Sixth

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«Kristen e Alison saranno qui a momenti.»

Corrugo la fronte alle parole di Mikael, lanciandogli una rapida occhiata per beccarlo guardarmi di sottecchi, per poi dare un altro grosso morso al mio Philadelphia tomato pie, anche se non è nulla in confronto a quello che ho imparato a preparare nel mio appartamento a New York.

Mentre attendo che continui mi affretto a inforcare un bel pezzo di High protein pudding, aspettando di ingoiare il pezzo di pizza, prima di portare la massa di gelatina dolce all'altezza della bocca.

«E allora?» - chiedo con la bocca piena, mentre i suoi occhi si spostano dalla mia pizza al mio budino più volte, con una smorfia quasi schifata per farmi capire di star mangiando come una bestia, quindi lascio la forchetta cascare sul piatto e porto una mano davanti alla bocca di scatto, spalancando gli occhi mentre sento le guance andare in fiamme per l'imbarazzo, ma prima ancora che possa scusarmi con lui, mi sento abbracciare alle spalle con così tanta forza che riconosco subito il profumo della stilista, ma approfitto della sua distrazione per spingere rapidamente il piatto di budino verso Mikael, che capisce le mie intenzioni e si affretta ad aiutarmi, portando il piatto davanti a sé e iniziando a inforcarlo.

«Mi sembra che sono passati anni.»-la sento sussurrare con un tono pieno di malinconia, mentre mi faccio piccola nel suo cappotto peloso, lasciando che il suo petto rovini la mia coda alta, nell'esatto momento in cui Alison prende posto al mio fianco, allungando una mano verso la mia guancia per afferrarla tra il medio e l'indice come se fossi una bambina.

«Mi sei mancata anche tu.»-mi limito a sussurrare quando la vedo allontanarsi dal mio corpo e iniziare a guardarmi dalla testa ai piedi con le labbra a forma di 'o' per la sorpresa:

«Hai cambiato look?» - chiede con un sorriso malizioso, guardando il mio vestito, questa volta più corto di quello che ho indossato ieri, ma sempre delicatamente adesso al mio corpo, ma non tanto da mettere troppo in rilievo le mie curve.

Arrossisco lievemente alla sua osservazione, mentre i suoi occhi finiscono sulle mie gambe nude e pallide per il freddo.
Sapevo che avrei attirato l'attenzione della stilista al mio ritorno, e quella di tutti i miei amici, ma dimenticavo quanto odiassi di essere al centro dell'attenzione. Volevo solo far credere a tutti di essere una donna diversa da quella bambina che fino a pochi mesi fa indossava solo felpe larghe e banali, che non sapeva nemmeno cosa fosse un eyeliner e l'unico modo in cui sapeva acconciare i capelli era in una banale crocchia disordinata in cima alla testa.

Il mio primo giorno di lavoro con Mikael non ci ho pensato molto prima di presentarmi allo stesso modo in cui mi sono presentata la prima volta in cui ho messo piede nel grattacielo di Bartol, ma a New York i colleghi non sono stati tanto indifferente quanto a Miami, non pensandoci due volte prima di scoppiare a ridere passando davanti al mio ufficio.

Il secondo giorno mi sono presentata con un paio di pantaloni stretti e la stessa felpa del giorno prima, ma già le cose sembravano essere cambiate, dato che ho ricevuto in cambio solo un paio di strane occhiate altezzose.

La settimana dopo il mio guardaroba è cambiato e si è riempito di vestitini corti ed eleganti sull'esempio delle colleghe che passavano ogni giorno davanti al mio ufficio per vantarsi delle loro gambe lunghe.

New York è stato il motivo principale per cui ho costretto me stessa a cambiare, ma l'idea di dover un giorno tornare a Miami e rivedere Jason mi ha incoraggiata a non pentirmene.

«Stai benissimo.»-mi fa l'occhiolino dall'alto, mentre si toglie il pesante cappotto e fa il giro della tavola, ma senza togliere gli occhi dal mio viso, conciato come un pagliaccio, anche se il rossetto per cui ho optato non è così pesante e non risale subito all'occhio.

Ex 2 // In Love With My Ex (SECONDO LIBRO) //  Sequel Di 'Ex'- New Adult Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora