XXV. Dèi, Mortali e Mostri

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Vi consiglio dei fazzoletti alla mano.
Uno dei capitoli più difficili ed emotivamente devastanti che io abbia mai tradotto finora.
-6
Ros.

La vita era solo una continua trasformazione di apparenze gentili in realtà crudeli, stelle cadenti splendenti che si trasformavano in dure rocce fiammeggianti una volta che colpivano il guscio terrestre, perché anche i frammenti traslucidi del cielo potevano essere trascinati da forze telluriche che perdevano ali e code.

I giovani innamorati spesso, nelle loro fantasticherie, scambiavano perle vere per barocche. La luminosità poteva essere simile, ma attenzione alla distorsione grottesca delle seconde; confidando ciecamente nei loro simili senza esitazione quando i lineamenti brutti erano più visibili di quanto pensassero.

Non sapevano di chi fidarsi nel momento in cui la serva morta rimase immobile sul pavimento. La maggior parte del trambusto proveniva dalle camere reali dove era stato rilasciato l'ultimo respiro della monarca, tuttavia lì c'erano solo loro due, soli, con la desolazione della morte. Il cadavere era stato coperto da un lenzuolo che si era immediatamente macchiato di rosso, come promemoria per entrambi.

La persona che arrivò era l'unica che avrebbe saputo cosa fare in quel tipo di situazione. Gli occhi della dama di corte brillavano di sorpresa e confusione, ma soprattutto, di un'enorme quantità di terrore a causa di ciò che era stato scatenato sotto quella coltre bianca.

"Signora, Go." Il principe sospirò di sollievo. Stava ancora abbracciando il mutaforma, rifiutandosi di lasciarlo andare.

La dama chiuse la porta introducendosi nella stanza, finalmente in grado di scrutare l'intera scena che credeva ancora fosse irreale. Fissò il principe cercando una possibile spiegazione nei suoi occhi, una che lui era pronto a darle ma non era sicuro che lei fosse pronta ad ascoltare.

"Dovete cambiarvi e incontrare subito il re..."

"Signora Go, devi ascoltarmi."

"Lo farò, e sono consapevole che tutto questo ha una spiegazione, ma dovete esserci. La regina Hyesung è morta, vostra grazia."

A quella notizia, Jeongguk sentì dell'acqua fredda cadere sulla sua testa. Non era solo una regina ma la ragazza che ogni estate suonava il konghou con movimenti gentili quando andavano a trovarla, colei che aveva il carisma necessario per far innamorare un re e un intero regno di lei in un batter d'occhio e ancora lei, un fiore che era stato colto troppo presto.

Non che fossero insensibili, ma succedevano tante cose contemporaneamente ed erano consapevoli del modo in cui funzionava la politica. Il principe doveva esserci o affrontare le ipotesi crescenti; anche un servitore acquisiva rilevanza post mortem se dietro c'era una storia da raccontare.

Non c'erano eufemismi per la morte, nessun modo per renderla più bella o attraente. La morte era la morte.

"Jeongguk, devi andare." Fu la voce di Taehyung a riportarlo alla realtà.

"Non voglio lasciarti qui." Disse, voltandosi verso il mutaforma.

"Non lo farai. Io devo aiutare la Signora Go, le persone non si accorgeranno della mia assenza, ma tu sei richiesto."

La dama di corte lasciò la stanza e tornò con abiti puliti. Aiutò il principe a pulirsi, Taehyung gli rimosse le macchie scarlatte secche dalle mani ma ogni volta che immergeva le mani nell'acqua, vedeva il sangue scorrere e morire tutto intorno a lui e al riflesso del suo viso sul liquido sporco. In un momento era lui, ma in quello successivo era il volto della fanciulla inorridita a cui aveva tolto la vita con un colpo solo.

𝑪𝑨𝑵𝑫𝑬𝑵𝑻 𝑺𝑲𝑰𝑵 | Taekook (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora