Dolorose Ferite

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** Thranduil's PoV **

Mi rialzai da terra velocemente... Senza curarmi di Galadriel che mi si era avvicinata per controllare che stessi bene e che fossi in grado di continuare ad inseguirla.

Mi voltai verso i cespugli dove poco prima le Lupe erano scappate verso il folto della foresta.

Mi guardai la spalla, il morso era profondo e il sangue sgorgava copioso, ma non era tanto grave, o meglio, al momento non mi importava proprio nulla della mia situazione attuale.

"Inseguitele! Non ci devono scappare!"
ordinarono Elrond e Saruman all'unisono.

I soldati si lanciarono all'inseguimento.
Feci per seguirli, ma una fitta alla spalla mi bloccò.

"Aspettiamo che i soldati facciano il loro lavoro, poi, quando torneranno con le nostre prigioniere al seguito tu, Thranduil, continuerai il lavoro che ti abbiamo affidato."

"No." risposi con voce fredda.

"Come?" replicò Saruman.

"No. Non darò la caccia a delle innocenti.... Non hanno fatto nulla di male, la loro unica colpa è avere, di nascita, un dono unico che le rende potenzialmente pericolose. Non vi siete neanche preoccupati di pensare che potrebbero esserci molto utili." risposi.

"In ogni caso, non credo che adesso vogliano collaborare con noi." rispose sospirando Elrond.

"Si potrebbe comunque tentare: magari Thranduil riesce a convincere Aredhel." aggiunse Galadriel.

"Giusto: tra di noi è l'unico che ha un... rapporto particolare con la ragazza."

"Vedi? Hai trovato una soluzione: convincerla a giurare fedeltà a noi, salvando la vita a tutto il suo popolo." concluse Saruman.

Annuii. Non potevo fare altro che convincerla; non potevo rischiare di inimicarmi il Bianconsiglio, erano troppo potenti...

Tornai all'accampamento. Non passai neanche per l'infermeria, il morso non era grave, e io dovevo raggiungere al più presto le Montagne Grigie.

Montai a cavallo. Ci vollero circa 10 ore di viaggio prima di passare il confine del regno della principessa.

Poco dopo che fui entrato un gruppo di guardie mi venne incontro.

"Scendete da cavallo." ordinò il comandante.

"Sono Thranduil, Re di Bosco Atro, e devo parlare con la vostra principessa."
gli risposi.

"Sappiamo chi siete; ma dal momento che per poco avete giustiziato la nostra principessa siete un nemico. Scendete da cavallo e potremo evitare di sguainare la spade..." disse, ripetendo l'invito.

Mi arresi. Scesi da cavallo e le guardie mi vennero incontro.

Venni condotto a palazzo come un prigioniero. Chiesi di nuovo di poter parlare con Aredhel. Mi fu accordato a patto di togliermi l'armatura e di lasciare tutte le mie armi alle guardie.

Entrai nella sala del trono. Era un'enorme stanza: per metà era composta da enormi finestre, che davano sulla meravigliosa valle coperta da foreste e laghi; l'altra metà era una bellissima parete, con mosaici raffiguranti scene di guerre passate, quadri raffiguranti i grandi Re di quel regno e mezze colonne addossate al muro, con intagli in legno di ciliegio.

Avanzai verso il trono con passo spedito e deciso.

"Cosa ci fai qui?" disse come saluto Aredhel, con voce fredda e distaccata.

"Sono venuto per proporti un accordo... Il Bianconsiglio ti offre di giurargli fedeltà, in cambio loro lasceranno in pace te e il tuo popolo."

La ragazza si alzò dal trono e si avvicinò alla finestra.

"Aredhel - dissi avvicinandomi - è la scelta migliore: per tutti."

"Tu non venirmi a dire cos'è la scelta migliore. Tu non ne hai alcun diritto." rispose lei, con voce tremante.

"Aredhel...." ripresi, avvicinandomi sempre di più.

"No! Non mi toccare!" disse, quasi urlando, retrocedendo.

Udendo questa frase una stilettata di dolore mi colpì dritta in pieno petto.
Mi odiava. Lei mi odiava con tutto il suo cuore, lo sentivo chiaramente.

"Io... Io non volevo farti del male, lo sai.. Io..." mi bloccai, non riuscivo a pronunciare quella frase che mi era venuta in mente. Due parole così difficili da pronunciare. Amore? No. Non poteva esserlo, la conoscevo da così poco.

"Tu cosa?! Non mi avresti fatto del male? E cosa avresti fatto? Posso saperlo?" urlò Aredhel, mentre le lacrime cominciavano a rigare le sue guance.

Non risposi. Forse fu il mio silenzio ciò che le fece più male.

"Vattene. - disse piangendo - Vattene via e non tornare mai più."

Trattenni il respiro.

"Galahad! Conducilo fuori all'infermeria affinché Silme gli rimetta in sesto la spalla e poi accompagnalo al confine e assicurati che torni da dove è venuto."

La guardia mi si avvicinò. Con il cuore pesante mi voltai e la seguii lungo i corridoi che portavano all'infermeria.

* Angolo dell'autrice *
Ciao!
Mi scuso per il ritardo, ma la fine della seconda liceo scientifico mi sta mettendo un bel po' sotto pressione!
Spero che il capitolo vi piaccia e aspetto i commenti!
Bacioni e buon ponte del 2 giugno!

Hir o Heleg (Occhi di Ghiaccio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora