L'ASAPU era in grave difficoltà, al contrario dei Ribelli che avevano ricevuto sostegno e approvazione da tutti i pianeti. Ormai ogni pianeta si era ribellato e liberato quasi da solo e senza il bisogno di aiuto da parte dei Ribelli. L'unico pianeta rimasto sotto il regime dell'Associazione era proprio Khantrey, eppure anche lui aveva ricevuto grandi insurrezioni e focolai di guerra, specialmente nelle periferie. Si era raggiunto il punto di non ritorno, l'ASAPU era finita. Non aveva più approvazione nemmeno all'interno dei suoi eserciti stessi. Persino la Tech era riuscita a raggiungere l'indipendenza e si rifiutava di fornire nuove astronavi a quell'Associazione ormai in rapida discesa.
Nuovi governi si stavano già formando e organizzando per stabilire un nuovo governo tra i pianeti, basati sull'unità, quella vera, ma soprattutto sull'uguaglianza della razza, l'Unione era data da tutti quei capi, re o governanti che avevano visto sulla loro pelle e su quella del loro popolo gli sfruttamenti e le sofferenze che l'ASAPU aveva procurato a tutti loro. Il nuovo governo interplanetario che si stava stabilendo doveva fondarsi su quattro principi fondamentali: Il Principio di Unità, tutti dovevano essere uniti e fornirsi aiuto reciproco, a prescindere dalla razza, dal pianeta di provenienza o dallo status; il Principio di Uguaglianza, ogni individuo era uguale davanti agli altri e alla legge a prescindere dal sesso, dalla razza, dal pianeta di provenienza, dallo status, dalla lingua, dalle opinioni politiche e dalle condizioni personali e sociali; il Principio di Equità, il nuovo governo avrebbe dovuto avere il dovere di offrire a tutti le stesse possibilità affinché si raggiunga un medesimo risultato, quale l'unità sociale; e il Principio del Bisogno, il dovere del nuovo governo sarebbe stato anche di offrire a tutti diverse risorse affinché la loro condizione sociale, politica ed economica sia di pari dignità e importanza con le altre.
Un ruolo centrale ce l'aveva proprio il re Lumca con Bloddy come suo consigliere. Insieme ad altre razze avevano organizzato l'avanzata verso il centro di Khantrey e steso questi primi diritti fondamentali.
I Ribelli collaboravano, tutti sulla X sapevano che si stavano dirigendo verso quel pianeta per prepararsi a una lunga battaglia.
Darren si occupava delle organizzazioni e delle decisioni da prendere, ma si addestrava anche in continuazione, combatteva e si esercitava senza sosta per essere pronto quando sarebbe venuto il momento di sfidarsi contro Vytron per l'ultima volta, ma soprattutto per affrontare i Blood-Gobblers. Alla fine il suo obiettivo era uno e uno solo e si poteva leggerlo direttamente in quegli occhi verdi: trovare e salvare la sua Hope.
Nei momenti di pausa e di silenzio osservava la loro stella, che lo ricaricava come una batteria.
"Resisti Hope, arrivo" pensava sempre.Sulla X tutti erano indaffarati: Dreams si allenava nel pilotare sia in situazioni virtuali che reali intorno alla SpaceX-138 fino a che gli occhi non le bruciavano. Aveva appena concluso un'altra partita virtuale, prese un sospiro e decise di spegnere e andare nella sua cabina. Appena entrata si spogliò per farsi una doccia calda, decise di prendersi qualche attimo per sé sotto quel getto caldo. Le gocce d'acqua che le colpivano la testa per poi scivolare lungo il corpo fino ai piedi avevano la meravigliosa capacità di portare via con loro non solo la sporcizia e il sudore, ma anche i pensieri negativi. Allungò una mano per chiudere l'acqua e poi si avvolse nell'accappatoio raggiungendo lo specchio, in tutta calma si asciugò e si vestì con una tuta speciale della X pulita, così, in caso di emergenza era già pronta a pilotare. Stava per legarsi i capelli con il solito codino nero, quando si fermò. Si guardò allo specchio e decise di pettinarsi con cura i capelli biondi, districando tutti i nodi. Appoggiò poi le mani al mobile e fissò il suo riflesso.
"Questa sono davvero io?" pensò. "Sono cambiata così tanto."
Ripensò a quella novellina salita sulla SpaceX-197 terrorizzata e scontrosa. Agli inizi, non voleva parlare con nessuno, nemmeno con Darren o con il Capitano Drako. Ci vollero mesi di pazienza per farle dire due parole messe in croce, non si fidava di nessuno. Non si avvicinava a nessuno.
Dreams scosse la testa andando a sedersi sul suo letto. "Se la me di allora, mi vedesse adesso avrebbe una faccia sconvolta."
Sorrise a quel pensiero e si distese sul letto fissando il soffitto. Quasi dal nulla, iniziò a pensare a Hope, alla forte amicizia che aveva con lei. Su un'astronave piena di alieni ed estranei, Hope era quella che riusciva ad entrare in contatto con lei. Forse, proprio a causa dell'esperienze simili che avevano dovuto affrontare prima che arrivassero i Ribelli della X.
"Io sono cresciuta da sola per strada" rifletteva la pilota nella sua testa. "Non ricordo nulla dei miei genitori, mi sembra di aver sempre vissuto in quel modo. Da sola. Non ne sento nemmeno la mancanza. Ma Hope i genitori li aveva. Aveva una bella famiglia che la amavano, prima. Prima che la rapissero e la conducessero al cospetto di quel tiranno. Un essere umano, per giunta. Dopo che il nostro pianeta è stato distrutto, reso inabitabile, com'è possibile che esistano ancora esseri umani che fanno del male ad altri esseri umani? Non me lo spiego. La sofferenza non ha mai fine. E lei era la sua schiava, insieme a tante altre ragazze. Quanti anni poteva avere? Quattordici forse."
Dreams sospirò e si girò su un fianco ricordando le cicatrici ai polsi di Hope, causati proprio dal metallo delle manette e delle catene che sfregavano contro la sua pelle delicata.
"Eppure lei ce l'ha fatta. Mancava di forza fisica, ma abbondava in astuzia e alla fine, dopo sei lunghi anni di oppressione lo uccise lei stessa avvelenando il suo vino. Solo dopo arrivarono i Ribelli."
Dreams ridacchiò e si disse ad alta voce: «Solo dopo arrivò Darren, che poveretto non ha avuto la possibilità di giocarsi la carta da "Principe azzurro ti salvo io", che la mia amica con il suo atteggiamento ha chiaramente risposto: "Ma levati, che mi salvo da sola!"»
Solo ad immaginare una scena simile e la faccia basita di Darren, Dreams scoppiò a ridere da sola nella sua stanza. Poi, con un sorriso sereno pensò: "Beh alla fine ha fatto comunque il Ribelle che se l'è portata via con sé. E ora vuole riprendersela, giustamente. Non ho mai visto quel ragazzo così determinato. Spero solo che non sia tutto inutile."
Dreams si alzò quando sentì qualcuno bussare alla porta, andò ad aprire trovandosi Jack davanti con un bel sorriso da bimbo birichino e in mano dei dolcetti. La ragazza gli sorrise timidamente, invitandolo ad entrare pensando che c'era anche quel "problema" da risolvere, il problema del "non detto" che c'era tra loro.
I due presero posto ad un piccolo tavolino tondo, aprirono i dolcetti per poi godersi il loro gusto zuccherato sul palato.
«Come stai? Hai la faccia strana...» cominciò Jack mandando giù un boccone.
Dreams scosse la testa. «Pensavo ad Hope, mi manca. Spero stia bene, spero che riusciremo a salvarla.»
«Sì, lo spero anch'io. Nessuno lo dà a vedere, ma tutti sentono la mancanza del nostro miglior cecchino» sospirò il ragazzo-lupo. «Specialmente Darren. Non l'ho mai visto così in vita mia, giuro.»
«Ti credo. Inoltre, c'è ancora in gioco il bambino.»
Jack annuì, se ne era quasi dimenticato che Hope fosse incinta.
"Sperare che entrambi fossero sani e salvi in un pianeta di morte è forse troppo?" pensò amareggiato. "Ma è chiaro perché tra noi due se lo ricordava di più lei , è una donna e le due sono molto amiche."
«Sono passati già sei mesi da quella catastrofe» sussurrò la ragazza tirandolo fuori dai suoi pensieri. «Questo significa che, ipotizzando che stiano bene entrambi, dovrebbe essere tra il sesto e settimo mese di gravidanza.»
«Caspita, è già passato così tanto tempo?» il ragazzo-lupo si grattò la testa e un orecchio peloso. «Mi sembra solo ieri che tu mi raccontavi la leggenda della Nyx. Ne sono successe di cose da allora.»
Dreams annuì sorridendo. «Già, sono cambiate tante cose, e anche noi. Ma mi piace questa nuova versione di me, tu mi fai provare cose nuove. Io mi fido di te.»
Jack la guardò con estrema dolcezza, si fidava di lui, ci era finalmente riuscito a conquistare la sua fiducia! Senza controllo muoveva la sua coda a destra e sinistra scodinzolando, ma poi agì d'impulso, le si avvicinò al viso per poi sussurrarle all'orecchio: «E tu mi fai sentire completo, non sono lupo, non sono umano, non sono alieno, eppure quando sono con te questi disagi non li sento più.»
Un attimo dopo, le sue labbra sfiorarono quelle di Dreams, per poi dischiudersi in un bacio più passionale, ma anche diverso. Più profondo. Come se finalmente il "non detto" che c'era tra loro fosse stato finalmente svelato. Era arrivato il momento di renderlo esplicito.
Dreams titubante si allontanò da quel caldo bacio, poi si alzò in piedi davanti al ragazzo-lupo e guardando il pavimento con estremo imbarazzo provava a dire: «Non so cosa succederà in futuro, la guerra che ci aspetta sarà tremenda, ma non voglio avere rimpianti. Voglio che tu sappia che io...»
Jack la spinse dolcemente contro il muro, prendendola ai fianchi. «Non permetterò a questa guerra tremenda di separarci. E sai perché? Perché ti amo, Dreams Starlight.»
Poi la baciò di nuovo e la ragazza non poté far altro che sussurrare tra un bacio e l'altro: «Ti amo anch'io, Jack Riders.»
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I Ribelli della X [IN REVISIONE]
Science Fiction"Perché non ti arrendi? Per cosa combatti?" Per rispondere non è sufficiente avere chiaro in mente un obiettivo, bisogna scavare nel profondo di noi stessi, accettare tutte le nostre parti, tutti i nostri pregi e tutti i nostri difetti e riuscire a...