II. Acqua fredda

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C'erano racconti di portali verso altri luoghi, regni lontani perduti nella foresta o in mezzo alle montagne.

La prima cosa che notò quando attraversò il portale fu quanto potesse essere freddo e silenzioso il mondo. Era come essere di nuovo nel grembo di sua madre ma senza la calda tenerezza di un corpo umano.

E poi, tutte le sensazioni in una volta.

Come una luce brillante nel cuore della notte.

I suoi polmoni erano pesanti, essendo un essere umano. Avrebbe potuto trasformarsi in un pesce se solo fosse passato un altro secondo. Tuttavia riuscì a resistere abbastanza per vedere la luce dall'altra parte, una luce che lo guidava dall'alto, e quindi nuotò fino ad attraversare di nuovo l'acqua.

Il ragazzo fece un gran tonfo con le mani cercando di prendere aria e poi prese un respiro profondo prima di avere il tempo di rendersi conto di dove si trovasse. Non conosceva quel posto. Era apparso in un corpo idrico come il lago, ma questo era più piccolo. Di forma rotonda, circondato da costruzioni in legno e bordi di pietra. Pesci bianchi e arancioni più grandi del braccio di un adulto gli passarono accanto e piante verdi galleggiavano sulla superficie.

L'acqua era estremamente fredda, più fredda della notte più glaciale del deserto.

Potè sentire la temperatura calare direttamente sulle ossa e per essere un bambino nato nella sabbia ardente, non aveva mai sentito la brezza gelida di un inverno crudele in arrivo.

"Signora Go! Ti sto dicendo che ho sentito qualcosa!"

Non capiva cosa dicesse la voce, ma qualcuno stava arrivando e non poteva fare a meno di avere paura dell'ignoto. Era una sensazione strana, sapeva che era un'altra lingua, stavano comunicando ma non era in grado di comprendere.

Agì rapidamente e si trasformò in un uccello, uno di quelli che aveva già visto. Piccolo con piume nere e rosse e travestendosi da animale, come aveva sempre funzionato nel deserto, non si rese conto che in mezzo a quello scenario una macchia rossa sarebbe risaltata più di quanto pensasse.

"L'ho sentito qui. Proveniva da uno degli stagni. Era come se l'acqua stesse bollendo. Vieni in fretta!"

"Principe Jeongguk, non correte dentro. Lo sapete che non è permesso."

"Ma signora Go, lo perderemo se non ci sbrighiamo!"

Il ragazzo uccello si sedette sul ramo di un pruno le cui foglie erano completamente scomparse. Anche se avrebbe potuto volare via da lì e andare da qualche altra parte, rimase, perché la voce che aveva sentito prima non era spaventosa. Anzi, aveva un che di allegro che lo costrinse a rimanere.

Improvvisamente la voce risuonò sempre più vicina, seguita da passi impazienti.

"Era...qui."

Qualcuno aprì la porta scorrevole, lasciando sfuggire tutto il calore dall'interno. La figura emerse nel bel mezzo della luce notturna che proveniva dalla luna. Era un ragazzo, proprio come lui.

"Mio principe, siete sicuro che non fosse una di quelle carpe che il nostro re adora con passione?"

Venne anche una donna con la pelle chiara, i capelli neri e un vestito lungo. Era qualcosa che non aveva mai visto prima, ad esempio vestiti come quelli. A casa sua usava vesti fatte di pelle di animali cacciati, l'oasi attirava una varietà di cinghiali e forse qualcos'altro ma i vestiti della donna erano fatti di un tessuto verde e bianco, un nastro proprio sotto il petto e un ornamento floreale sui capelli.

All'improvviso il principe chiamato alzò lo sguardo.

Gli occhi del ragazzo scintillarono come se tutte le stelle dell'universo fossero contenute al loro interno. C'era qualcosa che li rendeva bagnati come la pioggia e profondamente pieni di vuoto, come se potesse quasi vedere l'infinità di un cielo notturno stellato dentro ad essi. Aveva un naso lungo che si adattava perfettamente ai suoi lineamenti e guance rosee e paffute che risaltavano maggiormente i suoi denti prominenti.

Indossava un vestito simile, una lunga tunica bianca che quasi gli arrivava ai piedi, anche i pantaloni al di sotto erano bianchi ma il resto degli indumenti era diverso. Il suo soprabito era viola, un'intensa tonalità di viola con un elegante ricamo dorato proprio al centro del petto. Sembrava magro anche sotto tutti quegli strati e i suoi lunghi capelli neri erano raccolti in una coda di cavallo e solo poche ciocche gli sfuggivano, incorniciandogli il viso.

Era bellissimo.

"Guarda! Proprio qui!" Indicò l'uccello sul ramo e per un istante il ragazzo si dimenticò che lo stava indicando. "Non ho mai visto un uccello del genere."

La donna lo fissò e sorrise. "È vero. Domani chiameremo il maestro Young. Lo aggiungerà volentieri al suo libro delle specie. Che splendido, piccolo amico."

"Però... ha fatto così tanto clamore per essere un uccellino. L'ho sentito, signora Go. Era come..." Il principe iniziò a imitare il suono del movimento dell'acqua e ciò fece sorridere la signora con affetto.

Sistemò qualche ciocca ribelle dietro l'orecchio del ragazzo e arrivando alla sua altezza gli disse. "Vi credo e sono fermamente convinta che fosse uno dei pesci che vivono nello stagno. Diventano più grandi ogni anno. Infatti, uno di loro potrebbe mangiarvi in un morso."

Il principe trattenne il respiro. "No, non lo faranno. A volte li nutro. Mio padre ha detto che non morderanno la mano che li nutre."

"Il re è saggio, naturalmente. E sarà meglio se torniamo dentro, fa freddo e forse la neve inizierà presto a cadere." Gli strofinò la schiena e poi si rialzò. "Speriamo che l'uccellino sarà qui domani. È piuttosto strano che non se ne sia andato con il suo stormo."

"Forse è ferito. Dovremmo portarlo dentro e prendercene cura." Si offrì il ragazzo con voce dolce e poi stese ampiamente la mano come se avesse intenzione di prenderlo.

"Sarà difficile prenderlo, perfino se..."

Ma prima che la donna potesse completare la frase, la macchia rossa saltò sui palmi del giovane principe. Il suo viso era il riflesso del divertimento mentre toccava delicatamente le piume dell'uccello con la punta delle dita, acquisendo abbastanza sicurezza da accarezzarlo con tutta la mano.

Il suo tocco era tenero, morbido come un bacio, familiare come casa.

"Vostra Altezza, avete sicuramente un dono."

"Posso portarlo dentro? Fa troppo freddo qui. Per favore, signora Go, per favore."

"Non vedo perché no, però prima chiederò una gabbia. Sembra che non stia nemmeno cercando di scappare, ma temo che alla regina non piacerà vedere un uccello svolazzare."

Il principe annuì eccitato e afferrò a coppa il ragazzo uccello con le sue mani calde e proprio in quel momento tornò a palazzo con un sorriso sul volto.

Lezione di vita:
Mai fidarsi di Ros 👹
Nulla, lo avevo pronto e ho deciso di farvi un mini regalino!
Godiamoci i Grammy, omg sono super emozionata 🤩🤩

𝑪𝑨𝑵𝑫𝑬𝑵𝑻 𝑺𝑲𝑰𝑵 | Taekook (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora