Pov Liam
Parcheggiai la macchina vicino al marciapiede, proprio davanti all'entrata del parco. Era buio, il chiarore della luna illuminava debolmente le foglie e l'erba verde, mentre ad accompagnarmi c'era solo il suono del vento che scompigliava le chiome degli alberi. Mi aiutai con la torcia del telefono e i pali dall'altra parte della strada, pregai per riuscire a non inciampare e finire con la faccia sul terriccio umido. Arrivai alle panchine e a quel punto, dopo tanti giorni che mi erano sembrati anni, lo vidi. Sdraiato sopra un tavolo di legno, la gamba abbandonata sulla panchina vicina ed il suo giubbotto di pelle sotto la nuca. Era bello, forse anche di più, con il suo nuovo taglio di capelli. Così corti che sentii le mie dita formicolare al ricordo di quei ciuffi tirati con disperazione, ora eliminati, tagliati fuori. Un po' come me.
Mi avvicinai lentamente, perché guardarlo perdersi nei suoi pensieri, con quell'espressione rilassata e le labbra schiuse, era la cosa più bella del mondo. E infondo me lo meritavo, ero riuscito ad andare avanti e optare per la scelta più giusta, avevo privato i miei occhi e il mio corpo di tutta quella perfezione che stranamente era attratta da me, perciò in quei secondi in cui osservavo Zayn Malik farsi sempre più vicino, pensai che me lo meritavo.
Mi sdraiai vicino al suo corpo, tolsi la giacca e la appallottolai sotto la mia nuca. Restai in silenzio, ascoltai il suo respiro leggero, annusai il suo profumo.
«Guarda quante stelle Liam».
Rabbrividii sentendo la sua voce. Fermai l'impulso di prendergli le mani, di toccarlo, perché sentirlo così vicino ma così lontano mi irritava. Come nelle giostre, quando ti manca poco per afferrare il pupazzetto e vincere, ma all'ultimo secondo questo si tira via.
Restai in silenzio, ancora, per ascoltare ciò che aveva da dirmi.
«Ci pensi se in realtà fossimo nati oggetti?».
Aggrottai le sopracciglia, «hai fumato?».
Ridacchiò e a quel suono sorrisi, sorrisi per davvero.
«No, pensaci. Potevo nascere libro o bicchiere» sospirò «stai lì, servi a qualcosa. Sarebbe tutto più facile senza sentimenti».
Lo guardai, «che succede?».
«Non succede nulla».
«Zayn».
«Solo...non so se voglio sposarmi ancora» mormorò.
«Cosa?».
Voltò il viso verso di me, tentai di non annegare nei suoi occhi.
«Non sento quello che dovrei sentire quando guardo Perrie. Il matrimonio mi angoscia, non credo di volerlo fare ancora».
Scossi la testa. Questo non cambiava niente, era solo confuso, non voglio montarmi la testa.
«Probabilmente sei solo confuso» abbassai gli occhi.
«Certo che lo sono» buttò fuori «io penso sempre a te. Ti ho chiesto di non sparire, ma tu l'hai fatto, sono annegato Liam» sbuffò «tu eri il mio salvagente».
«Cosa avrei dovuto fare?» sbottai «continuare a vederti mentre portavi avanti la tua vita, con una donna bellissima al tuo fianco e che ti guarda come se fossi l'unica cosa al centro del mondo? E cosa ancora piú angosciante, guardare te mentre ricambi il suo sguardo? Stare all'angolo della stanza e qualche volta uscire fuori perché ti serve il mio culo per la tua ispirazione del caz-».
Non riuscii a finire perché Zayn si avventò sulle mie labbra per zittirmi. Le morse, ci giocò a pena, divertendosi a farmi mugulare per quel contatto inaspettato. Poi però, le sue parole tornarono a bussare alla mia memoria, tagliarono i fili delle ferite invisibili che mi portavo sul corpo e di cui mi ero occupato da solo, perciò tentai di allontanarlo. Posai una mano sul suo petto e lo allontanai.
«No...Zayn, per favore, no».
Abbassai lo sguardo per non doverlo affrontare, per reprimere quella voglia di assaporare di nuovo quelle labbra carnose e al sapore di tabacco.
«Mi dispiace».
Deglutii, «cosa vuoi Zayn? Sono venuto qui perché pensavo ti servisse aiuto».
Sospirò, «esatto, mi mancavi. Avevo...ho bisogno di te».
«Bisogno di me, per cosa?».
«Per stare bene, per non pensare a niente».
Annuii.
«Possiamo stare qui, in silenzio?» chiese poi «per un po'. Solo io, te, le stelle ed il silenzio».
Lo guardai per un tempo infinito chiedendomi perché i suoi occhi erano così spenti, mentre mi guardavano cercando di comunicarmi il bisogno che Zayn Malik aveva di me.
Annuii e lentamente, posai le labbra sulle sue. Un bacio casto per rassicurarlo e liberarlo da quell'angoscia che trapelava sul suo volto.
«Bel taglio di capelli» mormorai sulle sue labbra.
Rise di gusto, portò una mano sulla bocca e scosse la testa, «zitto Payne».
Sorrisi e non domandai nulla quando, nel silenzio, le sue dita si incastrarono con le mie.
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Love has no age
FanfictionMi sono sempre chiesto come facciano dei ragazzi giovani ad innamorarsi di uomini che hanno il doppio della loro età. Ho sempre pensato che tutto ciò a cui ambissero fossero soldi, popolarità o tutto ciò che avrebbe portato loro felicità. Felicità m...