Capitolo 12

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Oh no.
Sgranai gli occhi e guardai Niall accendersi la sigaretta con gesti abituali. Il mio cuore impazzì nella mia cassa toracica, le mani presero a sudare e il mio corpo si irrigidì come un ciocco di legno. Pensai a qualche scusa plausibile, cercai di trovare parole appropriate per scusarmi con entrambi, ma l'unica cosa che riuscivo a fare era star fermo immobile con le labbra schiuse. Quando sentii la presenza di Dan dietro le mie spalle, però, sentii come se fossi stato appena pizzicato da un'ape, come se una scarica di energia avesse stirato i miei muscoli, e ripresi a respirare.
Mi mossi velocemente, strinsi lo zaino in una mano e deglutii.
«Io devo davvero andare ora Nì» iniziai, indietreggiando e cercando di evitare il suo sguardo, che si era fatto più attento ad osservare il mio corpo «ci, ci sentiamo».
E prima di rigirarmi e proseguire per la mia strada, incontrai gli occhi limpidi di Dan. Mi guardava con malinconia, stranamente non notai odio nel suo sguardo.
"Mi piaci davvero tanto Louis".
Strizzai gli occhi, sentendomi orrendo. Probabilmente lo avevo ferito, quella sera, e continuavo a farlo ogni volta che mi lasciavo baciare e anche solo toccare da Harry.

Ma lui non sapeva, nessuno sapeva, cos'era per me Harry.

Harry, già. Alzai lo sguardo nel parcheggio e diversamente da tutti gli altri giorni, la sua macchina non c'era. Aggrottai le sopracciglia, scrutando attentamente le macchina in cerca della sua.
Di lui.
Ma non lo trovai, neanche per l'ora successiva. Perché ero rimasto lì, triste, piegato sul muretto della scuola, ma di Harry nessuna traccia.
L'idea che gli fosse successo qualcosa mi spinse a mandargli non pochi messaggi durante quell'arco di tempo, ma nessuna risposta aveva fatto vibrare il mio telefono.
Quindi, spinto dalla preoccupazione e da chissà quale sicurezza, camminai verso casa sua. Una strada che conoscevo ormai troppo bene. Perfettamente.
Pensai a lungo, in realtà, magari era impegnato con il suo lavoro o aveva una riunione importante e si era dimenticato di avvertirmi.

Magari si è dimenticato di te.

Scrollai le spalle, ormai davanti alla porta della sua abitazione.
Bussai una prima volta, per poi bussare una seconda ed una terza. Infilai le mani completamente congelate in tasca e mi voltai, quasi contento di non averlo trovato in casa - starà lavorando - pensai, quando la porta alle mie spalle si spalancò improvvisamente.
«Louis?».
La sua voce era bella come al solito, ma più roca e profonda. Portava una maglietta ed una felpa, dei pantaloncini e dei calzini bianchi che mi fecero sorride.
«Cosa ci fai qui?».
Tossicchiai incrociando le braccia al petto per il freddo.
Perché non mi invitava ad entrare?
«Io» mi schiarii la voce «io sono uscito da scuola e non ti ho trovato. Ho pensato ti fosse successo qualcosa o che stessi lavorando. Non» sospirai e solo allora mi degnai di alzare lo sguardo sul suo viso «non volevo disturbarti».
Lo vidi annuire, pensieroso.
«Sì scusami, mi sono dimenticato» annuì impercettibilmente.
Deglutii, convincendo me stesso di non esserci rimasto troppo male della sua confessione.
Si era dimenticato di me.
Lo vidi socchiudere la bocca, pronto a dire qualcosa, quando una voce femminile all'interno della casa mi gelò il sangue «Harry ma chi è?».
Il riccio tossicchiò, si sporse verso l'interno della casa e «nessuno» urlò.
E a quel punto pensai davvero di star per svenire. Sentii come se il terreno sotto i miei piedi stesse per cedere e farmi precipitare in un grosso buco nero sotto terra.
Nessuno, ecco cos'ero. Non mi aspettavo di essere speciale per lui, va bene, ma poteva almeno identificarmi. Anche solo con "amico" o qualcosa di ancora più impersonale, "una persona", non "nessuno".
Le sue parole mi ferirono e non lo nascosi a me stesso, ma non potevo permettergli di buttarmi giù nuovamente.
Cercai di regolarizzare il respiro e di non far trasparire alcuna emozione sul mio volto.
«Senti Louis, ti chiamo io va bene? Ora ho da fare, non ho tempo per te».
Deglutii, guardando la porta chiudersi. E mentre camminavo, diretto verso casa mia, lasciai che delle calde lacrime mi bagnassero le guance congelate dal freddo.

Teddy's corner:
Allora mi scuso davvero TANTO per il capitolo così corto, ma dato che non aggiornavo da un po' e dato che questa settimana non avrò neanche il tempo di respirare, ho deciso di pubblicare questa cagatina giusto per farvi leggere qualcosa prima della mia assenza.
Vi volevo ringraziare per tutte le stelline, siete fantastiche, come al solito mi riempite di gioia 💕
Come sempre, se volete potete trovarmi su ask (devilouis) e ho un account su EFP (teddysphotos_).
Mi scuso per eventuali errori.
Un bacio,
teddysphotos_ 🌸

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