Durante l'ultimo discorso del Capitano, Hope tremava a ogni parola, mentre stringeva tra le mani il Karkal. Era orgogliosa del suo Darren, stava combattendo con i denti anche in punto di morte, ma sentì un tuffo al cuore quando sentì pronunciare che era giunto il momento dell'esecuzione. Non respirava. E quando fu annunciata la sua morte, una crisi nervosa esplose nella cella, sentiva il cuore dilaniarsi in tanti frammenti, gridava e urlava dal dolore. Neyhla la stringeva a sé con gli occhi lucidi, ma la donna era inconsolabile, si dimenava e soffriva piangendo lacrime amare.
Hope si stringeva la pancia e piangeva, disperata.
«Darren! Darren!»
L'aliena la guardava con i suoi grandi occhi scuri, la stringeva forte, le coccolava i capelli e le sussurrava alle orecchie parole dolci e confortanti, ma che Hope nemmeno sentiva.
La ragazza si strinse forte all'amica singhiozzando, con i denti mordeva e strappava la maglietta lacerata e sporca che indossava da mesi ormai. «Non avrà un padre, non ho marito, non ho nessuno! Moriremo qui, nessuno verrà a prenderci!»
«Questa non è la Hope che conosco io» replicò la Serke con tono dolce e allo stesso tempo fermo. «La Hope che conosco io mi ha dato speranza quando non ne avevo. Hope vedrai che ...»
«No! Tu non capisci! La mia vita è persa senza di lui! Che senso ha tentare di fuggire da qui se non posso più raggiungerlo?»
«Per questo» rispose l'aliena mettendole una mano sulla pancia. «Per questa piccola vita. Le fa male sentirti così.»
Hope scuoteva la testa piangendo. «Non m'importa, Darren non c'è più e io senza di lui non so cosa fare. Per me era tutto...»
«Come diavolo fa a essere ancora vivo!? Uccidetelo!» urlò la voce di Vytron dal Karkal, sovrastando quelle di tutti gli altri.
Qualsiasi cosa fosse successo nel palazzo, una cosa era certa: era esploso il caos.
Hope si fermò di colpo. Un brivido le percorse lungo la schiena.
"Vivo?" pensò. Il labbro inferiore le tremava, anzi tremava tutta, ma si costrinse comunque a gattonare fino allo strumento per cercare di ascoltare meglio quello che veniva detto, anche se si sentiva solo tantissime grida. Era il caos, Hope si forzava di sentire meglio, mentre faceva respiri profondi tirando su con il naso cercando di calmarsi.
«Ho capito bene? Vivo?» domandò incerta a Neyhla.
Ma la Serke fece spallucce. «Non lo so. Non ho capito nemmeno io. Ma che cosa starà succedendo?»
«Un momento! Che sta succedendo?» urlò la voce metallica. «Il Capitano Darren Rebel non è morto! Ma chi sono? È una rivolta! I Ribelli hanno fatto irruzione per salvare il loro Capitano! Stanno fuggendo e...» le comunicazioni si interruppero bruscamente.
Hope restò basita. «D-Darren è salvo. Sono intervenuti.»
Neyhla sorrise talmente tanto da mostrare i suoi canini affilati, poi commentò serena stringendo il suo uovo: «Ha fatto un bel discorso, è un Ribelle dentro e guarda i frutti del vostro lavoro. Visto? Non c'era motivo di preoccuparsi. Che cosa facciamo, adesso?»
«A-aspettiamo» balbettò Hope ancora incredula e tirando su con il naso. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano e alla fine fece un sospiro sconfitto. «Non possiamo fare altro.»La lama che doveva tagliare la testa di Darren, non era fatta di laser, ma era un semplice gioco di luce. Persino Darren non ci credeva, aprì gli occhi con aria disorientata.
"Ma che succede? Sono ancora vivo? Come faccio a essere ancora vivo?"
Mentre tutti erano distratti da quell'avvenimento, i Ribelli fecero esplodere il tetto e si calarono nella sala, altri entrarono dalle porte con le divise delle guardie, per poi strapparle facendosi riconoscere. Era il caos più totale. Darren si guardava intorno confuso, senza sapere come agire, quando la sua attenzione si concentrò sul piccolo Mousino davanti a lui che lo richiamava. Con mani svelte il piccolo lo liberò dalle catene e poi alzò lo sguardo e con una vocina dolce e tenera gli disse: «Ti sono mancata, Capitano?»
Darren non poteva crederci. Il Mousino si tolse i travestimenti e le scarpe alte: era Isaky!
«Coraggio, dobbiamo andare!»
Darren scattò in piedi con un sorriso tutto denti, il boia accanto a loro si mosse per infilzarlo con le sue braccia, ma il ragazzo schivò il colpo. Il mantello si strappò, se lo tolse di dosso e lo lanciò in faccia all'Angese. Sfruttò la distrazione per dargli un calcio in pancia facendolo cadere sulla sedia, dove le manette scattarono intrappolandolo. Poi corse seguendo la tecnica.
«Isaky! Sei qui! Non sono mai stato così felice di vederti come adesso!»
«Ci credo!» rise la Mousina mentre correva avanti.
Ma Vytron e le sue due guardie Serke gli si pararono davanti e i due furono costretti a fermarsi
«Tu non vai da nessuna parte!» sbraitò l'Elecde. «Questa doveva essere la mia vittoria! Voi due all'attacco!»
«Che c'è, Vytron?» rispose il ragazzo con un ghigno beffardo. «Hai perso un'altra sfida?»
Vytron digrignò i denti dalla rabbia, sembrava quasi che del fumo gli uscisse dalle orecchie. I due Serke si mossero in contemporanea per attaccarli quando di fronte a loro calarono giù dal tetto con delle corde Harriet e Oyer.
Il sorriso di Darren non faceva che aumentare. Alle sue spalle il boia tagliò le manette con le sue lame e distrusse la sedia, stava per attaccare il ragazzo quando le sue lame si scontrarono un suono rumoroso contro quelle di Aghio all'ultimo momento.
Darren si sentiva sempre meglio man mano che il tempo passava, strinse i pugni, pronto a combattere contro il generale. Era circondato dai suoi amici e non aveva più paura. Si scagliò su di lui spingendolo di lato, mentre un colpo venne parato da Harriet, che aveva deciso d'intervenire in prima persona anche lei. Oyer si alzò in volo sbattendo le ali mentre il Serke più giovane con la lancia elettrificata cercava di colpirlo, ma non riusciva ad avvicinarsi.
«Non mi prendi!» lo prendeva in giro il Demolonese.
Ma a quel punto, il Serke si arrotolò su se stesso per prendere la spinta poi spiccò un salto altissimo, Oyer riuscì a schivare la lancia girandosi di lato, ma si prese comunque una testata in pancia e le corna appuntite della guardia lo ferirono proprio sul fianco. Ringhiò e si chiuse a uovo con le ali cadendo a terra e respirando a fondo per cercare di sopportare il dolore. La guardia rise di gusto e con la lancia e i denti sguainati si preparò a colpire ancora.
«Così impari a deridermi, Ribelle!» disse alzando in aria la lancia per conficcarla nel corpo chiuso a uovo del suo avversario.
Isaky gli saltò, però, addosso sulla schiena gridando: «Lascialo stare!»
Il Serke sibilò e si torceva per prenderla, ma la tecnica si arrampicò più su, afferrandogli le corna. «Non lo toccherai!»
«Brutta peste!» continuava a sibilare la giovane guardia, mentre con la coda cercava di afferrarla. Isaky veniva sballottata da tutte le parti, ma continuava a mantenere salda la sua presa sulle corna.
Oyer, vedendo la scena, si sforzò ad alzarsi, aprì le ali per sbatterle con forza colpendo l'alieno in pieno stomaco con una testata riuscendo a spingerlo contro la parete, gridando: « Ti restituisco la testata! »
Isaky spiccò un salto per non finire schiacciata atterrando sulle spire della guardia. Appena se ne accorse se le scrollò di dosso allontanandosi, ma ormai quel Serke era svenuto.
Isaky corse accanto all'amico, stava perdendo diverso sangue e i due buchi ricevuti dalle corna erano piuttosto profondi.
«Che brutta ferita» commentò la tecnica aiutandolo a restare in piedi. «Cerca di resistere. Ti porto fuori da qui.»
Oyer annuiva facendo respiri molto profondi per cercare di restare in forze.
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I Ribelli della X [IN REVISIONE]
Science Fiction"Perché non ti arrendi? Per cosa combatti?" Per rispondere non è sufficiente avere chiaro in mente un obiettivo, bisogna scavare nel profondo di noi stessi, accettare tutte le nostre parti, tutti i nostri pregi e tutti i nostri difetti e riuscire a...