Il Bacio

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"Non posso rilassarmi troppo..." le risposi.

"Ma voi non vi concedi mai qualche momento di tranquillità?" mi chiese lei guardandomi.

"Quando sei un Re e hai così tanta responsabilità sulle spalle non è facile smettere di concentrarsi sul tuo popolo e concederti qualche minuto per te stesso." le risposi voltandomi e guardandola negli occhi. Odiavo ripetere le cose più volte, solitamente i miei soldati erano selezionati per eseguire senza fare domande e senza fallire. 

"Sarà...." replicò lei.

Adesso eravamo una di fronte all'altro. Le luci delle candele illuminavano la tenda, creando un'atmosfera rilassata. Nessuno dei due diceva niente, il silenzio era caduto come un manto invisibile ed entrambi ci analizzavamo a vicenda. Le nostre facce erano a pochi centimetri l'una dall'altra, sentivo il respiro lieve della ragazza sul mio viso.

Poi lei si mosse: alzò lentamente la sua mano e la posò delicatamente sulla mia guancia. Istintivamente trattenni il respiro. Il cuore mi batteva forte, avevo già provato questa sensazione con un'altra donna, l'unica donna della mia vita. La madre di Legolas.
Ebbi d'istinto l'impulso di allontanarmi, ma non assecondai il mio corpo: io volevo restare in quella posizione. Per un attimo desiderai le sue labbra morbide, ma con un moto di repulsione allontanai questo sentimento. Volsi la testa di lato e, prendendo il polso di Aredhel, allontanai la sua mano dal mio viso.

"Adesso devo andare; devo incontrare il comandante degli Uomini, Bard, per definire al meglio i piani d'attacco per domattina: dobbiamo assolutamente vincere, se no tutti gli accampamenti saranno in pericolo e non ci sarà più un posto sicuro vicino alla Montagna Solitaria." spiegai.

"Va bene..." rispose poco convinta.

Poi si mise davanti a me e, preso il mio viso tra le mani, avvicinò la sua faccia alla mia e le sue labbra si posarono sulla mia guancia. Poi si allontanò e uscì dalla tenda.

Restai un attimo in piedi al centro della tenda, vicino al piccolo tavolo su cui era posata, già pronta per essere utilizzata, una mappa.
Era come se facessi fatica a credere a ciò che era successo. Avevo ancora le pulsazioni a mille. Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo: dovevo essere lucido per poter pensare al meglio e senza il minimo coinvolgimento personale.

"Mio Signore?" Feren era sulla soglia e mi guardava con sguardo interrogativo, come se stesse aspettando una risposta ad una domanda che non avevo sentito.

"Cosa c'è?" risposi come se mi fossi appena svegliato da un sogno ad occhi aperti.

"Bard vi manda a dire che tra poco arriverà al vostro cospetto...
Posso chiedervi una cosa, mio Re?"

"Dimmi pure" sospirai.

"Posso sapere se Aredhel è già andata da Elros? Vorrei parlarle."

"Da Elros?" mi voltai guardando incuriosito.

"Sì, mi ha detto che andava a mangiare e passare parte della serata da lui..." spiegò Feren, leggermente stupito dalla mia domanda.

"Mi stai dicendo che lei passa quasi tutta la notte con Elros?!" dissi, leggermente alterato. Non capivo di preciso perché, ma il fatto che lei passasse così tanto tempo con lui mi infastidiva, e parecchio.

"Sì, ma non è la prima volta: sono sempre stati molto uniti tra di loro, si conoscono da moltissimo tempo e hanno sempre avuto una connessione particolare l'uno con l'altra... Se capite cosa intendo." replicò il mio capitano, sempre più interdetto dalla mia reazione.

"Sì, sì, ho capito. Non so dove sia andata Aredhel." dissi concludendo il discorso, vedendo che Bard era ormai arrivato.

Discutemmo per diverse ore il da farsi: un attacco diretto era difficile da mettere in atto: i Nani erano pochissimi e si sarebbero rinchiusi dentro. La Montagna era un'ottima fortezza, avrebbe certamente resistito alle catapulte, ma non ad un assedio, non avevano abbastanza cibo e acqua per sopravvivere più di qualche giorno.

E le notizie che ci portava Gandalf non erano migliori: un'altra legione di orchi marciava verso di noi da Ovest.

Prima di concludere il consiglio il Mezzuomo che aveva fatto fuggire i Nani dalle mie segrete, Bilbo Baggins, ci portò un grande dono dalla Montagna: l'Arkengemma. Decidemmo così di proporre ai Nani un'ultima possibilità di resa: la restituzione dell'Arkengemma per ciò che anticamente avevano rubato alla mia famiglia e per ciò che avevano promesso come risarcimento per i danni causati dal drago.

Sciogliemmo poi la seduta e tutti ci accomiatammo. Prima però di andarsene Gandalf mi fermò e mi disse: "Milord, vi interessa ancora l'argomento delle Guardiane?"

"Sì, perché me lo chiedi?" chiesi di ramando io, osservando l'Istari.

"Perché riguardando gli appunti che Radagast mi ha lasciato ho scoperto una cosa curiosa. Non credo ve l'abbia comunicata, era scritta con delle Rune Lunari, quindi immagino la volesse nascondere."

"Cioè?" lo incalzai.

"C'era scritto che le Guardiane hanno il potere di guarire più in fretta, inoltre un'altra cosa che le rende delle avversarie veramente temibili in battaglia è che, se ferite, il loro corpo riesce a produrre abbastanza adrenalina per far riuscire a non far sentire dolore alle guerriere. Naturalmente per un periodo limitato di tempo e solo in casi eccezionali." spiegò il vecchio serafico.

Lo ringraziai e rimasi solo nella tenda. Ma rimanevano ancora degli interrogativi: Perché Radagast non mi aveva detto queste cose sulle Guardiane? Perché mai avrebbe dovuto nascondermelo?
Che fosse diventato anche lui uno di loro? No, non ci credo, non poteva essere! Gli Istari erano personalità molto sagge e non si sarebbero mai uniti ad una causa così fuori dai loro schemi.
Uscii a prendere una boccata d'aria, e li vidi: sul piazzale appena sottostante alla mia tenda.
Solo amici, entrambi mi avevano detto che erano solo amici.

* Angolo dell'autrice *
Ciao a tutti!
Grazie per le numerosissime visualizzazioni!
Avete visto?! Iniziano i momenti pucciosi tra i nostri due innamorati!
Ma che cosa potrebbe essere accaduto laggiù che Thranduil ha visto?!

Hir o Heleg (Occhi di Ghiaccio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora