Capitolo 24

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Pov Louis

Deglutii non appena la figura slanciata e perfettamente contenuta dentro un vestito nero, di Megan, si appoggiò sullo stipite della porta. Notai una leggera sbavatura di trucco agli angoli degli occhi ed i suoi capelli leggermente arruffati, pensai fosse la prima ed ultima volta in cui la perfezione con cui di solito era solita presentarsi non fosse stata rispettata. Un leggero senso di soddisfazione mi fece rizzare le spalle, mi ero deliberatamente preso un piccolo smacco morale e mi crogiolai nel torpore della rivincita, quando l'idea del suo corpo aggrovigliato con quello del mio Angelo mi colpì al petto. Secco, dritto.
Mi preparai al peggio, allora, perché dentro di me sapevo che in pochi minuti, tutto quello che avevo detto, fatto o pensato in quelle settimana così belle e surreali, in pochi secondi sarebbero diventati solo ricordi da cancellare perché troppo dolorosi per mandare a memoria.
Schiarii la voce e la guardai. Un sorriso appena tirato e gli occhi stanchi, sembrava triste ma non così tanto da meritarsi la mia compassione. Dopo tutto si era sempre comportata come una vipera nei miei confronti.
«C'è Harry in casa?».
Alzò un sopracciglio, «è di sopra a fare la doccia» allacciò le braccia sotto il seno «ti serve qualcosa?».
«Sì vorrei parlargli in realtà».
Annuì, «beh allora dimmi tutto, stai certo che glielo riferirò».
«No grazie, preferisco dirglielo io di persona» avanzai di un passo.
«Non credo abbia del tempo dopo».
Sbuffai, «ma chi cazzo sei tu? La sua segretaria?».
Mi guardò con occhi pungenti e grugnendo, posò una mano sul mio petto per allontanarmi.
«Senti, ragazzino» si mise in ordine i capelli «non so cosa tu ti sia messo in testa o quali strani film tu abbia in mente, ma Harry non cambierà mai».
Gesticolò, «non ci sarà futuro, non vi sposerete, non avrete bambini né una casa. Harry Styles non è questo. Harry Styles è lavoro, sesso, soldi».
Aggrottai le sopracciglia, «Harry è cambiato, forse non lo sai perché le poche volte in cui vieni a trovarlo ti interessi solo di ciò che si trova tra le sue gambe, ma io sì».
A quel punto una scintilla trasparì nei suoi occhi e come una furia, iniziò a gridare.
«Ma chi diamine ti credi di essere, eh? Sbuchi da chissà dove, raccattato in discoteca e scopato senza un minimo di sentimento. Cosa pensi, che per due occhi dolci Harry si sia innamorato di te? Che solo per due parole spese sotto effetto dell'erba tu conosca Harry? Ne ho visti di ragazzini come te in questi anni, ne ho visti troppi, ma loro erano furbi rispetto a te. E sai perché? Perché dopo essere stati scopati e scaricati, sparivano e non tornavano. Avevano un minimo di amor proprio, la decenza di non mostrarsi ancora più ridicoli».
Deglutì, respirò.
«Harry si è fatto tante risate dietro le tue spalle, tutti se la sono fatta. Io, Nick, Zayn, sei diventato una barzelletta. Il piccolo diciottenne innamorato che non si arrende nonostante gli innumerevoli pali presi in faccia. Stai facendo il gioco di Harry. Pensaci per un minuto, se fosse innamorato di te e fosse cambiato, perché io starei ancora qui?».
Per un attimo sentii quasi la terra mancarmi da sotto le scarpe, la vista era ormai annebbiata dalle lacrime trattenute e la testa girava. La gola bruciava per il nodo stretto che mi impediva di emettere qualunque tipo di suono. Spalancai la bocca ma la chiusi subito dopo, boccheggiando, alla ricerca di un po' d'aria per i miei polmoni sgonfi.
Tossicchiai, schiarii la voce, chiusi gli occhi e presi un bel respiro. L'unica cosa che mancava era dimostrarsi ancora più debole davanti a quella donna cinica e aspra quanto un limone; perciò respirai lentamente, scansai tutte quelle parole cattive quanto vere nell'angolo più remoto  del mio cervello. Tirai su con il naso e sentendo quasi il bisogno di staccare da tutta quella pesantezza, accennai un sorriso. No, questa volta non mi sarei fatto schiacciare come un lurido verme, come mi aveva descritto.
«Sa la cosa buffa di tutta questa storia, signora?» continuai a sorridere, lei assottigliò lo sguardo - avevo usato l'epiteto giusto - «io ho diciotto anni, non ho vissuto neanche un quarto della mia vita. Sto facendo e vivendo i primi sbagli, perché sì li vivo, con tutto me stesso e dio sa quanti ne ho fatti» alzai le spalle «ma non ne sono spaventato, anzi posso dire di aver trascorso una vita degna di essere vissuta. E ora che sono giovane, di sbagli e di cazzate ne posso fare quanti ne voglio, ma almeno quando avrò la sua età, trent'anni e con un lavoro, spero di avere vicino l'uomo che amo e non una persona che mi tiene vicino come un pacco della posta che rispedirà al mittente dopo due giorni. E sopratutto, non avrò paura di essere chiamato signore, perché non avrò paura di invecchiare».
Megan abbassò lo sguardo e indurì la mascella «hai altro da aggiungere?».
Scossi la testa passandomi la mano tra i capelli «sì, penso che un mio lavoretto di lingua valga e soddisfi molto di più di una scopata con lei».
Indietreggiai alzando le mani, il sorrisetto fastidioso ad incorniciarmi il viso.
Sentii a stento la sua voce urlarmi «sfacciato pezzo di merda», ma le mie spalle erano già girate, voltandosi e camminando via da quella casa. Da lui.


Pov Liam

«Questi quadri sono geniali, sono bellissimi Zay dio tu...tu, hai un talento».
«Ti piacciono davvero?».
Mi voltai scoprendo l'insicurezza dipinta sul volto di Zayn; allora sorrisi per infondergli fiducia.
«Sì, davvero».
Lui abbassò lo sguardo con un sorriso imbarazzato e timido sul viso perfetto, annuendo.
«Volevo che li vedessi, quelli più belli l'ho dipinti grazie a te».
Mi morsi il labbro inferiore, gustando la carezza delle sue parole sulla mia pelle.
«Dipingi ancora?».
Si accarezzò la testa senza guardarmi, «in realtà no, te l'ho detto. Non ci riesco senza te, ho una specie di blocco» sospirò «ogni giorno mi siedo e con il pennello in mano guardo la tavola completamente bianca, sembra prendersi gioco di me. E ogni volta che quella sensazione di angoscia alla vista di tutto quel bianco diventa troppo forte, devo lasciar perdere».
Lo guardai torturarsi le mani sottili da artista, con gli occhi che non smettevano di fuggire dai miei.
«Quindi la colpa è mia» tirai un angolo della bocca per sorridere, alleggerendo l'aria divenuta troppo pesante da sostenere.
«No, non è colpa tua» sospirò.
Annuii guardando ancora i quadri. Il mio preferito era quello che rappresentava il paesaggio dietro una finestra. Sembrava una fotografia, per quanto i tratti, le linee ed i colori erano in perfetta armonia, trasmettendo le emozioni con cui l'artista aveva concepito il quadro. Mi dispiaceva per lui, sapevo quanto gli piacesse dipingere, per evadere dalle sue preoccupazioni. E quello che uscì  dalle mie labbra fu inaspettato, anche per me.
«Dipingimi».
«Cosa?».
Mi leccai le labbra, «dipingimi, nudo».
Zayn aprì la bocca, gli sfuggì una risatina dalle labbra fini e poi si lecco le labbra.
«Hai detto che sono la tua musa» sbottonai la camicia «e ti serve ispirazione» sbottonai anche l'ultimo bottone e lasciai che la stoffa finisse per terra.
I suoi occhi mi scrutarono, affamati, il suo viso improvvisamente troppo serio e attento ad ogni mio movimento.
Quando portai le mani al bottone del jeans, sembrò rinsavire da un lungo coma.
«Liam non devi...non serve, davvero».
Tirai giù i pantaloni, buttai le scarpe da qualche parte, sfilai i calzini e per ultimi, abbassai i boxer.
«Niente che tu non abbia già visto Zay».
Deglutì e si mosse velocemente, attento a non guardarmi troppo. Prese tela e pennelli, colori, si mise seduto.
«Dove vuoi che mi metta?».
«Sul divanetto va bene».
Annuii e mi girai per raggiungerlo; alle mie spalle sentii lo zippo dell'accendino ed i suoi occhi  sulla mia pelle.
Mi distesi e lo guardai.
«Grazia Lee».
Sorrisi.


Spazio me ehi ehi

mi dispiace tantissimo per questo ritardo, ma è un periodo un po' così e questo influisce su tutti i miei hobby ecc. COMUNQUE Louis cattivello che tira fuori le unghie e Liam sfacciato, na bella accoppiata no? Spero vi piaccia il capitolo anche se molto corto, ma se aggiungessi altri pov diventerebbe na palla. So so so so so che ne dite? Giuro che vi amo per tutti i commenti ed i messaggi e le stelline, siete la mia piccola gioia (che mi serve dato che è iniziata la scuola, piangiamo).
Come sempre per qualsiasi cosa sono @devilouis su ask e stavo pensando di fare anche twitter, ma bo ci penserò.
All the love,
teddysphotos_ 💛💙💜💚❤️

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