XVI. La ninna nanna del vento

799 128 21
                                    


Mille notti potevano essere comprese in sole dodici ore di oscurità.

Quella che sembrava una sofferenza angosciata nel deserto, peggiore dell'insolazione causata dai raggi abrasivi del sole che non placavano il loro calore nemmeno per l'anima più misera, peggio che avere la febbre nel giorno più caldo dell'anno o ancora peggio che essere morsi da un serpente il cui veleno poteva far impazzire l'uomo più assennato era, senza dubbio, avere il cuore spezzato tra le aride dune.

Incapace di nascondere il sonno, mangiare e perfino privarsi dell'acqua potabile fino a raggiungere pericolosi limiti. Era il suo modo di guarire attraverso il dolore, di sentire in qualche modo fisicamente, ciò che provava emotivamente. Era naufragato.

Quando sua madre lo teneva tra le braccia, tutto quello che poteva fare era ridursi in un vortice emotivo. Lo abbracciò gentilmente senza dire una parola finché una notte il ragazzo non andò in fiamme, le confessò tutte le bugie che aveva da dire per tenere al sicuro il principe ma più parlava, più cominciava a pensare che nessuna sembrava essere una ragione sufficiente per mantenere tutti quei sentimenti nascosti.

Col passare dei giorni iniziò a sentire di nuovo. All'inizio piccole cose, il vento sui capelli, il sole sulla pelle...il buco che aveva sul petto era chiuso ma non guarito. Peggio del dolore erano i pensieri, la sua stessa immaginazione creò un mostro che cresceva tormentandolo con tutte le possibilità.

Ogni volta che chiudeva gli occhi, arrivava l'immagine di Jeongguk che si avvicinava, le sue labbra carnose e quel piccolo neo che aveva appena sotto, la sensazione di solletico del suo respiro che invadeva l'aria e il desiderio ardente di incontrare la sua bocca nel momento in cui lo fissava per più di cinque minuti. Ma il principe era a palazzo per adempiere ai suoi doveri reali mentre lui era nel deserto e gli mancava molto.

Taehyung non sapeva più cosa fare.

Consultò l'unica persona che sapeva potesse guidare ancora una volta la sua anima perduta, la saggia nonna.

"Ho aspettato la tua visita da quando sei tornato, Taehyung."

"Uh... io... ho bisogno di un consiglio. Riguarda il mio prossimo viaggio di ritorno attraverso il portale."

"Lo so. Parti di nuovo tra pochi giorni. Tuttavia non sembri essere ansioso come le altre volte."

Taehyung deglutì. "Voglio tornare indietro però mi sento in colpa...dovrei sentirmi così per amare qualcuno?"

"L'amore...è molte cose. È buio ed è luce, è amaro ed è dolce, è acqua ed è fuoco, è sole ed è luna...L'amore è ciò che vuoi che sia. Il fatto è che tu scegli il percorso che ti guiderà lì, ma è come camminare nella notte, non saprai dove va il percorso finché non raggiungi la fine. Percorri la tua strada, mutaforma. O tracciane una."

Il ragazzo lasciava sempre la sua tenda con più domande che risposte. La saggia nonna non era mai completamente chiara con i suoi consigli, tendeva a complicare le parole in un modo che Taehyung sapeva che avrebbe dovuto completare le informazioni mancanti.

Spesso la vecchia nonna diceva qualcos'altro il giorno del solstizio, qualche parola d'addio ma quell'anno non lo fece. L'unica cosa che avrebbe potuto dirgli era solo di aggiungere un'altra preoccupazione al ragazzo.

L'oasi si stava prosciugando.

Si trasformò in un'aquila e volò così lontano da far sembrare l'oasi un puntino all'orizzonte. Non c'erano altro che dune e il vento instabile che di notte amava tracciare figure sulla sabbia. Il cielo era un mantello azzurro scuro ricoperto di stelle, più guardava e più stelle c'erano. L'oscurità e il vuoto dell'universo sopra la sua testa non gli erano mai sembrati opprimenti, gli ricordarono un paio di occhi che seguivano lo stesso paradosso; uno spazio di vuoto più profondo dell'infinito ma allo stesso tempo, pieno di luminosità e luce.

𝑪𝑨𝑵𝑫𝑬𝑵𝑻 𝑺𝑲𝑰𝑵 | Taekook (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora