26 - Partita rimandata

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"Ho come l'impressione che io e lei ci divertiremo molto, insieme"


"Io invece credo che lei sia fin troppo sicuro di sé. Immagino che nel mondo degli affari non abbia nulla da temere ma quando si parla di relazioni interpersonali c'è molto su cui lavorare"


"Lei pensa? Ricevo sempre un sacco di complimenti per la mia personalità più unica che rara"


"Ed è sicuro che non sia lei stesso a trarre queste conclusioni?" ridacchio finendo ciò che resta nel mio piatto


"Non mi piace essere sottovalutato" il suo sguardo di nuovo di ghiaccio


"Me lo immaginavo" mantengo l'aria di sfida cercando di ottenere qualche altra reazione da lui


"Mi dice di non giocare con il fuoco e poi si comporta allo stesso modo, non le sembra un po' ipocrita?"


"E' la seconda volta che mi definisce ipocrita, non le sembra di esagerare signor Presidente?"


"Mi chiami Akaashi, quando siamo soli" i suoi occhi così chiari farebbero invidia all'oceano più bello del mondo


"Come preferisce... Akaashi-sama" arrossisco leggermente pronunciando un onorifico così pesante


"La mette a disagio?" inclina leggermente la testa di lato, forse incuriosito dal mio improvviso imbarazzo


"Mi sento come se qualcosa si fosse appoggiato al mio muro di sicurezza" con lui non so proprio mentire "E non è una sensazione così piacevole"


"Capisco, allora mi chiami come vuole" "La ringrazio" mi lascio sfuggire un sospiro prendendo un ultimo sorso di vino


"Temo che il nostro pranzo sia terminato" il suo tono sembra quasi deluso


"Il lavoro la attende" ridacchio alzandomi insieme a lui "Dove dovrei-" cerco di aprire la mia pochette ma la sua voce mi interrompe


"La prego, si figuri" il suo tono serio e deciso mi fa venire una scarica di brividi per tutta la schiena


"Oh... beh ecco... io pensavo che occasioni come queste fossero degli extra"


"Crede davvero che la inviterei a pranzo in un ristorante che nemmeno ha scelto per poi farle pagare il conto? Le sembro così orribile?" il suo sguardo triste mi fa sentire subito in colpa


"N-no certo che no... mi spiace" la mia voce ridotta ad un sussurro


Lui si dirige all'auto e lascia Sugawara a gestire il pagamento, io lo seguo in silenzio non sapendo più cosa dire: non volevo certo ferire il suo orgoglio da multimilionario, non che mi sarei davvero potuta permettere un pasto in quel ristorante così lussuoso. Il ragazzo ci raggiunge dopo poco e si mette alla guida di questa meravigliosa Mercedes, probabilmente verso casa mia. Vorrei dire qualcosa per spezzare il silenzio imbarazzante che si è creato, ma ho come l'impressione di aver già combinato abbastanza per oggi quindi evito di peggiorare la situazione

Haikyuu!! ¦ BUSINESS MANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora