𝑪𝑨𝑵𝑫𝑬𝑵𝑻 𝑺𝑲𝑰𝑵 | Taekook (Traduzione Italiana)

VIII. Boccioli di fiori

"Sei sicuro che sia da questa parte?" Chiese Taehyung senza lasciare andare la manica della sua veste bianca.

Aveva trascorso due settimane rinchiuso mentre si riprendeva. Per ovvie ragioni, il maggiore era stato trasferito in un'altra ala del palazzo, quella in cui risiedevano la maggior parte degli eunuchi e dei saggi, dopotutto, era nella speranza del re che un giorno sarebbe diventato uno di loro e ciò giunse all'assicurazione che aveva dato alla regina quando ella reclamò la sua totale rimozione dalle loro terre.

Non importava quanto lontano fosse il luogo in cui era stato mandato il mutaforma, fino a quando sarebbe stato ancora nei domini del palazzo, Jeongguk lo avrebbe trovato. La bussola funzionava, si sarebbero incontrati da qualche altra parte. La regina mostrava spesso il suo disappunto verso i loro incontri, ma poco tempo dopo che Taehyung si stabilì all'interno del palazzo, fu annunciato che sua maestà avrebbe dato alla luce un altro principe o una principessa tra pochi mesi.

In tale stato e considerando che la gravidanza di Jeongguk era stata abbastanza difficile, rimase la maggior parte del suo tempo al riparo e in compagnia delle sue serve, sebbene avesse sempre uno o due uccellini che la informavano delle attività del principe. Riuscì ad adempiere ai suoi obblighi per evitare ogni tipo di punizione che lei avrebbe considerato, non era mai in ritardo per le sue lezioni e senza dedicarvi più tempo del necessario. Il resto del tempo era suo; quello era l'accordo.

"Sì. E hai promesso che non baravi, dobbiamo andarcene da qui senza usare i tuoi poteri. Basta che non ti separi da me."

Si trovavano nella parte centrale del palazzo, dove era situato il labirinto di forma quadrata fatto di cespugli frondosi, ricoperti da un manto bianco. Neanche un piccolo ramo fuori posto, gli addetti a quel compito sapevano mantenerlo perfettamente tutto l'anno.

"Una volta mio padre mi ha detto un segreto; devi seguire il confine di un muro...da questa parte!"

Taehyung continuava a ridacchiare, non importava quante volte avessero svoltato nella direzione sbagliata. Il principe era cupamente determinato a trovare la via d'uscita senza nessun altro aiuto oltre al proprio istinto.

"E...qui!" Jeongguk pensò di aver trovato l'uscita o che fossero finiti in un altro vicolo cieco e invece si scontrò con qualcuno.

Era più alto, più grosso dell'ultima volta che Jeongguk lo aveva rivisto durante i giorni autunnali, quando lui e una delle sue sorelle avevano viaggiato per visitare terre lontane, imparare le buone maniere e simpatizzare con un altro re.

"Hyungnim!" Gridò il giovane principe prima di abbracciarlo.

Il principe ereditario sorrise brillantemente mentre gli accarezzava la testa come aveva sempre fatto sin da quando erano bambini.

Jeongsuk era il figlio maggiore e il primo nella linea di successione, quindi un giorno sarebbe diventato il re. Aveva il comportamento di un futuro monarca in tutto il suo splendore, spalle larghe e la mascella affilata caratteristica della sua stirpe. Dopotutto, erano fratelli degli stessi progenitori. Gli stessi occhi da cerbiatto di Jeongguk, marroni come i suoi, sebbene la sua pelle fosse sempre stata più chiara e le sue labbra più sottili.

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La storia della nascita del futuro re fu commentata in tutto il regno.

Quando l'attuale re salì al trono aveva solo diciotto anni. Contrattò le nozze con la figlia di uno degli uomini più influenti della capitale. Il matrimonio fu celebrato in grande stile, insieme a tutti i ministri e alla famiglia del re; anni di prosperità furono annunciati nel futuro della nazione.

Dato che con il passare degli anni non c'erano ancora eredi per la coppia, i consiglieri stavano iniziando a preoccuparsi per le condizioni della regina Hae, temendo che potesse persino essere sterile. Per un re, era importante avere un'eredità che seguisse i suoi passi e diventasse il sovrano del regno, e ai tempi in cui erano, molti discendenti significavano più prosperità e migliori possibilità per il loro popolo.