Fifth

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«Sono contento che sei tornata.»- sento dire al mio cognato dopo un paio di secondi di silenzio imbarazzante, nell'esatto momento in cui Sharon decide di farsi notare di nuovo, sollevandosi in punta di dita per sussurrare vicino all'orecchio del bastardo al suo fianco, con un tono così alto che la sua voce echeggia in soggiorno:

«Non è carino?»

È così stronza che finge di non aver nemmeno notato la mia presenza, mentre di sottecchi la vedo poggiare le labbra sulla guancia del mio ex, coperta da un leggero accenno di barba.
Serro la mascella quando i miei occhi finiscono sulle sue labbra nascoste da tre chili di rossetto poggiate sullo zigomo possente di quello stronzo, ma il sangue si ferma nelle mie vene quando sposto gli occhi più in altro, incrociando le sue pozzanghere maledettamente scure per un millesimo di secondo.

Solo ora mi accorgo che mi sta fissando dritto negli occhi, facendomi salire il cuore in gola all'istante quando le sue pozzanghere, di un nero più scuro di quanto abbia mai visto in tutti gli anni che conosco questo bastardo, non si muovono dalle mie nemmeno quando si accorge che l'ho beccato fissarmi, nonostante Sharon faccia di tutto pur di distrarlo e farlo smettere di guardare nella mia direzione.

Mi trattengo dal fare un passo indietro e le mie mani iniziano a tremare quando mi accorgo che mi guarda con disprezzo.
Con così tanto odio che la vena che attraversa il suo collo si gonfia terribilmente tanto, mentre la sua mascella è così serrata che posso immaginare come sta stringendo i denti in questo momento, continuando a trucidarmi con il suo sguardo.

Anche a metri di distanza dalle sue pupille posso notare come i suoi occhi si irrorano di sangue, in netto contrasto con i suoi ciuffi neri, che non cadono sulla sua fronte come ai vecchi tempi, ma sono leccati indietro sulla sua testa senza lasciare un filo fuori posto.

Il sangue smette di scorrere nel mio corpo e rimango perplessa davanti alla sua smorfia piena di disprezzo, dimenticando per un attimo di essere stata tradita dal bastardo di fronte a me, come se fossi io la stronza tra i due. Come se fossi stata io a presentarmi con un altro fidanzato al matrimonio di Maddie, dopo essermi lasciata toccare da lui.

Deglutisco rumorosamente e distolgo gli occhi all'istante quando mi accorgo che gli occhi di John sono ancora attaccati ai miei, quindi mi affretto a guardarlo di nuovo e lasciarlo anticiparmi con un tono allegro:

«Sono contento.»-dice, questa volta alzandosi in piedi con il bebè tra le braccia, lasciando mia sorella sul divano per iniziare ad avanzare lentamente nella mia direzione, mentre il mio cuore batte ancora a mille, sentendo i suoi maledetti occhi pieni di odio ancora addosso, anche se cerco di non darlo a vedere.

Spalanco leggermente gli occhi quando noto il mio cognato fare un paio di passi nella mia direzione, questa volta senza distogliere gli occhi da suo figlio, ammirandolo con così tanta gioia che sono costretta a sbattere più volte le palpebre per non rimanere incantata dalla scena che mi ritrovo di fronte.

Non so se John è coinvolto in quello che suo padre e il fratello mi hanno fatto, ma il fatto che non lavori in quell'azienda mi fa capire che non ha nulla a che fare con loro, quindi piego di nuovo gli angoli della bocca verso l'alto in un falso sorriso e lo lascio avvicinarsi a me con il figlio in mano.

Cerco con tutta me stessa di non guardare alle sue spalle, sorpresa e infuriata allo stesso tempo per l'atteggiamento di quell'uomo.

Non solo mi ha tradita e si è persino perso gioco di me, abbandonandomi per avere un mano l'azienda e concludere un affare con il padre della donna che ora si trova al suo fianco, ma trova anche il coraggio di guardarmi male, come se io non fossi la vittima in questo mezzo.

Al solo pensiero il sorriso mi muore di nuovo sulle labbra e stringo le dita in due pugni, ma ritorno alla realtà e spalanco gli occhi quando John è abbastanza vicino al mio corpo da allungare mio nipote nella mia direzione:

«Lo vuoi prendere in braccio?»-chiede  in un sussurro, avvicinando la piccola creatura al mio petto così tanto da farmi sentire il suo profumo, così dolce da farmi iniziare a tremare le mani e affrettarmi a fare un passo indietro.

Corrugo la fronte quando continua ad avvicinarsi nella mia direzione con un sorriso amichevole in viso, mentre i suoi occhi brillanti rimangono incollati a quelli del neonato sul suo petto, ma alzo la mano libera quando mi accorgo che si sta avvicinando tanto da farmi persino sentire l'odore di mio nipote:

«No!»-anzo la mano a mezz'aria per fargli capire di fermarsi, mentre il mio respiro inizia a diventare irregolare all'improvviso, spostando più volte gli occhi dalla palla profumante allo sguardo perplesso di mio cognato, che si ferma ai suoi passi e corruga la fronte perplesso.

«Channelle...?»-inclina la testa di lato con un tono interrogatorio, mentre sento altre tre paia di occhi proiettarsi su di me alle sue spalle, facendomi perdere tutta la sicurezza e l'orgoglio che ho mostrato da quando ho rimesso piede in questa città.

«Non ho tempo.»-mi affretto a trovare la prima giustificazione che mi viene in mente, facendo un altro passo indietro per allontanarmi da lui e da mio nipote, che ora apre gli occhietti, quasi facendolo apposta per farmi sentire ancor più in colpa.

Porto una mano ai miei boccoli per portarli indietro per la frustrazione, per poi voltare le spalle a entrambi prima che John insista di nuovo, per poi iniziare a incamminarmi verso il portone d'ingresso a passo felpato, chiudendo la porta alle spalle, ma non prima di sentire urlare mia sorella alle mie spalle:

«Non mancare domani sera!»

Chiudo gli occhi con forza e poggio le spalle al legno della porta, senza dare importanza a chi attraversa il corridoio e mi lancia strane occhiate di sottecchi.

Il mio petto inizia a fare sù e giù rapidamente, approfittando del fatto di essere lontano dai loro occhi curiosi e maledicendo me stessa per essere scappata in quel modo.
Se fino a ieri sera pensavo di essere cambiata così tanto da riuscire a far fronte a qualsiasi problema in cui mi sarei imbattuta al mio ritorno, ora inizio a credere che Mikael avesse ragione.
Sarebbero dovuto essere solo un paio di giorni in cui non dovevo destare sospetti e far credere a tutti di essere un'altra donna, più forte dell'ultima volta in cui mi hanno vista, ma sono passate meno di ventiquattrore ore da quando sono scesa da quell'aereo e ho già lasciato a bocca aperta le persone che più ho odiato in questi mesi.

Non so se la parte peggiore del mio ritorno sia dover far finta di nulla e mentire in faccia spudoratamente a tutti o trattenere l'odio che provo per quel bastardo.

Il modo in cui mi ha guardato poco fa era così impressionante che mi sembra di avere ancora i suoi occhi davanti ai miei.

La sua immagine rimane fissa davanti alle mie pozzanghere. Ho scambiato un'occhiata con lui per meno di dieci secondi, ma è bastato per farmi capire quanto è cambiato.
Persino i suoi occhi sono diventati più scuri del solito, mentre i suoi ciuffi neri non sono scompiliati come l'ultima volta che gli ho stretti tra le mie dita, ma ordinati e leccati all'indietro, dandogli l'aspetto di un uomo potente.

Infondo ora è proprietario dell'azienda più grande di Miami, e socio dell'azienda newyorchese in cui lavoro affianco a Mikael.

Non so se è andato in palestra ogni singolo giorno da quando me ne sono andata dalla Florida, ma il suo corpo è così possente ora che mi è sembrato di avere di fronte a me un gigante, dal fisico mostruoso e persino più alto di cinque mesi fa, ma scuoto la testa all'istante e salto sul posto quando lo sento il telefono nella tasca del mio vestito iniziare a tremare, ma tiro un sospiro di sollievo quando leggo il nome del mio amico sullo schermo, stringendo la tazza di cioccolata calda che solo ora mi accorgo di avere ancora tra le dita:

«Dimmi che abbiamo già finito e che ritorneremo a New York il prima possibile!»- lo supplico con un tono tremante appena apro la chiamata, sperando che mi dica di poter rinnovare il mio contratto alla sua NBMode a New York senza problemi, ma getto la testa indietro e perdo un battito quando lo sento sospirare dall'altra parte della linea:

«Rimaremmo a Miami un bel po', Channelle.»

Instagram: ema_8570

Ex 2 // In Love With My Ex (SECONDO LIBRO) //  Sequel Di 'Ex'- New Adult Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora