Jason
«Stanza 302, in fondo al corridoio.»-seguo con gli occhi la direzione indicata dalla dottoressa vestita di blu, per poi allontanarmi a passo felpato dalla sua scrivania e con il petto che continua a fare sù e giù rapidamente.
[ricordi]
«Piccola, che ti prende?»- sussurro con una voce persino più bassa della sua, come se lo chiedessi più a me stesso che a lei, mentre le mie labbra si uniscono in una linea dura, limitandomi a fissarla senza muovere un muscolo, cercando di capire cosa c'è che non va con lei, ma dopo un paio di secondi non ci pensa due volte prima di aprire bocca:
«Jason, prendilo!»-mi ordina senza riuscire a muovere un muscolo con un tono così cupo e tremante da farmi passare la lingua tra le labbra di nuovo, questa volta corrugando ancor di più le sopracciglia, ma decidendo di non continuare a torturarla e allungare le mani al suo petto per allontanare il neonato dal suo corpo.
«Ti spaventa?» - continuo a sussurrare senza muovermi dal mio posto o distogliere gli occhi dai suoi, mentre il suo sguardo si sposta più volte dalle mie pozzanghere agli occhietti di mio nipote, mentre lo reggo in aria senza allontanarlo dalla sua vista, stringendo le dita sotto le sue piccole braccia.
[fine ricordi]
Serro la mascella mentre i miei occhi continuano a irrorarsi di sangue al solo pensiero che quella fottuta ragazzina abbia fatto del male a mio figlio, mentre stringo le dita in due pugni con così tanta forza che i muscoli delle mie braccia si gonfiano e una grossa vena compare lungo il mio avambraccio, attirando l'attenzione delle infermiere che passano di fronte a me per attraversare il corridoio dell'ospedale.
Mio figlio.
Come cazzo ho fatto a non accorgermene?! Non aveva nemmeno il coraggio di guaradre negli occhi un neonato, come se avesse paura di suo nipote.
Sono un fottuto idiota!
Ringhio per la rabbia quando la mia vista diventa turbolenta e faccio fatica a guardare con chiarezza la strada di fronte, cercando di convincere me stesso che Channelle non sarebbe capace di farlo.
Impreco tra me e me e passo una mano rapidamente tra i capelli con la mascella ancora serrata, guardandomi a destra e sinistra appena raggiungo il tratto finale del corridoio, scrutando attentamente i numeri incisi su ogni singola porta per andare in cerca del 302.
Non ho mai pensato a come sarebbe essere... padre.
Non ho mai pensato di diventare padre e non ho mai voluto un figlio, ma al solo pensiero che dentro la mia ragazzina cresce un bebè con il mio stesso sangue, non riesco a fare a meno di sciogliere i pugni e rilassare i muscoli, nonostante il mio sguardo minaccioso continui a guardare dappertutto nella speranza di essere arrivato in tempo.
Costringerò Channelle a vivere nella nostra vecchia casa.
O compreremo un nuovo appuntamento, più grande e con una stanza per il piccolo.
Davanti all'entrata ci sarà un soggiorno spazioso con un grande camino a legna come piace a lei e un grosso divano davanti alla TV, dove lei e mio figlio possono stare sdraiati ad aspettarmi quando torno a casa appena ho finito di lavorare.
Bacerò Channelle davanti a mio figlio senza farla alzare dal divano e lasciandola continuare a guardare la televisione mentre si lamenta di averle bloccato la vista, mentre prendo mio figlio appena nato in braccio e stringo il suo corpicino tra le mie mani gigantesche, per poi sdraiarmi affianco alla mia donna e poggiare mio figlio sul mio petto a pancia in giù, accarezzando la sua schiena con il pollice e fissandolo dall'alto con un'espressione pensierosa in volto.
«Jason?»-alzo la testa di scatto e smetto di guardarmi da un lato e dall'altro quando la voce famigliare di quel bastardo di Mikael arriva dritto alle mie orecchie, costringendomi a incrociare i suoi occhi appena entra in corridoio dopo aver voltato l'angolo che porta verso la parte opposta dell'ospedale, ma appena realizzo la sua presenza di fronte a me stringo le dita in due pugni di nuovo e mi affretto a raggiungerlo a passo felpato, alzando una mano in aria così velocemente che si rende conto del mio gesto solo quando si ritrova scaraventato per terra e con le due tazze di caffè che prima stringeva tra le dita cadute sul pavimento.
«Jason, cazzo...!» - si affretta a replicare, portando una mano sul suo zigomo e guardandomi dal basso con una smorfia addolorata nell'esatto momento in cui un infermiere si avvicina alle sue spalle per soccorrerlo, lanciandomi nel frattempo una rapida occhiata spaventata, come se cercasse di capire se è il caso di chiamare la security:
«Signore, sta bene?»
Ho voluto fare del male a Mikael da tanto e la voglia di scaraventarmi sul suo corpo per ammazzarlo con le mie stesse mani in questo esatto momento è così grande che i miei occhi iniziano a bruciare per la rabbia e continuano a riempirsi di sangue mentre lo guardo dall'alto con un'espressione furiosa:
«Prega per te che mio figlio stia bene.»-mi soffermo su ogni singola sillaba con un tono di voce così strozzato che persino l'infermiere alle sue spalle si ferma sul posto, ma invece di voltare le spalle mi affretto ad alzare il mento verso l'uomo con addosso il camice bianco:
«La 302.»-la mia voce è persino più fredda di prima, mentre Mikael fa per aprire bocca e zittire il dottore quando deglutisce a fatica e si decide di parlare, portando gli occhi alle mie spalle per accontentarmi:
«Alle tue spalle.»-farfuglia con una smorfia perplessa, spostando gli occhi su Mikael che imoreca a bassa voce mentre si posiziona seduto lentamente, ma non gli do tempo di distrarmi per farmi perdere di nuovo la pazienza e mi affretto a girare la testa di scatto per incamminarmi nella direzione opposta.
«Non sei nessuno per Channelle.»- la voce di Mikael questa volta è così provocatoria che non so dove trovo le forze di evitarlo e convinco me stesso che sta solo cercando di farmi perdere tempo per ottenere ciò che vuole, quindi mi limito a serrare la mascella e promettere a me stesso di spaccargli la faccia dopo aver portato Channelle e mio figlio fuori da questo posto.
I miei occhi si illuminano quando leggo la cifra sulla porta di fronte a me, mentre il mio respiro accelera così tanto che il mio petto si muove freneticamente in alto e in basso, ma appena poggio il palmo della mano sulla maniglia la porta bianca di fronte a me si apre lentamente.
Alzo la testa di scatto e dilato le pupille quando i miei occhi finiscono dritto su un paio di pozzanghere chiare, ma così vuote e perse che la mia espressione passa da incazzata a spaventata all'istante.
I suoi occhi rimangono fissi nei miei, facendomi rabbrividire sul posti quando noto che non trasmettono nulla per farmi capire quello che è successo là dentro, quindi non ci penso due volte prima di fare un passo nella sua direzione per avvicinarmi al suo corpo e intrufolare le mani tra le sue ciocche morbide:
«Non lo hai fatto, vero?»- alzo un angolo della bocca, sussurrando a due millimetri dal suo viso senza smettere di guardarla dritto nei suoi occhi vicini ai miei per incoraggiarla a parlare, mentre accarezzo con entrambi i pollici le sue guance pallide, ma quando mi accorgo che non muove un muscolo per allontanarsi dalla mia presa o rispondere, mi affretto a insistere con lo stesso tono basso:
«Diventerò padre.»-questa volta le mie labbra si piegano in un sorriso sincero e tremante per farle capire che desidero questo bambino più di ogni altra cosa, mentre i suoi occhi continuano a rimanere nei miei con la stessa espressione monotona, costringendomi ad aumentare la presa tra i suoi capelli e sussurrare di nuovo contro le sue labbra rosse:
«Gli farò avere una camera tutta sua.»-farfuglio quando sento i due alle mie spalle inziare a muoversi, insieme alla dottoressa alle spalle di Channelle, che si alza dalla scrivania lentamente, ma prima ancora che qualcuno di loro possa intervenire mi affretto ad aggiungere con un tono basso:
«E gli comprerò tanti giocattoli.»-affermo, annuendo alle mie stesse parole, ma la mia voce rauca è interrotta dal richiamo del bastardo alle mie spalle, che sento fare un passo nella mia direzione:
«Jason, smettila.»-lo sento dire con un tono freddo, ma appena la sua mano poggia sulla mia spalle mi affretto a indurire la mia espressione e guardare la donna di fronte a me con uno sguardo omicida e disperato allo stesso tempo, tanto che libero il suo volto dalle mie mani per stringere la mano destra in un pugno e urlare a due milletri dalla bocca della donna di fronte a me:
«Cazzo, Channelle! Dimmi che non hai abortito!!»- continuo a fissarla nelle sue fottute pozzanghere vuote, questa volta senza trattenermi dall'alzare una mano in aria per tirare un pugno allo stipite della porta affianco alla sua testa, con così tanta forza che il tonfo che si diffonde la fa sobbalzare sul posto e distogliere gli occhi dalle mie pupille nere iniettate di sangue, mentre Mikael scosta la mano dalla mia spalla all'istante e la ginecologa si pietrificata sul posto alle spalle di Channelle.
Trattengo una smorfia di fastidio quando una forte sensazione di dolore attraversa tutti i muscoli del mio braccio, ma ogni singola fibra del mio corpo si contrae e le mie palpebre iniziano bagnarsi quando la donna di fronte a me trova il coraggio di alzare la testa per incrociare di nuovo il mio sguardo e aprire di nuovo bocca con un un tono freddo e indifferente:
«L'ho fatto.»
~~~~~~FINE SECONDO LIBRO (ci sarà il terzo e ultimo libro presto~~~~~~Instagram : ana_kuqo_ oppure ema_8570
Il libro è disponibile su Kindle e Amazon Unlimited 🥰, anche in versione Cartacea,
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Ex 2 // In Love With My Ex (SECONDO LIBRO) // Sequel Di 'Ex'- New Adult
ChickLit«Sei...» - inizia a balbettare con un tono basso, guardandomi dalla testa ai piedi con lo stesso cipiglio, per poi concludere con un tono pieno di sorpresa, come se se ne fosse accorta solo ora: «Cambiata.» «Già.»-riesco a sussurrare, abbassando l...