Harry provò a chiamarmi durante tutta la settimana. Mi tempestava di messaggi, chiedeva di vedermi, chiedeva di parlarmi, voleva chiarire qualcosa che per me era già ben chiaro, ma stranamente non si presentò mai davanti casa mia né mi venne mai a prendere a scuola come faceva di solito. Pensai che fosse il suo modo di lasciare a me il tempo per riflettere e per chiarirmi un po' le idee, anche se da chiarire e riflettere non c'era proprio niente. Pensavo e basta, continuamente. Non riuscivo a dormire la notte per tutti quei pensieri che pesavano su di me e sul mio stato d'animo. La tristezza e l'angoscia erano diventate pane quotidiano; due peggior nemiche che si erano ancorate a me e non penso mi avrebbero mai lasciato, non finché un ventinovenne dagli occhi verdi incasinava la mia vita.
Poi mi accorsi che stare lontano da Harry era la cura migliore, giorno dopo giorno. Il sole non era più così fastidioso e la vita non era più poi così brutta. Ma non ero disposto a lasciarmi Harry alle spalle, a dimenticarlo o semplicemente chiudere quel non rapporto che portavamo avanti da un paio di mesi. Volevo sapesse dei sentimenti che provavo nei suoi confronti, perché se lo meritava, perché doveva sapere che nel mondo c'era qualcuno disposto ad amarlo per quello che era, disposto ad ascoltarlo, oltre a Megan. Per tutta la settimana mi ero cullato con la confessione meditata di Nick, aveva riscaldato il mio cuore permettendogli di curare tutte quelle crepe e ferite che lo stavano pian piano uccidendo.
"Di te non si è dimenticato".
Proprio per questo motivo mi trovavo davanti la porta dell'enorme villa di Harry ed è proprio per questo motivo che il mio dito stava schiacciando il campanello per la seconda volta.
Due minuti più tardi la porta si spalancò ed un Harry in tuta e i capelli legati in un codino si presentò davanti ai miei occhi.
Ebbi la reazione di sempre, il cuore che batteva impazzito, le gambe molli e il respiro mozzato.
«Lou» sospirò, si strinse nella felpa e solo in quel momento mi accorsi che era proprio quella che avevo indossato quella sera.
«Ho provato a chiamarti, ti ho mandato una valanga di messaggi, mi hai fatto preoccupare» confessò, la voce leggera, dolce.Ma non sei venuto comunque a cercarmi.
Socchiusi le labbra, cercando di dire qualcosa, pronto a raccontargli quello che mi ero preparato di dire, ma non avevo messo in conto che la sua presenza, lui, mi avrebbe messo in difficoltà.
Lui era così bello, anche con una maledetta tuta sgualcita da casa e i capelli disordinati. E mi era mancato così tanto e lo volevo così tanto, che sentii il bisogno di rifugiarmi tra le sue braccia e lasciarlo trattarmi male. E solo allora, davanti a lui, mi accorsi di quanto lo amassi.
Deglutii.
«Posso entrare?».
Non disse nulla, dopo un attimo di incertezza aprì ancora di più la porta e mi permise di entrare.
Stessa casa, stesse mura, stessi mobili, stesse persone.
«Megan?» mi morsi il labbro.
«È partita ieri».
Annuii voltandomi verso di lui, che dal canto suo mi guardava curioso.
«Vuoi qualcosa da bere?».
Mi venne quasi da ridere. Le uniche volte in cui ero entrato in questa casa, Harry non mi aveva neanche rivolto la parola, se non per dirmi di spogliarlo o dirmi di stare a letto perché ero ubriaco marcio. Non mi aveva mai guardato come mi stava guardando in quel momento, quasi con malinconia.
Ma con lui potevano essere sempre e solo impressioni.
«No grazie, io, sto bene» mormorai guardandomi le mani.
«Quindi» proseguì «vuoi spiegarmi perché non mi hai risposto a nessuna chiamata e nessun messaggio?» incrociò le braccia.
Mi sembrò arrabbiato, ma in realtà il suo sguardo trasmetteva solo tanta pena nei miei confronti. Di nuovo quella sensazione di inadeguatezza prese il sopravvento, i polmoni ad affannarsi per pompare aria, lo stomaco a contorcersi.
Chiusi gli occhi per un attimo.
«Sono venuto qui per parlarti, per parlare di questa situazione» sospirai.
Un po' per volta.
«Quale situazione?» corrugò la fronte.
«Noi due Harry, se mai c'è o c'è stato un noi» mi innervosii.
Sul suo volto si dipinse un'espressione sorpresa, evidentemente come mi aspettavo lui non sapeva di avermi fatto del male inconsciamente.
«Noi due?».
Annuii «sì, noi due. So che riderai di me e molto probabilmente mi butterai a calci fuori da casa tua, ma io devo dirtelo, io voglio dirtelo, almeno saprai come stanno le cose ed io non vivrò di rimorsi».
«Non ti prenderei mai a calci e mi stai facendo salire l'ansia, cosa stai cercando di dirmi?».
Chiusi gli occhi.
«Io...» sospirai, li riaprii.
«...mi sono innamorato di te».
Un grosso masso che opprimeva il mio petto da giorni finalmente cascò, lasciandomi libero, ed io respirai.
«So che a te non interessa minimamente di me ed i miei sentimenti. So che per te sono solo un ragazzo con cui divertirsi quando non c'è Megan o qualcun altro. So che ho sbagliato ad innamorarmi, di essere un ragazzino stupido che prova sentimenti troppo forti per un uomo come te».
Respirai, presi fiato. Il cuore impazzito, la testa che stava per scoppiare, gli occhi a bruciarmi.
«Ma è semplicemente successo, non ho saputo controllare il mio cuore. Perché tu sei così maledettamente stronzo ed egocentrico, ma così erotico e sexy, così coinvolgente che ho rischiato di impazzire troppe volte» gesticolai, i miei occhi a fuggire dai suoi.
«E mi dispiace, perché mi hai fatto male e continui a farmelo. Anche solo sorridendo ad una delle battute di Nick o ad una delle offese di Megan».
Asciugai la lacrima silenziosa che inevitabilmente era caduta sulla mia guancia. Presi un lungo respiro e tirai su il mento per guardarlo.
Non sapevo bene cosa sarebbe successo in quei pochi secondi che gli lasciai per comprendere bene la situazione, ma sapevo solo di essere terribilmente spaventato. Il coraggio che fino a pochi minuti prima si era impossessato di me e della mia anima, spingendo via la vergogna, aveva abbandonato il mio corpo in due secondi netti, lasciandomi nudo, spoglio, fragile.
Lo sentii deglutire a vuoto, abbassando lo sguardo e sospirando.
«Louis, io» si passò le mani sul viso, portando due dita a massaggiarsi le tempie «non sei niente di tutto quello che hai detto, per me. Non sei solo un corpo né un rimpiazzo. Ci tengo, va bene? Tengo a te perché sei un ragazzino testardo ma assurdamente dolce».
Sbuffai una risata prima di qualsiasi divertimento.
«Oh sì certo ci tieni a me» incrociai le braccia al petto per farmi più piccolo, per pararmi dalle sue parole.
«Sì Louis! È così, te l'ho già detto una volta».
A quel punto la sua voce era pian piano mutata, spaventandomi appena.
«Hai fatto sesso con Megan mentre io dormivo. Però sì, ci tieni a me, ci tieni ai miei sentimenti».
Spostai gli occhi sul pavimento, non riuscendo più a guardarlo.
«Era una cazzata» gracchiò sospirando.
«Cosa?».
«Non abbiamo davvero fatto sesso. Quando ti ho messo a letto sono tornato da lei che sì, ci ha provato ma io l'ho rifiutata».
Alzai velocemente lo sguardo, incredulo.
«Ma lei ha...»
«È semplicemente gelosa, pensavo lo avessi capito».
Aggrottai la fronte.
«Quindi voi non avete fatto sesso, ma lei si è inventata tutto» domandai retoricamente, perché in realtà avevo tutto ben chiaro. Quella stronza lo aveva fatto apposta, ne ero certo.
«Lou» sospirò «mi dispiace per tutto quello che è successo, ma è troppo complicata la cosa» si avvicinò lentamente al mio corpo «non possiamo stare insieme, piccolo».
Mi irrigidii «perché, perché no?».
«Perché io ho trent'anni, tu ne hai diciotto. Io indosso completi eleganti e costosi, tu dei jeans con le converse. Io mangio bistecche, tu hamburger. Io bevo vino, tu super alcolici» scosse la testa «non può funzionare».
Serrai i pugni, incazzato «quando mi scopavi non ti creava problemi cosa indossavo o cosa mangiavo, vero?» ringhiai.
«Non hai capito cosa intendevo».
Cercò di avvicinarsi al mio corpo, cercò di toccarmi, cercò di sentirmi, ma non glielo permisi, allontanandomi con gesto repentino.
«Invece ho capito benissimo» sputai «ti sei divertito con me, ma ora che il povero piccolo stupido Lou si è innamorato meglio toglierselo dai piedi, non è vero?» ringhiai, stringendo i pugni lungo i fianchi.
Mi guardò, serissimo, la mascella irrigidita e gli occhi furiosi.
«No Louis, non voglio che tu vada via, non voglio che tu sparisca» disse «ma non possiamo stare insieme, io non voglio, non posso, non con te».
Coprii il mio volto con entrambe le mani e in quell'istante mi accorsi di star tremando come una foglia. Le spalle curve, il cuore dolorante, le guance ormai bagnate dalle mie lacrime, quelle che non riuscii a trattenere perché più forti di me.
«Non piangere, ti prego» disse, la voce più morbida.
Sentii i suoi passi avvicinarsi al mio corpo, ma questa volta restai immobile, anche quando sentii le sue braccia avvolgermi e stringermi al suo petto muscoloso. Continuai a tremare, per ore, e a bagnargli la felpa, per ore.Quando ritornai a casa, la sera, dopo aver passato l'intero pomeriggio abbracciato ad Harry, ad essere compatito come un idiota da colui che mi aveva chiaramente rifiutato, ero tornato a casa ed avevo dormito per due lunghe ore. Quando entrai in casa mia madre parlava con voce allegra al telefono, probabilmente con qualche amica o collega. Non fece domande, non notò nemmeno gli occhi rossi e le labbra gonfie. Mentre mia sorella stava sul divano a giocare con qualche bambola dai capelli biondi ed i vestiti scintillanti. Quando arrivai in camera mia mi buttai sul letto a pancia in su, guardando il soffitto. Tirai fuori il telefono dalla tasca e aprii la casella messaggi indirizzata a Niall.
A Niall: Ho bisogno di ubriacarmi.
(20:10)Da Niall: Hai contattato la perso giusta ;) alle 21 al parchetgto, porta delle birre se ce l'hai
(20:15)Bloccai il telefono e mi rannicchiai tra le coperte. Avevo ancora del tempo per riposare.
Teddy's corner:
ZAN ZAN sono ancora io sì :)))
Mi scuso as always del mio ritardo but ho avuto la settimana impegnata dal libro di storia che mi ha perseguitata ovunque. Anywayyy io vi ringrazio tanto tanto tanto per tutte le stelline al capitolo precedente e per tutti gli scleri vari nei commenti ahahahah siete adorabili, gngn. COMUNQUE COLPO DI SCENA Louis svela i suoi sentimenti, non è un cucciolo? Ed Harry? Sempre il solito stronzo ellè :(((
Spero di aggiornare senza far passare anni, ma non vi prometto nulla.
All the love,
teddysphotos_ 💦
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Love has no age
FanfictionMi sono sempre chiesto come facciano dei ragazzi giovani ad innamorarsi di uomini che hanno il doppio della loro età. Ho sempre pensato che tutto ciò a cui ambissero fossero soldi, popolarità o tutto ciò che avrebbe portato loro felicità. Felicità m...