XIX. Giovinezza

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Il processo di guarigione fu lungo e tortuoso. I danni interni ed esterni guarirono a ritmi diversi. Ci vollero due mesi prima che il principe potesse cavalcare di nuovo il suo cavallo; infatti si era limitato solo ad alcune peregrinazioni mattutine all'interno dei confini del palazzo. Le ferite erano guarite e cicatrizzate in nuovi segni che da quel momento in poi, avrebbe portato sul suo corpo. Tuttavia, la luce brillava nel cielo e nacque un nuovo giorno, e con esso si rinnovò anche la speranza.

Si era abituato a una nuova routine, alcuni giorni trascorreva del tempo all'interno leggendo e imparando questioni politiche, altri si esercitava all'aperto con l'equitazione e il tiro con le frecce oppure combattimento con la spada, e alcuni giorni si limitava a percepire il calore del sole caldo sul suo corpo.

Jeongguk spazzolava la criniera dello stallone, occupandosi dei nodi e impiegando più tempo nei punti in cui il cavallo amava essere accarezzato, quando improvvisamente si voltò e vide la figura radiosa del ragazzo bruno. Non poté fare a meno di mostrare un ampio sorriso che occupò tutto il suo viso.

"Buongiorno." Lo salutò il principe.

Senza dire una parola, il mutaforma gli afferrò il polso proprio dove il suo braccialetto era posato con orgoglio, e lo portò fuori.

"Cosa stai facendo?" Chiese, tra risatine e sguardi affettuosi.

"Adesso, noi andiamo a pescare."

"Che cosa? Non peschiamo da quando avevo...tredici anni? E per quanto mi ricordo, eravamo entrambi pessimi pescatori."

"Sua Maestà? Il Capitano della nazione? Il figlio d'oro che può fare tutto quello che gli viene proposto?"

Jeongguk gonfiò una delle guance e poi mostrò un sorrisetto arrogante. "Bene. Se è quello che desideri, andremo a pescare."

Taehyung trovò un ruscello tranquillo dove l'acqua era abbastanza calma da ospitare una vasta comunità di specie pronte ad essere disturbate dalle loro risate contagiose. La loro mancanza di capacità fu compensata dalla loro imminente competizione, e proprio come quando erano bambini, si arresero dopo alcuni tentativi, ma la loro amicizia ruotava intorno al fare qualcosa per evitare la noia e oggi si trattava più di fare tutto ciò che poteva dare loro un po' di tempo insieme.

"Ne ho visto uno grosso scivolare laggiù!"

"Sta inseguendo un branco. Chi lo prende per primo, vince."

Così iniziò la competizione ed entrambi cercarono di sabotarsi a vicenda per catturare il pesce. Alla fine, nessuno dei due lo acchiappò, sembrava che gli anni non avessero migliorato la loro esperienza sulla pesca. L'unica cosa che avrebbero potuto prendere era un raffreddore o cento zanzare pronte a pungere.

Ogni volta che Jeongguk si sentiva un po' triste, un raggio di sole pieno di speranza veniva a salvarlo, in quei giorni. Taehyung aveva pensato che avrebbero potuto aver bisogno di recuperare alcuni dei loro ricordi d'infanzia insieme, come motivo per riavvicinarsi. Non era stato in grado di dirgli dello stagno che si stava asciugando o della possibilità che stavano per affrontare, non dopo tutto quello che aveva passato.

Preferiva invece portarlo in avventure che entrambi avevano goduto qualche tempo prima, vederlo sorridere era una priorità. Tutto evocava i ricordi delle loro avventure segrete di quando erano solo bambini che giocavano a fare gli esploratori, il maggiore riusciva a mantenere il suo sorriso rettangolare splendente, dimenticando il resto dei problemi, dimenticando tutti gli altri.

La vita era un'esperienza che chiedeva di essere vissuta. Ed eccoli lì, che correvano allo stato brado seguendo la maledizione del fiume senza ulteriori indicazioni. Solo loro due, come se il mondo che si erano lasciati alle spalle scomparisse ad ogni passo che facevano e se ne costruisse uno nuovo con il tocco dei loro piedi per terra. Aveva bisogno di qualcuno che urlasse a squarciagola, qualcuno disposto a inseguire l'alba e il tramonto allo stesso tempo.

𝑪𝑨𝑵𝑫𝑬𝑵𝑻 𝑺𝑲𝑰𝑵 | Taekook (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora