Capitolo 21

362 66 79
                                    

Le quattro navicelle entrarono nei cieli del pianeta, osservando dall'alto i colpi che venivano scagliati dal Lanker alla Dyscon. Erano sempre più potenti e lo scudo era chiaramente traballante.
Dreams guidava l'operazione dall'alto, pensando a come agire.
"Doppia missione, già così era difficile e delicata, ma adesso è tutta un'altra faccenda. Non possiamo di certo fare le cose con calma, è una corsa contro il tempo. L'unica è rischiare e fare due cose contemporaneamente."
Alla fine parlò agli altri tre piloti: «La loro comunicazione è pessima, distraeteli, avvicinatevi e portatene in salvo dieci a testa, io mi occuperò di bloccare i Blood-Gobblers.»
I tre piloti risposero un chiaro "Ricevuto!" all'unisono, dopodiché si separarono dalla Nyx, formando una nuova formazione a V per volare verso la Dyscon, mentre Dreams prendeva la sua strada. Li osservava allontanarsi e pensò: "Quanto vorrei che Hope fosse tra loro. Buona fortuna, ci rivediamo alla X."

I tre piloti approfittavano dell'altezza per sparare dall'alto verso il basso su tutti quei Blood-Gobblers che tentavano di entrare nella Dyscon, uccidendoli o facendoli scappare nel loro Lanker, poi grazie a delle bombe evitarono che un'altra corazzata come la Keres decollasse.

Tutte queste esplosioni fecero rallegrare il gruppo di prigionieri. Hope osservava le astronavi con gioia, avrebbe finalmente potuto riabbracciare Darren e tutti i suoi amici. Ma la felicità svanì immediatamente quando lo scudo protettivo si ruppe del tutto, i Blood-Gobblers stavano entrando nell'astronave.
«Prepararsi all'attacco!» gridava Hope imbracciando una mitragliatrice.
Immediatamente il gruppo si chiuse nel ponte di pilotaggio bloccando tutte le possibili entrate. Ognuno imbracciò un'arma pronto a fare fuoco non appena uno di quei Sterminatori fosse riuscito ad entrare. La tensione era talmente forte che la si poteva toccare, sentivano sbattere, correre e artigli tintinnare.
Un colpo.
«State pronti» Hope prendeva la mira.
Due colpi.
«Non ancora.»
Tre colpi.
«Manca poco.»
La porta fu aperta e Hope iniziò a sparare dando il via a tutti gli altri. «Fuoco! Sparate tutto quello che avete!»
Gli evasi la imitavano, mentre gli Sterminatore si scaraventarono contro di loro come un'onda nera di artigli e denti, ruggendo e sguainando i loro denti, agitando la loro coda pronta a scagliare veleno. Alcuni caddero morti subito, ma quelli dietro calpestavano senza ritegno i loro compagni morti pur di procedere e avanzare.
Uno riuscì ad avvicinarsi particolarmente, stava per colpire con la coda Biuck quando Rubodor usando le catene lo bloccò. Il Blood-Gobblers si girò verso di lui mostrando i denti e sibilando, ma un attimo dopo crollò a terra morto con tre buchi nel cranio e dietro di lui c'era proprio Biuck con ancora l'arma fumante in mano, per fortuna la sua mano era molto più veloce della sua lingua balbuziente o sarebbe stata la fine per entrambi.
I due alieni si scambiarono uno sguardo di reciproco ringraziamento, poi ripresero a sparare.
Era tutto inutile, più ne uccidevano più ne entravano. Dovevano trovare il modo di chiuderli fuori, ma i comandi avevano smesso di funzionare.
«Non fermatevi! Resistete!» urlava Rubodor colpendo un alieno a una zampa, così che perdendo l'equilibrio ne fece cadere altri due a terra. Infine tutti e tre ricevettero il colpo di grazia da Biuck con tre colpi sulle loro cupole.
«Continuiamo così!»
Neyhla era spaventata a morte, stringeva l'uovo e si nascondeva nelle retrovie, sparando ogni tanto qualche colpo con una semplice pistola laser.
«È finita, moriremo qui» piagnucolava. «Non c'è salvezza, non possiamo salvarci.»
Poi alzò lo sguardo, guardando Hope e tutti gli evasi, anche loro erano spaventati ma combattevano. In particolare era una scena spettacolare e fuori dall'ordinario vedere una donna incinta con la pancia sporgente, con la mitragliatrice in mano in mano sparare laser senza esitazione. Hope era un cecchino e ogni colpo era perfetto. Nei suoi occhi si riflettevano a rallentatore il momento in cui premeva sul grilletto, il laser partiva dalla canna della mitragliatrice gestendo in modo perfetto il rinculo, il suo colpo andava a conficcarsi con precisione nella cupola dei Blood-Gobblers, che cadeva a terra senza vita con un tonfo. Era come se in quei momenti, ci fossero solo lei, l'arma e l'avversario da abbattere, era isolata dal mondo, non sentiva o percepiva niente e nessuno.
Neyhla deglutì, doveva agire e fare qualcosa anche lei. Nella sua testa sentì la voce dell'amica ripeterle: "Non possiamo restare qui e aspettare che loro arrivino. Questa non è una favola per bambini, non esiste il principe azzurro."
Neyhla scosse la testa e si strinse l'uovo, mentre pensava: "È vero. Non è una favola, se voglio raggiungere la salvezza devo farcela da sola. Devo farlo per me stessa e per la mia piccola Ivy."
Poi tornò a guardare gli evasi e i Blood-Gobblers. "Cosa posso fare per loro? Non so combattere e non so nemmeno sparare. Ma ci dev'essere pur qualcosa che posso fare!"
Alla fine i suoi occhi caddero sull'entrata. "La porta!"
Si fece coraggio, lasciò il suo uovo al sicuro dopo aver baciato il guscio e approfittò della situazione per strisciare lungo le pareti avvicinandosi alla porta cercando di non farsi notare, ma quando ciò accadeva lo Sterminatore non aveva nemmeno il tempo di far scattare l'allarme che Hope lo colpiva a morte.
La Serke si tese sempre di più verso la leva, per chiudere la porta manualmente. Un Blood-Gobblers la fissava con gli occhi rossi iniettati di sangue. Neyhla ricordò immediatamente l'ultima volta che nella sua cella si era ritrovata faccia a faccia con uno di quelli, ma non poteva fermarsi. Doveva agire!
Allungò la mano e riuscì a prendere la leva, ma lo Sterminatore le era ormai addosso. Lei chiuse gli occhi spaventata cercando di tirare quella leva bloccata. Poi finalmente sentì le porte scattare e chiudersi con un tonfo, tagliando di netto la coda e una zampa di quell'alieno riuscito a passare. Si rotolava a terra dal dolore gridando con un ruggito stridulo, a quel punto, Kelly gli diede il colpo di grazia con le sue spine rosse alla gola.
«Per fortuna, non sono riusciti ad entrarne altri» commentò. Poi aiutò Neyhla ad alzarsi. «Ottimo lavoro.»
Ma quelli rimasti fuori stavano di nuovo forzando la porta, quando improvvisamente, si sentirono spari ovunque. Dentro e fuori la Dyscon.
Tutti stavano trattenendo il respiro. Le porte si stavano aprendo, ma anziché i Blood-Gobblers, erano tutti armati pronti a sparare di nuovo, quando si trovarono di fronte a un pilota della X.
Trovarsi di fronte a un Emolooniano, anziché uno Sterminatore, all'inizio spiazzò un po' tutti, ma poi lo accolsero con grida di gioia e di speranza.
Hope sorrideva, mentre osservava le altre due navicelle volare sopra le loro teste in modo molto protettivo. "Sì, c'è la faremo!"
L'Emolooniano si tolse il casco, grattandosi la testa con la faccia verde per la confusione, poi con un tono deciso e fermo, cambiando faccia e diventando blu dalla tristezza, affermò: «Posso portarne via solo dieci, mi dispiace. Ma non preoccupatevi le altre due astronavi si stanno avvicinando. Vi porteremo via tutti.»
Tutti fecero silenzio. Dopo essere riusciti a sfuggire alla morte nelle prigioni, nel deserto ed essere sopravvissuti nella Dyscon a dei Blood-Gobblers, dovevano pure scegliere chi tra loro era degno a essere salvato per primo e a chi toccava l'ultimo posto? Che crudeltà! Tutti erano confusi, tutti volevano andare, ma non volevano neanche sembrare egoisti, perciò spingevano affinché fossero gli altri ad andare per primi. Era una situazione di stallo, nessuno osava fare il primo passo, difatti il pilota si stava irritando e la sua faccia era diventata rossa. «Sbrigatevi! Non abbiamo tutto il tempo! Dobbiamo fuggire prima che sia troppo tardi!»
Rubodor e Kelly continuavano a insistere che fosse Hope una tra i dieci, ma lei rifiutò categoricamente.
«Sono una Ribelle, avete bisogno di me qui, nel caso succedesse qualcosa. So come agire» si giustificò lei. Poi guardava la Serke, che nel frattempo aveva recuperato il suo uovo. «Al contrario, voglio che sia tu ad andare al mio posto. Ci tengo.»
Neyhla scuoteva la testa in ansia. «No! Io e te dobbiamo andarcene da qui insieme, ce lo eravamo promesse, ricordi? Non se ne parla. Se tu resti, resto anch'io!»
«Cerca di ragionare, Hope» provò a insistere Kelly. «Sei incinta, sei la moglie del Capitano. Devi andare prima di tutti tu.»
Hope scuoteva la testa con energia per niente d'accordo, Neyhla si guardava intorno in cerca di una soluzione e alla fine disse: «Consegnerò il mio uovo così che lo portino in salvo, e io resto qui con te a combattere!»
Hope la guardava con uno sguardo dolce, apprezzando quel pensiero. «Ma sai anche tu che la tua piccola Ivy non può sopravvivere senza di te.»
«Beh, non sarà per tanto tempo. Nel frattempo se ne prenderà cura qualcun'altra. »
Hope le si avvicinò per abbracciarla forte e le sussurrò: «Non puoi lasciarla sola, devi andare con lei. Andrà tutto bene, vedrai, ci vediamo sulla X.»
«Ma ce lo eravamo promesso.»
«Ci vediamo sulla X» ripeté un'ultima volta Hope.
Alla fine, la Serke annuì convinta, ma lanciò uno sguardo a Kelly e Rubodor per poi dire con estrema convinzione: «Proteggetela per me.»
I due annuirono e solo dopo essere stata sicura che sarebbe andato tutto bene seguì il pilota insieme ad altri nove prigionieri, quelli più malmessi e feriti o malati.
Mentre salivano sull'Astreo, la Serke continua a ripetersi nella mente "Andrà tutto bene, Hope mi raggiungerà presto."
Presero i propri posti, e lei si stringeva forte l'uovo al petto, mentre la navicella decollava. Osservava il panorama rimpicciolirsi man mano che salivano di quota, il Lanker diventava sempre più piccolo.
"Sto davvero fuggendo? Sono davvero salva?" continuava a pensare appoggiando una mano palmata al finestrino.
Non le sembrava vero, lo realizzò solo quando raggiunsero, con tante turbolenze, lo spazio. Quella vista la lasciò senza fiato, si diede un pizzicotto sul braccio per essere certa che non stesse sognando, era esterrefatta. Quel nero così intenso, illuminato da miliardi di luci stellari la coinvolgeva nei sentimenti.
"Sono davvero riuscita ad abbandonare quel pianeta? Sono viva?"
Da questi pensieri venne scossa improvvisamente a causa di manovre rapide e giri della morte per evitare di essere colpiti dall'ASAPU. Il gruppo si strinse forte e alcuni gridarono addirittura.
Il pilota cercava di seminarli, ma erano troppi. Schiacciò alcuni comandi e gridò: «Qui Astreo, sto trasportando dieci superstiti. Mi stanno addosso. Mi serve aiuto!»
Un attimo dopo, Paco spedì una flotta sul lato nord della battaglia, dove l'Astreo fuggiva cercando di schivare i proiettili. Le navicelle dei Ribelli più specializzate intervennero immediatamente sparando a loro volta a quelli dell'ASAPU facendole esplodere, permettendo così all'Astreo di atterrare sulla X senza ulteriori difficoltà. La Serke piangeva dalla gioia baciando il guscio del suo uovo, era salva!
Non appena entrò nell'hangar alcuni alieni corsero da loro per portali in infermeria per occuparsi di loro, facendo loro dei controlli sugli stati di salute, per curare eventuali ferite o malattie, e dar loro cibo, acqua e vestiti puliti. Avrebbero anche avuto la possibilità di fare una cosa che non facevano da molto tempo: una doccia. Neyhla si sentiva finalmente serena, come se ormai il peggio fosse passato, anche se erano ancora nel pieno della battaglia.
Il suo pensiero fisso adesso era solo Hope, quella ragazza doveva assolutamente raggiungerla là, sulla X, come le aveva promesso!
L'Astreo riprese il suo volo dopo il rifornimento di carburante e armi, unendosi nuovamente alla battaglia nello spazio, colpendo sia i Blood-Gobblers che l'ASAPU. Non sarebbe tornata sul pianeta, almeno non fino a nuovo ordine, sarebbe stato troppo pericoloso. Il suo compito era stato eseguito, adesso gli altri venti superstiti sarebbero dovuti essere salvati dall'Erebos e dall'Urano. O così si sperava.

I Ribelli della X        [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora