48 - Riflessione profonda

81 7 5
                                    

"Ammetto di essere giusto un tantino curioso"

"Non lo avrei mai detto" ridacchio scuotendo la testa

"Sei bellissima, Sakura"

"G-grazie" la mia voce ha un debole fremito causato dal suo improvviso complimento

"Adoro vederti arrossire" sorride sinceramente facendomi sciogliere del tutto "Com'è il cibo?"

"Delizioso, sei incredibile"

"Mi fa piacere"

L'improvviso silenzio mi lascia un po' impreparata, non so come riattaccare il discorso e non sono decisamente pronta ad iniziare il mio monologo. Lui mi studia in silenzio e non capisco se sembra sorpreso o stupito dal mio cambio di comportamento. E' piuttosto evidente che non sono a mio agio, e se aggiungiamo il fatto che i suoi bellissimi occhi mi stanno studiando, non credo che riuscirò a sopravvivere a tutto questo.

"Mi sembri un cerbiatto di fronte ad un lupo di montagna, di cosa hai paura?"

"Di tutto" sospiro

"Non voglio metterti fretta o crearti disagio... ma se è qualcosa di così serio forse dovresti tirarlo fuori e ti sentirai meglio"

"Proprio tu parli di aprirsi?" alzo un sopracciglio con aria scettica "Ho scoperto il tuo nome dopo quasi un mese"

"Dettagli" farfuglia facendomi sorridere

"E' difficile" prendo un bel respiro prima di continuare "Sono cresciuta in una casa dove l'amore mi circondava ovunque. I miei genitori si amavano alla follia e vedendo loro non facevo altro che sperare di trovare la mia anima gemella"

"Non è esattamente la visione che ho di te" alza un sopracciglio scrutandomi

"Infatti, tutto è cambiato dopo la fine delle scuole medie. I miei genitori hanno comprato un ristorante in gioventù ma in quel periodo mio padre tornava a casa sempre più stanco e non riusciva nemmeno a tenere il wok tra le mani mentre cucinava. Mia mamma lo aiutava come poteva ma doveva occuparsi della sala nel frattempo e quando un giorno svenne all'improvviso decidemmo di portarlo in ospedale per capire cosa avesse. E' sano come un pesce, ci disse il medico, così tornammo a casa con il cuore in pace... e la settimana dopo mio padre iniziò a tossire sangue. Dopo quattro giorni interminabili ci ha lasciati"

"Mi dispiace tanto, Sakura. Non ne avevo idea"

"Mio padre è sempre stato buono di cuore, ha sorriso persino alla morte. Durante il ricovero di urgenza gli hanno detto che non gli restava molto da vivere e sai cosa ha fatto? Ha sorriso e ha detto che se quello era il prezzo da pagare per la felicità di cui aveva goduto, era ben contento di saldare il conto" scuoto la testa sorridendo amaramente con il volto ormai rigato di lacrime "Non ho mai capito come un essere umano potesse essere contento di lasciare la propria famiglia e questo mondo così giovane. L'ho sempre considerato un po' egoista, in effetti" ridacchio

"Sono sicuro che fosse un ottimo padre di famiglia e non ha voluto causarvi ulteriore sofferenza"

"Già.. l'ho pensato anche io. Solo mia mamma non sembrava recepire il messaggio. Si è chiusa in casa per più di sei mesi, senza aprire nemmeno una finestra. Si alzava dal letto controvoglia e piangeva prima di ogni pasto che le rifilavo a forza, poi correva a vomitare e ricominciava a piangere. Era un ciclo senza fine. Le nostre vicine erano signore anziane della peggior specie e non facevano altro che criticarla per come avesse lasciato il lavoro e mi stesse crescendo, perciò un giorno prese le nostre cose e ci imbarcammo per l'America, il posto più diverso e lontano dalle nostre radici culturali. Aveva bisogno di aria fresca, un posto nuovo in cui ricominciare a vivere e ora che sono cresciuta lo capisco... ma all'inizio non facevo altro che detestarla. Mi aveva portata via contro la mia volontà costringendomi a lasciare tutto e tutti solo perché ero troppo piccola per decidere qualcosa. E cazzo quanto l'ho odiata"

Haikyuu!! ¦ BUSINESS MANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora