, ma quando posò lo sguardo sul ragazzo, i suoi rimproveri gli si fermarono in gola.
Il ragazzo stava pian piano perdendo colore, mentre i suoi occhi si spalancavano terrorizzati, all'interno dei quali non si riusciva più quasi a scorgere traccia di quel verde caratteristico, a causa della dilatazione della pupilla.

Capendo la situazione, l'alpha mormorò un'imprecazione sottovoce, e si affrettò ad afferrare il ragazzo che era sempre più malfermo sulle gambe.
Il più grande mise la testa del più piccolo sulle proprie gambe, mentre quest'ultimo tremava e respirava a fatica.

"Sta avendo un attacco di panico" sibilò Guren "C'è qualcuno qui?
Ho bisogno d'aiuto!" urlò, mentre guardava il ragazzo agitarsi.

Attirati da quell'urlo, accorsero alcuni medici, che subito si inginocchiarono di fianco all'alpha.
"Cosa è successo?" chiesero.
"Sta avendo un attacco di panico, riuscite a-" ma non riuscì a finire la frase che, appena i medici toccarono il ragazzo, quest'ultimo cominciò a scalciare.

"N-NO NO, LASCIATEMI LASCIATEMI. MIKA. MIKA! VI PREGO NON FATEGLI DEL MALE.
VI PREGO!" urlò il ragazzo, singhiozzando con gli occhi fissi su qualcosa che vedeva solo lui.

"Mika?" domandò l'alpha a mezza voce.

"VI PREGO...non portatemelo via.." continuò a ripetere il ragazzo steso a terra, cercando di afferrare qualcosa nell'aria di intangibile.

Finalmente, un dottore riuscì a iniettarli un tranquillante, che fece immediatamente effetto.
Il ragazzo, pian piano smise di dimenarsi, per poi chiudere gli occhi con il viso bagnato dalle lacrime, ma non smettendo di nominare il suo defunto amico d'infanzia "Mika! Mi...ka".

Dolcemente, l'alpha gli fece passare una mano sotto la testa e l'altra dietro alle ginocchia, per poi sollevarlo con facilità.
Poi parlò ai medici "Ora ha bisogno di riposare. Dite a Kureto, che l'analisi avverrà più tardi.
Se mi cerca, mi trova nella stanza 15" disse l'uomo girandosi.

POV Yuu:

Mi svegliai all'improvviso da quello che mi sembrava essere un sonno pesantissimo.

Il problema era che non mi ricordassi di essermi addormentato.

Aprì gli occhi di scatto trovandomi in una stanza sconosciuta, ma dovetti richiuderli subito a causa di un forte mal di testa. Gemetti dal dolore sfregandomi la fronte con due dita.

"Oh finalmente ti sei svegliato?" disse una voce alla mia destra.

Aprì piano un occhio, e vidi Guren seduto di fianco al mio letto, con le gambe accavallate mentre stava leggendo qualche foglio pieno di scritte.

"Guren..? Ma che è successo?" borbottai.

Quest'ultimo scavalló le gambe e sospirando si alzò "È successo che appena sei entrato nel laboratorio hai avuto un violento attacco di panico e abbiamo dovuto farti addormentare" disse schiettamente, senza tralasciare alcun particolare.

Rimasi qualche secondo in silenzio, guardando spaesato l'alpha davanti a me.

Un attacco di panico?
Da quanti anni non mi capitavano più?
Perché proprio ora?
Forse a causa della quantità di stress accumulata in questi giorni?

Mi coprii gli occhi e cercai di fare chiarezza nella mia mente.
Pian piano, la mia mente riprese lucidità, e cominciai a ricordare qualche dettaglio di ciò che era accaduto.

"Mi ricordo che...appena sono entrato nel laboratorio...ho cominciato a vedere...delle cose.
Come se le stessi vivendo in prima persona..." mi strinsi il labbro inferiore tra i denti cercando di ricordare, ma inutilmente.

Sospirando mi lasciai cadere sul letto "...che però non ricordo di aver mai vissuto"
Guardai per qualche secondo il soffitto, poi spostai la mia attenzione verso Guren che non aveva proferito parola, cercando di capire la sua reazione.

Era come se vedessi i meccanismi nella sua testa mettersi in moto.

"Bene, penso sia meglio che queste cose tu le dica durante visita. Riesci ad alzarti?"
Misi giù le gambe dal letto "Sì, ora sto bene" mi misi le scarpe e uscimmo dalla stanza, lui davanti e io dietro.

"Ah, Yuu"
"Si?" essendo lui davanti a me, non riuscivo a vedere il suo viso.
"Mentre hai avuto quell'attacco di panico hai detto delle cose"

Mi si bloccó per un momento il fiato in gola "A-Ah sì? Ad esempio?"

"Chiamavi un certo Mika, implorando di non fargli del male" disse Guren senza voltare il viso nella mia direzione.

Rimasi in silenzio a pensare.
Come mai stavo chiamando proprio lui?
E soprattutto, in che modo è connesso all'ansia provocato alla vista del laboratorio?
Mi morsi il labbro inferiore frustato.

Dopo aver aperto una porta, ci trovammo di nuovo nel laboratorio, e di nuovo una sensazione di ansia mi attanaglió il petto, ma riuscì comunque a camminare. Mi guardai intorno cercando una qualche motivazione per cui avessi questo senso di disagio, ma non la trovai.
Non ero mai stato lì o in un posto simile.

Ma allora, perché avevo il cuore che batteva all'impazzata, i sudori freddi, e sentivo ogni fibra del mio corpo tesa come se dovessi scappare da un momento all'altro?

"Siamo arrivati"

A riscuotermi dai miei pensieri, fu la voce di Guren.

Guardai davanti a me; ci eravamo fermati davanti ad una normalissima porta di legno con su scritto <Dottoressa Iki>

Guren bussó "Dottoressa Iki sono Guren, le ho portato Yuichiro".
"Ah finalmente. Prego prego entrate" rispose una voce proveniente da dietro la porta.
Guren si girò verso di me "Vedi di essere collaborativo" ma nonostante le parole dure, vedevo che i suoi occhi erano più dolci rispetto alla prima volta che lo vidi.
Annuí e, prendendo un respiro profondo, entrai.

Mio amato serafinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora