XI. Ma insieme alla fine

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Nefasti furono i giorni in cui il giovane principe rimase solo. Tendeva ad essere irritabile e lunatico con tutti quelli in cui si imbatteva. Con il passare degli anni anche le domestiche si erano abituate al suo brutto carattere, quando le giornate si fecevano più calde la vitalità iniziava a calare. Fece del suo meglio per essere felice durante quegli ultimi giorni di primavera, tuttavia sapeva che non appena i frutti avessero iniziato a crescere più grandi e colorati, il ragazzo con la pelle candida sarebbe presto andato via per sei lunghi mesi.

Taehyung era consapevole del malcontento del giovane principe e spesso cercava di risollevargli l'umore, dopotutto, era una situazione agrodolce per lui. Aveva scoperto di aver bisogno dell'equilibrio, trascorrendo sei mesi con Jeongguk e l'altra metà nel deserto. Da una parte voleva tornare a trovare sua madre, stando a casa per qualche giorno e magari rimanendo sotto il tiepido sole in mezzo alle sabbie incontenibili ma, dall'altra, voleva restare tanto quanto lo voleva il principe.

Era l'unico modo per tenere aperto il portale, o almeno così aveva detto la nonna.

Sei mesi -metà anno- erano un lungo periodo di tempo e sembravano essere più lunghi quando erano separati. Ormai erano passati quasi cinque anni e nessuno dei due riusciva ad abituarsi all'idea che il ragazzo partisse di nuovo quell'anno.

Tale era il caso, una volta avevano cercato di attraversare il portale durante il solstizio insieme quando erano più giovani, era il terzo anno che il mutaforma visitava l'erede. Quella che era iniziata come un'idea folle, si rafforzò con l'avvicinarsi dei giorni più caldi.

Era qualcosa di avventato e rischioso allo stesso tempo, Jeongguk non era mai stato nel deserto e non sapeva se all'inizio gli sarebbe piaciuto. Se fosse andato a buon fine sarebbe dovuto rimanere lì per sei mesi e, come aveva fatto una volta il suo amico, imparare tutti i modi per sopravvivere in quel nuovo ambiente.

Tuttavia era impulsivo, sfregando a volte i limiti dell'imprudenza. Non di certo le qualità che un principe avrebbe dovuto avere, ma erano quelle con cui era nato.

Quell'ultimo giorno primaverile stavano entrambi aspettando intorno allo stagno, e secondo il maggiore, c'era qualcosa che gli assicurava che fossero finalmente in grado di attraversarlo, qualcosa che vedeva con più dei suoi sensi.

"È così che ti ho trovato." Gli disse. "Sapevo che avrei dovuto attraversarlo prima che sparisse. Non è lo stesso quando sono qui, non c'è un forte impulso che mi riporta indietro. Invece, è come udire la risata di mia madre e sentire il calore del suo abbraccio."

Ciò fece sorridere ampiamente il maggiore. Il ricordo di sua madre riportava sempre tutto il calore del deserto.

"Credi che le piacerò? A tua madre?"

"Ha sentito parlare di te. Vorrei che tu potessi incontrarla, sono sicuro che ti amerebbe come se fossi mio fratello."

C'era qualcosa sullo stomaco del giovane, nervosismo. Taehyung non aveva incontrato la madre di Jeongguk nei migliori termini che avrebbe mai potuto immaginare. Anche dopo tutti quegli anni, c'era ancora del risentimento verso quell'incerto di umili origini che ricompariva sempre a palazzo. Ma in tutte le sue storie sulla sua tribù, la madre di Taehyung era sempre stata un personaggio attuale, una donna forte ma anche una madre tenera con sempre le braccia aperte per un abbraccio; in qualche modo gli ricordava più la Signora Go che la regina.

Non c'era una scusa fissa per giustificare la sua partenza improvvisa ogni estate e ogni autunno e il suo arrivo prima che cadesse la prima neve. Né la Signora Go né il Maestro Young sapevano cosa credere. Erano più creativi di Jeongguk con i loro alibi, la presenza di Taehyung o per essere più precisi, la sua assenza che non veniva notata da altri che non fossero vicini a Jeongguk, e chi lo chiedeva riceveva sempre una risposta sfuggente.

Tuttavia, il principe aveva altre preoccupazioni a cui pensare. Se avessero attraversato quel portale, avrebbe significato andarsene come faceva Taehyung quando svaniva durante quei lunghi mesi. La Signora Go si sarebbe preoccupata per loro e la sua scomparsa sarebbe potuta costarle la vita.

Ancora una volta, erano giovani e non pensavano molto alle conseguenze delle loro azioni, ma alle azioni immediate che avrebbero portato ad avventure future.

Taehyung gli disse che avrebbero dovuto saltare in quel momento. Lo tenne per mano come aveva già fatto in precedenza, ma questa volta ci fu un leggero tremito che attraversò tutto il suo corpo come una brezza. L'incertezza del momento si mescolò al solletico delle loro dita, all'ultimo raggio di sole ancora caldo sui loro volti, nel momento in cui fecero un passo avanti.

Il rumore dello spruzzo d'acqua disorientò tutti i sensi del principe. Per un attimo pensò di essersene andato, ma poi si rese conto che Taehyung aveva attraversato da solo, e che la sua mano aveva lasciato andare la sua a un certo punto, quando era svanito attraverso il portale lasciando Jeongguk da solo, a galleggiare nello stagno tra le carpe, fiori di loto rosa e lo splendore delle prime stelle.

Non poteva tornare con lui nel deserto; solo il mutaforma poteva attraversare quei due mondi. Taehyung era sparito ancora una volta e Jeongguk era ancora lì. Era già successo prima e si erano salutati troppe volte, ma quella volta; quella volta il solletico sulla sua mano dove c'era quella di Taehyung non molto tempo prima, non se n'era andato con il ragazzo nella terra delle sabbie calde.

Il principe si tenne la mano sul petto, il suo cuore batteva ancora al ritmo del vento, agitato e sorprendente. La voce di una domestica fece irruzione nella sua nuvola di pensieri, si dimenticò di essere ancora sdraiato sulla superficie dello stagno e per un secondo pensò di essere ancora a fluttuare nel cielo, lontano da casa.

Sei mesi non passarono abbastanza velocemente.

𝑪𝑨𝑵𝑫𝑬𝑵𝑻 𝑺𝑲𝑰𝑵 | Taekook (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora