Un incontro inaspettato

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Stavamo tornando nel mio regno, le Montagne Grigie. Elros aveva insistito per accompagnarmi, diceva che era pericoloso viaggiare da sola per Bosco Atro, per di più in una notte in cui pioveva a dirotto. Avevo provato a fargli cambiare idea: era un pezzo di strada talmente corto che mi sembrava improbabile potesse capitarmi qualcosa; inoltre ero perfettamente in grado di cavarmela da sola.

Ero stata ospitata per qualche tempo ad Imladris, dove ero stata ufficialmente ammessa all'ordine dei Guaritori.

"Non ti sembra di aver esagerato? Chiedere un giorno di licenza solo per accompagnarmi per un tratto così piccolo?" chiesi, guardando il mio accompagnatore.

"No, affatto. Mi serviva una pausa: Bosco Atro è ormai infestato dai ragni, e noi della guardia ci troviamo a fare turni lunghissimi in modo da tenere quelle orrende creature alla larga dai nostri confini. - rispose con un sospiro - Ma sembra di combattere contro il fumo: per quanto duramente tu possa colpire, torneranno sempre indietro.

"E farsi una cavalcata al freddo e sotto la pioggia è una pausa?" risi io.

"Beh, farti da guardia del corpo sembrava una buona distrazione dalla monotonia! Devo ammettere che mi sei più simpatica del mio monarca"

"Attento a come parlate, capitano delle guardie del palazzo, non sia mai che gli alberi riferiscano quanto detto al vostro Re!" dissi con una piccola linguaccia.

"E' vice capitano, in realtà..." replicò lui, sorridendo alla mia provocazione.

"Beh, secondo me è un errore non promuoverti a capitano effettivo. Sai combattere molto bene!" dissi.

"Ti ringrazio, ma non penso che il Re abbia così tanta fiducia nelle mie capacità" disse Elros con un lampo di delusione negli occhi.

Mancava poco ormai: eravamo quasi arrivati al confine Nord del Regno.

"Sai che è strano?" disse Elros dopo qualche minuto di silenzio.

"Cosa?" risposi.

"Mentre attendevo di essere ricevuto dal Re per avere la licenza l'ho sentito parlare con Galion, il suo maggiordomo, di una partenza per un viaggio importante prevista per oggi. Hanno organizzato una scorta di circa quattro elfi della guardia. Non è strano che parta con così poche persone al seguito?"

"No, non credo: anche io a volte viaggio da sola, eppure sono una principessa. Magari aveva la necessità di viaggiare veloce, e con una scorta piccola si dà meno nell'occhio. Sinceramente non vedo cosa ci sia di stra-" un rumore improvviso mi impedì di finire la frase. Sembrava il bramito di un cervo, ma molto più grosso.

"Aspettami qui, vado a dare un'occhiata." disse Elros, dirigendo il cavallo verso il punto della foresta da cui proveniva lo strano suono.

Attesi qualche secondo con i tutti i miei sensi all'erta, fino a che non sentii la voce di Elros che mi chiamava da poco lontano.

"Miei Valar! Aredhel, presto vieni qui!"

Spronai il cavallo e lo raggiunsi. Elros era inginocchiato accanto a quello che aveva tutta l'aria di essere un Megacero. Scesi da cavallo e mi avvicinai lentamente, in modo da non spaventare l'animale. Guardai meglio oltre il busto di Elros: sembrava ci fosse qualcosa  vicino alle zampe dell'animale. Mi avvicinai ancora e notai il corpo di un elfo steso a terra. Aveva lunghi capelli biondi e una tiara argentea poggiata sul capo, così come argentea era la sua armatura, riccamente decorata con intarsi di foglie.

Guardandomi intorno notai che nella radura c'erano altri corpi, sia di orchi sia di altri elfi. Questi ultimi, però, avevano un'armatura molto più simile a quella che indossava il mio compagno di viaggio. L'Elfo steso a terra dev'essere un nobile, pensai.

Hir o Heleg (Occhi di Ghiaccio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora