Capitolo 18

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«Sto una merda».
Mi piegai per la milionesima volta sulle mie ginocchia, rigettando anche l'anima dentro l'acqua del water. Liam a reggermi la fronte sudata da dietro, non faceva altro che ripetere «te lo avevo detto» con voce solenne, facendomi sentire non solo sempre più coglione, ma anche in colpa.
«Non ce la faccio più» mugugnai «non berrò mai più in tutta la mia vita».
Uscì uno sbuffo divertito dalle sue labbra gonfie e rosee, mentre un «sì certo» riempiva il silenzio pre conato di vomito che mi piegò nuovamente sulla tazza del cesso.
Quando mi calmai, dopo aver sciacquato viso e bocca ed essermi assicurato di non puzzare completamente di vomito, uscii dal bagno. Ero terribilmente stanco e a stento le mie gambe riuscivano a tenere bene il peso del mio corpo, avevo decisamente bisogno di una doccia. Troppa gente stava ancora stramazzata al suolo, altra parlava ancora con i muri, altra vomitava in ogni angolo della casa. Storsi il naso, notando una ragazza stesa in terra con minigonna alzata e maglietta bianca completamente bagnata di qualche liquido strano. Rabbrividii sentendo il bisogno di allontanarmi da tutta quella puzza. Raggiunsi Liam all'entrata, dove un Niall dormiente faticava a mettere un piede davanti all'altro.
Li sorpassai filando in macchina, e quando entrai, la figura accasciata al finestrino di Dan mi spaventò.
«Ciao Lou» sorrise con gli occhi appena aperti ed una mano sulla fronte.
«Dan, mi hai spaventato. Come va?».
Sospirò «va come ogni mattina dopo una notte fatta di alcool e sostanze illegali. E a te?».
«Stessa cosa. Avrò due occhiaie atroci e la faccia disgustosa» mugugnai, sfregando le mani sul mio viso stanco.
«Sei comunque bellissimo».
Arrossii di colpo. Mi ero dimenticato di quanto fosse dolce Dan, di quanto amava farmi arrossire con frasi disgustosamente dolci. Un po' mi era mancato.
«Sì certo».
Risi nervosamente, abbassando gli occhi sulle mie mani impegnate a torturare il lembo della mia maglietta.
«Dico davvero».
Non azzardai ad alzare lo sguardo per paura di trovare nei suoi occhi quello che cercavo, che bramavo in modo malato, quello che mi serviva per poter curare il mio povero cuore ammaccato e far cessare la continua guerra interiore che ogni giorno mi portavo avanti. L'unico problema, però, era che quello che cercavo doveva provenire solo da un altro paio di occhi, i suoi, non quelli di Dan.
Sentii il suo sguardo sulla mia pelle, a squadrarmi, a tentare di decifrarmi.
«Lou» iniziò «voglio che tu sappia che mi ricordo tutto. Ho ancora il sapore delle tue labbra in bocca e la consistenza liscia della tua pelle sulle mani».
Cambiò sedile, sedendosi vicino a me.
«Ho ancora il suono dei tuoi gemiti nelle orecchie» mugugnò al mio orecchio mentre la sua mano fredda e callosa si posava sopra i miei jeans.
Rabbrividii respirando lentamente, tremai sentendo la sua mano farsi spazio sul mio corpo. Sapevo che era sbagliato, che stavo facendo un grande errore ad approfittarmene di lui in quel modo, ma inaspettatamente era l'unico che mi aiutava a non pensare ad Harry.
Prima che potessi dire qualcosa, lo sportello dell'auto si aprì improvvisamente e mi congelai sul posto sentendo gli occhi di Liam sul mio viso arrossato, mentre Dan si era allontanato dal mio corpo mettendosi composto sul sedile.
«Liam aiutami».
Il castano lo aiutò a montare sull'auto e non passarono neanche due minuti che Niall scivolò sul mio corpo, appoggiando la guancia sulla mia spalla e chiudendo gli occhi.
Passai il resto del viaggio ascoltando la radio e Niall mormorare «mai più, mai più», con Dan al mio fianco che accarezzava il mio ginocchio con il mignolo. Sospirai sollevato quando scese dall'auto, davanti casa sua. Mi disse che mi avrebbe chiamato ed io mi limitai ad annuire, concedendogli un piccolo sorriso timido. Sgusciai sul suo sedile, poi, permettendo a Niall di sdraiarsi su due sedili.
«Allora» Liam mi guardò dallo specchietto «tu e Dan...».
Aggrottai la fronte «cosa?».
«Ieri sera, siete spariti in due».
Abbassai lo sguardo scrollando le spalle, «quindi?».
«Quindi è successo qualcosa che dovrei sapere?».
«No».
«Lou, stamattina ti ho trovato con i pantaloni sbottonati» sospirò «ed hai un bellissimo segno sul collo, nel caso non te ne fossi accorto».
Squittii portando una mano sul collo «dove?».
Lo sentii ridere di gusto, mentre cambiava marcia e svoltava a destra sulla via di casa del biondo.
«Non hai nulla Lou» si morse il labbro «almeno non sul collo».
Sbuffai «piantala».
Parcheggiò davanti al vialetto e spense il motore, poi si girò per guardarmi dritto in faccia.
«Quindi cosa è successo?».
«Abbiamo fatto sesso» passai le mani sul viso «sono un disastro».
«Non è la prima volta che succede, comunque» alzò le spalle «hai già fatto sesso da ubriaco».
Brontolai scuotendo la testa «ma la situazione è diversa Lì, credo di piacere davvero tanto a Dan e questo» gesticolai «questo è tutto sbagliato perché io l'ho solo usato per dimenticarmi di Harry ricordo le minime cose mentre lui si ricorda tutto ed io mi sento così verme perché sì mi piace la sua compagnia ma non tanto quanto piace a lui ed io-» ansimai prendendo fiato quando il braccio di Liam si tese verso di me per afferrarmi il polso.
«Lou, santo dio, calmati e respira».
«Sembro tanto ridicolo?».
Mi lasciai compatire dallo sguardo di Liam, che con il pollice prese ad accarezzarmi il polso. Apprezzai quel gesto, apprezzai il suo aiuto nel farmi stare meglio.
«Non lo sei Lou, sei solo confuso» ghignò «e poi, sarebbe un tantino ipocrita da parte mia giudicarti, dato che vado a letto con un uomo che deve sposarsi».
Ridacchiai sbattendo le ciglia per scacciare le lacrime.
«Siamo due troie Liam».
«Tre» occhieggiò Niall, ancora steso sui sedili.
«Oh beh, lui non lo supera nessuno».
Con un grugnito Niall si alzò, come rinvenuto da uno svenimento. Guardò me, guardò Liam, una scia di bava lungo il mento, le guance arrossate, gli occhi rossi e i capelli sparati in aria.
«Ma che faccia avete ragazzi».
E a quel punto risi di gusto, mentre Liam scosse la testa concedendo un sorriso divertito.

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