Sixteenth

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Deglutisco rumorosamente e mi affretto a distogliere gli occhi dalla sua odiosa smorfia divertita per riportare l'attenzione altrove, prendendomi a schiaffi mentalmente e costringendo me stessa a fare qualunque cosa per distrarmi ed evitare la sua presenza di fronte a me, nonostante il suo sguardo continui a tormentarmi.

Stringo di nuovo i denti mentre mi guardo intorno in cerca di un passatempo, guardandolo di sottecchi appena giro la testa verso il piccolo al mio fianco, fingendo di ammirare mio nipote, mentre nel frattempo noto il mio ex continuare a fissarmi dritto negli occhi con la stessa smorfia, questa volta passando la punta bagnata della lingua tra le labbra.

Il suo gesto mi fa salire il cuore in gola e all'improvviso smetto di respirare, ma cerco di nascondere il tremore delle mie mani allungando le braccia in fretta verso la piccola palla che continua a muovere le braccia in aria, per poi stringere il suo corpo esile sotto le ascelle con entrambe le mani e sollevarlo dal divano in un gesto rapido, per poi poggiarlo a pancia in giù sul mio petto e lasciare che la sua piccola testa tondeggiante poggi all'incavo del mio collo, ma senza smettere di tener d'occhio di sottecchi il mio ex.

Al mio gesto lo vedo perdere la sua smorfia divertita, mentre corruga la fronte in un'espressione seria e confusa allo stesso tempo, con gli occhi neri che si schiariscono all'istante, questa volta spostandosi dal mio sguardo imbarazzato a quello della palla che stringo tra le braccia.

Il mio cuore riprende a battere all'istante sotto il peso del neonato, sempre più rapidamente man mano che mi accorgo di quello che ho appena fatto.

Spalanco gli occhi e sposto lo sguardo dalla figura di Jason alle piccole gambe di mio nipote che poggiano sulla mia pancia, mentre le sue braccia esili circondano spontaneamente il mio collo.

Deglutisco rumorosamente quando il suo odore di bebè entra dritto alle mie narici, portandomi a reprimere la voglia di abbassare lentamente la punta  del naso per annusare la sua sua guancia gonfia.

Il mio petto inizia a fare sù e giù così tanto rapidamente da non passare inosservato all'uomo di fronte a me, che si affretta ad alzarsi dal suo posto quando le mie mani riprendono a tremare:

«Jason...»-balbetto con un tono talmente basso che il suo nome esce dalle mie labbra come un sussurro, ma non mi dà il tempo di continuare a implorarlo che si abbassa lentamente alla mia altezza, piegando le ginocchia davanti al mio corpo per incrociare i miei occhi con i suoi, che per la prima volta da quando sono tornata a Miami, mi guardano con un'espressione preoccupata:

«Piccola, che ti prende?»- sussurra con una voce persino più bassa della mia, come se lo chiedesse più a sé stesso che a me, mentre le sue labbra si uniscono in una linea dura, limitandosi a fissarmi senza muovere un muscolo, come se volesse capire cosa c'è che non va con me, ma il mio cuore sta battendo così forte per la paura in questo momento che non ci penso due volte prima di aprire bocca:

«Jason, prendilo!»-gli ordino senza riuscire a muovere un muscolo con un tono così cupo e tremante da fargli passare la lingua tra le labbra di nuovo, questa volta corrugando ancor di più le sopracciglia, ma decidendo di non continuare a torturarmi e allungare le mani gigantesche al mio petto per allontanare il neonato dal mio corpo.

«Ti spaventa?» - continua a sussurrare senza muoversi dal suo posto o distogliere i maledetti occhi dai miei, mentre il mio sguardo si sposta più volte dalle sue pozzanghere indagatrici agli occhietti di mio nipote, mentre lo regge in aria senza allontanarlo dalla mia vista, stringendo le sue dita sotto le sue piccole braccia.

'No!' - vorrei urlare e affrettarmi a trobare una giustificazione per costringerlo ad allontanarsi dal mio corpo appena il suo profumo mischiato a quello del bebè tra i nostri corpi entra dritto alle mie narici, ma le parole sembrano essersi bloccate nella mia gola e non riesco a fiatare, mentre l'immagine di Jason inizia a offuscarsi davanti ai miei occhi.

«Devo...»-mimo con le labbra senza riuscire a spiaccicare parola, per poi portare una mano sul petto, dove mi sembra di avere ancora il peso del piccolo davanti a me e affrettarmi a schiarirmi la voce:

«Devo andare.» - mi alzo in piedi rapidamente, costringendo Jason a fare lo stesso per guardarmi dall'alto con la stessa espressione confusa, così indagatrice che non ci penso due volte prima di allontarmi dal suo corpo senza trovare il coraggio di incrociare i suoi occhi, o quelli della piccola creatura che ora poggia sul suo petto.

Volto le spalle a entrambi appena le lacrime minacciano di uscire, per poi stringere con la mano ancora tremante il mio cappotto peloso e avvisarmi a passi felpati verso l'uscita,  con lo sguardo offuscato perso nel vuoto e una goggia salata e calda che scende lungo il mio zigomo.





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Ex 2 // In Love With My Ex (SECONDO LIBRO) //  Sequel Di 'Ex'- New Adult Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora