Capitolo 7

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«Le navicelle d'inseguimento sono drasticamente diminuite» osservò Darren. «È il momento di fuggire e raggiungere il nascondiglio.»
«Faccio da esca» rispose Dreams passando in testa. «Voi andate!»
«E sia!» gridò Darren dando l'ordine, mentre tutte le astronavi svoltavano, quella pilotata da Dreams, sparava sulle ultime tre rimaste attirandole su di sé, che iniziarono immediatamente a inseguirla.
Gli altri piloti riuscirono a mettersi in salvo e atterrare nel loro rifugio, ma la pilota continuava a virare e schivare i proiettili. Viaggiava velocissima, i tre passeggeri erano incollati ai sedili, non fiatavano per non deconcentrarla. Di colpo una navicella avanzò, ma lei fece una ruota laterale con l'astronave per poi salire e andare giù in picchiata tornando indietro. Quelle rapidi successioni di manovre misero in confusione i tre piloti rimasti, stanchi dalla battaglia aerea sostenuta fino a prima.
Dreams riuscì ad atterrare nel loro nascondiglio. I suoi passeggeri scesero e per loro fu un vero sollievo avere di nuovo i piedi a terra, persino Oyer, che era abituato a volare con le sue ali e a fare evoluzioni di ogni genere dando testate a pareti e corpi, per un attimo aveva patito un po' di nausea sulla navicella. Sfortunatamente non c'era tempo di riposarsi, immediatamente tutti si riunirono, ma la pilota non aveva buone notizie. Era stata brava, ma aveva uno sguardo stanco, si torceva una ciocca di capelli biondi, mentre cercava le parole adatte da dire per spiegare la situazione. Alla fine prese un profondo respiro e disse tutto d'un fiato: «Non abbiamo scampo. Sono riuscita a seminarli per il momento, ma girano qua intorno. Sono sulle nostre terre. Se fuggiamo ci troveranno e ci annienteranno e non possiamo spostare di nuovo cinquantun astronavi. Sono troppe e siamo tutti stanchi. E se invece restiamo qui è solo questione di tempo prima che ci trovino e ci bombardino tutti. Mi dispiace, ragazzi, non ho buone notizie.»
Jack la osservò con le orecchie basse, la stanchezza le pesava sul viso. Non c'era via di uscita. Una soluzione, in effetti c'era, ma nessuno voleva attuarla, né tanto meno pronunciarla davanti agli altri. Dopo qualche secondo di silenzio, fu Harriet a parlare, non guardava nessuno in particolare. Aveva un tono di voce molto basso, ma freddo e deciso mentre guardava il pavimento, era l'unica soluzione e lei aveva il coraggio di dare una voce a tutti quei pensieri silenziosi e censurati. «Uno di noi dovrebbe attirarli lontano da qui, così che gli altri possano salvarsi.»
«Non lo permetterò» rispose Darren con un tono ancora più deciso. «Non manderò nessuno di noi a morire per gli altri. Non è così che agiamo.»
Harriet si zittì, non avrebbe voluto nemmeno lei, ma non c'erano molte altre soluzioni.
La stanchezza fece calare un silenzio assoluto, ma di colpo si udì il rombo di una navicella che si alzò in volo allontanandosi da lì. I Ribelli corsero immediatamente fuori.
«Ma che sta succedendo?» domandava Elvira confusa.
Alzarono gli occhi solo per riuscire a vedere una navicella allontanarsi. Isaky la riconobbe subito: «È quella in avaria.»
Il cuore le batteva forte mentre si guardava intorno e pensava: "Ma noi siamo tutti qui, l'unico che manca è..."
«Oh no! Cornus!» sussurrò solo il suo nome e tutti presero a correre per raggiungere la navicella dove stava riposando, tutto era in ordine e lì c'erano anche i viveri, le risorse e qualsiasi cosa potesse essere utile alla causa dei Ribelli, la navicella difettosa era stata completamente svuotata e tutto era lì ai loro piedi.
Isaky corse ai comandi e si collegò con la navicella in cui c'era Cornus. «Cornus! Fermati! Sono Isaky! Dai, amico, torna indietro!»

Mentre il Polpusite, ferito a morte, guidava la navicella in avaria lontano dal loro rifugio si ritrovò inseguito immediatamente dalle guardie dell'ASAPU. Sentire la voce dei suoi amici pregarlo di tornare indietro gli fece male al petto. Erano suppliche e minacce da parte di tutti, finché poi non parlò Darren, cercava di mantenere un tono duro, ma la sua voce tremava dalla paura. «Cornus, torna indietro questo è un ordine! Non andare oltre! Torna indietro... Ti prego, amico, torna qui da noi.»
A quel punto il loro amico non riuscì a trattenersi. Pensò: "Mi ero ripromesso di non parlarvi, non volevo lasciare brutti ricordi. L'ultima volta che mi avreste visto e sentito doveva essere un ricordo felice. Ma a quanto pare, ora è necessario."
Raccolse le sue forze e rispose con la voce rauca al microfono: «Mi dispiace, Capitano Rebel, ma devo disubbidire questa volta. Amici miei, con voi ho trascorso i migliori anni della mia vita. Voglio bene a tutti voi e so che vi arrabbierete con me per la mia scelta, soprattutto dopo quel disastroso assassinio. Ho sempre dato tutto me stesso alle missioni assegnatemi, ma non è abbastanza per ripagare tutto quello che i Ribelli della X hanno fatto per me. Spero che questo possa farlo. Finché ne ho il tempo, permettetemi di parlarvi un'ultima volta e di spiegarvi il perché di questa mia scelta: anche se nessuno ha voluto dirmelo, so bene di essere diventato un peso. Tutti sanno che il veleno dei Blood-Gobblers è letale e la situazione peggiora quando non ci sono le vere cure immediate. Per voi ero diventato solo un peso inutile. Malato, sdraiato senza possibilità di movimento, sprecavo viveri e medicine pur sapendo di morire. Quel che è peggio è che non posso nemmeno aiutarvi a far evadere i miei compagni. Ma quando ho sentito i guai in cui eravate ho deciso di fare qualcosa. Un ultimo atto a favore dei Ribelli della X. Ho preso la navicella in avaria così da non sprecare quelle utili, è completamente vuota, ci sono solo io qui. Io e quei dannati dell'ASAPU che mi inseguono. Non preoccupatevi per me, sarei morto comunque, almeno lo faccio in maniera utile e onorevole. Vi voglio bene, grazie.»
Cornus spense tutto, non voleva sentire una risposta da parte dei suoi amici. Stava piangendo, soffriva tanto, sia a livello emotivo sia fisico. Non vedeva l'ora che quella incessante agonia cessasse. Pensava a Drako, fondatore dei Ribelli, ma anche a Darren. "Quante avventure ho affrontato sotto la tua guida? Sarai un Capitano degno di tuo padre. E poi il matrimonio, mi ero così divertito con Aghio e Jack. E la tenerezza di Isaky che piangeva per me. Sì, ho avuto una vita soddisfacente e non c'è modo migliore di terminarla se non donarla alla X."

I Ribelli della X        [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora