Amici e Domande

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Osservai la figura distesa. Aveva la testa reclinata da un lato e i suoi lunghi capelli d'oro pallido gli incorniciavano il viso, quasi come fossero un'aura angelica. Aveva le labbra lievemente imbronciate dal sonno e la fronte corrugata, come se neanche nel riposo trovasse sollievo dal dolore delle ferite.
Il viso era pallido e sotto gli occhi aveva delle occhiaie ben marcate. Il petto era seminascosto dalle coperte ed era ricoperto da un leggero velo di sudore causato dalla febbre.
Era innegabilmente bello, ma aveva una bellezza diversa dagli Elfi che avevo incontrato a Granburrone. Era una bellezza senza tempo, antica e nuova allo stesso tempo.

Distogliendomi da questi pensieri totalmente inappropriati mi diedi da fare: tolsi il panno bagnato ormai caldo dalla sua fronte, lo immersi di nuovo nella bacinella d'acqua fredda e lo rimisi al suo posto. A quel contatto un breve sospiro sfuggì dalle labbra dell'elfo e la sua fronte si distese.

Anche io, forse per un riflesso involontario, sorrisi nell'ombra della stanza.

Lasciai riposare il Re e uscii dalla casa per controllare che i cavalli e il Megacero avessero tutto il necessario per recuperare le forze. Non sapevo quanto saremmo rimasti in quel rifugio, ma ero certa che, nel caso ci fosse stato un tentativo da parte degli orchi di finire ciò che era iniziato, avremmo fatto meglio a fuggire. Eravamo solo in tre, di cui uno in bilico tra la vita e la morte, non avremmo avuto molte speranze contro un battaglione di orchi ben armati.

Sentii Elros chiamarmi per la cena e mi diressi verso la cucina.

"Quando pensi che potremo riportarlo a palazzo?" chiese lui.

"Di preciso non lo so, come minimo vorrei che si rimettesse in piedi..."

"Va bene - disse sorridendo, poi aggiunse con sguardo furbetto - allora, che ne pensi?"

"Di cosa?"

"Del Re, di che altro sennò? Sai, sei stata un bel po' nell'altra stanza.... così pensavo..." concluse lasciando cadere le parole nel vuoto, rivolgendomi uno sguardo divertito.

"Ma... come ti permetti, mascalzone che non sei altro!" dissi io, a metà tra l'essere divertita e arrabbiata.

Elros scoppiò a ridere, divertito dalla mia reazione, e io feci lo stesso.

"Sarà meglio riposare; domani dovremo organizzarci: penso che staremo qui per un po'."

"Già... Visto che io sono un cavaliere e tu sei una donna ti cederò il divanetto vicino al fuoco; io dormirò per terra."

"Ma grazie, milord." dissi prendendolo in giro e facendo un finto inchino.

La notte, contro ogni aspettativa, passò tranquilla. E la mattina seguente ci organizzammo per la raccolta del cibo. Mentre Elros era fuori per cercare di trovare qualcosa da mettere sotto i denti andai a controllare le condizioni di Thranduil. La febbre non era scesa di molto, quindi applicai una seconda dose di Athelas e vulneraria, sperando che non ci fossero infezioni in corso.

"Potrei andare ad avvisare che il Re è qui..." propose Elros, mentre facevamo colazione con dei mirtilli raccolti nei pressi della casa.

"E che cosa potrebbero fare? Il Re non è nelle condizioni di viaggiare, al momento, e non mi sembra un'idea saggia dividersi: gli orchi potrebbero decidere di finire ciò che hanno iniziato." replicai.

"Hai ragione, ma qui siamo solo in due. Cosa facciamo se ci piomba addosso un branco di mannari?" chiese Elros, dubbioso.

"In quel caso l'unica nostra possibilità sarebbe fuggire, cercando di portare con noi il Re." sospirai. Anche con tutte le migliori intenzioni, sarebbe stata davvero una fuga disperata, ed Elros lo sapeva perfettamente.

*Angolo dell'autrice.*
Ciao a tutti! (eh, si, vi rompo ancora le scatolette con il mio angolino!)
Mi scuso se questi primi capitoli possono essere sembrati un po' lenti, ma vi prometto che tra un po' si entrerà nel vivo della storia.
Un'altra cosa: vi avviso che nel prossimo capitolo ci sarà un cambio di PoV, ditemi che ne pensate nei commenti.
Alla prossima e che dire, grazie di essere arrivati fino a qui!

Hir o Heleg (Occhi di Ghiaccio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora