XIII. Gesta più selvagge

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I mesi freddi non durarono a lungo e la calda primavera esplose come la realizzazione del primo amore, all'inizio inosservata ma espandendosi ovunque, quando era meno prevista.

Taehyung continuava a strisciare verso il suo letto ogni volta che poteva; per loro era qualcosa di normale, dato che tecnicamente erano cresciuti insieme e facevano tutto insieme. Soprattutto perché erano stati bambini che avevano condiviso pasti, bagni, a volte anche lezioni, per cui condividere il letto non era un grosso problema per loro.

Ma quell'anno...

Quell'anno cambiò qualcosa.

Quel principe che riusciva sempre ad addormentarsi velocemente quando il ragazzo con la pelle candida era accanto a lui, ora aveva gravi problemi legati all'insonnia. Quasi come se stesse sognando ad occhi aperti ogni volta che il maggiore si sdraiava accanto a lui e, a differenza del mutaforma che era sprofondato nel mondo dei sogni, Jeongguk presentava difficoltà a chiudere gli occhi per qualche ora.

Spesso, anche se era mezzo addormentato al buio, sentiva il respiro costante del più grande. Consapevole della sua vicinanza, sentiva l'impulso di toccargli il viso, tracciare i lineamenti con la punta delle dita come se stesse cercando di memorizzarli; quel tipo di memoria a cui si accede solo attraverso il tatto. E le sue mani morivano dalla voglia di accarezzare, tracciare, strofinare e sentire il calore della sua pelle dorata.

"Jeongguk, stai dormendo?"

Il principe sussultò quando udì la voce del maggiore.

"In questo momento no." Jeongguk si strofinò gli occhi con le mani. "Pensavo stessi dormendo."

"Ci ho provato." Il suo respiro solleticò le labbra del giovane.

Successivamente appoggiò i suoi piedi gelidi sulle gambe del principe come era abituato a fare ogni volta che ne aveva la possibilità. Jeongguk trattenne un altro sussulto.

"Perché fai sempre così? Giuro che..."

Taehyung ridacchiò nell'ombra.

"Canta per me." Gli chiese, prendendo dolcemente a calci i polpacci del principe.

"Certo, sapevo che mancava qualcosa."

"Canta per me, Jeongguk." Insistette. "La tua voce è diventata più bella quest'anno. Voglio sentire di più del tuo canto."

Era davvero cambiata anche la sua voce, c'era qualcosa nella sua dizione e nel modo in cui recitava poesie e lezioni di memoria, da non passare inosservate al maggiore. Melodica come il suono del vento che accarezza i campi in una mattina d'autunno, morbida come lenzuola di seta, e tenera come i sussurri segreti e i baci rubati.

Jeongguk si schiarì la gola temendo che potesse fallire a causa della mancanza di riscaldamento.

"Giù lungo il fiume, vicino alle barche...Dove tutti vanno per stare da soli..." Il suo canto era un misto tra una ninna nanna malinconica e un sussurro vellutato.

Taehyung prese una delle ciocche sciolte della sua frangia e ci giocò finché il più giovane non si addormentò senza sforzo.

-

Il risveglio della stagione primaverile riportò alla natura colori accesi come in un quadro. I colibrì guardavano il palazzo come visitatori curiosi che introducevano un nuovo giorno, con la rugiada del mattino, le lucciole e i grilli che chiudevano le serate con la tavolozza del tramonto sulla schiena. Ma non chiedete narcisi al susino, e non chiedete alla primavera di non fare scempio perché si comporta così per un motivo.

𝑪𝑨𝑵𝑫𝑬𝑵𝑻 𝑺𝑲𝑰𝑵 | Taekook (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora