Seventh

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«Se rimango qui per un mese, sarò costretta a prendere appuntamento con un'altra ginecologa.»-spiego all'uomo alle mie spalle con il cuore a mille, mentre aggiusto l'orecchino che non ne vuole sapere di entrare nel buco, ma in tutta risposta lo sento sospirare, poggiandosi allo stipite della porta senza spiaccicare parola, mentre il mio telefono continua a vibrare nella tasca del cappotto. Mikael mi starà aspettando davanti al mio condominio da ore.

«Non guardarmi così, Mark.»-lancio un'occhiataccia al mio vicino di casa, al che tira un altro sospiro, mentre riprendo a tormentare il lobo del mio orecchio, guardando il mio riflesso dalla testa ai piedi per rassicurai di non avere un filo fuori posto.

Stasera devo essere perfetta. Non risparmierò tutto l'odio che ho accumulato nei confronti della famiglia del mio ex in questi mesi.

Farò pentire quel bastardo di aver scelto di nuovo lei ed essersi preso gioco di me. E non ho nemmeno intenzione di rivolgere la parola a Bartol e sua moglie.

I miei capelli allisciati e modellati secono lo stile wet look arrivano a malapena sotto le mie scapole, mentre il lungo vestito bianco fascia il mio corpo alla perfezione, rimanendo stretto al mio corpo fino alle mie caviglie, così elegante che non ho resistito e l'ho acquistato appena l'ho visto in vetrina.

«Jason ne sa qualcosa?»-spalanco gli occhi quando finalmente Mark decide di parlare, girandomi del tutto dalla sua parte e affrettandomi a rispondere prima che inizi a farmi pentire della mia decisione:

«No!»- mi affretto a ribattere, lasciando cadere l'orecchino per terra per l'ansia, mentre le sue parole rimbombano nella mia testa più volte.

A quel bastardo non è mai importato di me.
Ha più volte approfittato della mia ingenuità e io gliel'ho lasciato fare, pur sapendo che quello stronzo pensa solo ai soldi e ad avere in mano l'azienda del padre.

Quella maledetta azienda in cui non avrei dovuto mettere piede, anche se andavo disperatamente alla ricerca della mia famiglia biologica e non volevo lasciare Miami.
La mia storia con lui doveva finire nell'esatto momento in cui mi ha tradita con Sharon e non avrei dovuto scegliere di lavorare a dieci metri di distanza da lui.

È tutta colpa mia.

E non farò l'errore di coinvolgerlo di nuovo nella mia vita, anche se so di non avere comunque posto nella sua.

Sono cambiata ora, sono diversa e ho in mente una lunga lista di obiettivi da rispettare, e tra questi c'è quello di odiare il mio ex ogni volta che sarò costretta a incrociare il suo maledetto sguardo.

«E non lo saprà.»-concludo, puntandogli l'indice contro quando lo vedo fare dei passi in avanti nella mia direzione, tenendo gli occhi fissi sul mio grembo per farmi accorgere che la mia mano è poggiata sulla mia pancia, per poi abbassarsi a terra e raccogliere l'orecchino con calma.

«Non da me.»-prova a tranquillizzarmi, alzandosi di nuovo in tutta la sua serenità, la senza distogliere gli occhi dai miei nemmeno per un secondo, ma c'è qualcosa nel suo maledetto sguardo ammonitore che mi fa salire il cuore in gola.

All'improvviso mi sembra di soffocare, mentre lo vedo stringere il mio orecchino tra le dita e continuare a farmi sentire tremendamente in colpa con le sue pozzanghere chiare.

Tanto in colpa che gli angoli della mia bocca iniziano a tremare e gli occhi si offusca o sempre di più, quindi mi affretto a mordere l'interno della guancia con forza per non piangere davanti a lui.

Tra tutte le amiche che immaginavo di trovarmi in questo piccolo condominio, non mi sarei mai aspettata che un giorno avrei fatto entrare nella mia camera da letto un uomo di vent'anni più grande di me.
È così misterioso che non so quasi nulla di lui.

Ogni volta che provo a chiedergli dell'anello che circonda il suo dito, trova sempre modo di cambiare discorso, ma a prescindere dal suo aspetto da uomo minaccioso, Mark è talmente calmo e ... protettivo nei miei confronti che mi basta guardarlo una volta negli occhi per capire cosa voglia dire.

Non è un tipo di molte parole, ma sembra sapere cosa sia giusto e non. Ed è per questo che il suo atteggiamento ora mi sta letteralmente mandando in panico, quindi cerco di ragionare ad alta voce e trovare la prima giustificazione per difendermi, dimenticandomi completamente di Mikael e della cena a casa di mia sorella:

«Sono cresciuta sola, Mark. Sola con mia sorella.»-alla mia voce tremante le sue pupille si dilatano e la sua espressione passa da seria a preoccupata in un batter d'occhio, mentre porta una mano sui miei capelli, poggiandola vicino al mio orecchio in un gesto tenero per calmarmi.

Al solo ricordo i miei occhi iniziano a pizzicare, mentre le mie palpebre iniziano a bagnarsi. Solo lui e Mikael sanno cosa ho combinato e il vero motivo per cui voglio ritornare a Miami il prima possibile, ma se Mikael mi ha supportato dall'inizio, Mark non fa altro che cercare di farmi cambiare idea ogni volta che il discorso viene fuori.

Una parte di me voleva che rimanesse tra me e il mio amico, ma Mark è così maturo che appena mi chiese cosa c'era che non andava con me quel giorno, non ci ho pensato molto prima di scoppiare a piangere al telefono, confessandogli tutto per sfogarmi, come se il mio vicino di casa potesse far tornare il tempo indietro per impedirmi di andare con quella pazza di mia sorella all'addio al celibato di John.

«So cosa significa perdere qualcuno di importante, Channelle.»-sussurra dopo un paio di secondi, portandomi ad aggrottare la fronte e alzare la testa in alto di scatto per incrociare i suoi occhi appena realizzo le sue parole, dimenticandomi per un millesimo di secondo del mio problema.

È la prima volta che Mark parla di sé, ma senza trovare il coraggio di guardarmi dritto negli occhi, nonostante il suo tono di voce strozzato mi faccia capire abbastanza su quello che tiene nascosto in sé quest'uomo.

«Non fare cose di cui potresrti pentire.»-scuote la testa dopo che il silenzio cala nella mia stanza, facendo scivolare la mano lontano dai miei capelli lentamente, come se si fosse all'improvviso pentito di aver aperto bocca, quindi mi affretto a replicare prima che davvero io possa cambiare idea:

«Non voglio che faccia la stessa fine.»-cerco di fargli capire dopo un paio di secondi di silenzio, sotto il suo sguardo attento e consolatore, fingendo questa volta di comprendere la mia scelta, mentre finalmente trovo il coraggio di ammettere quello che finora non ho mai avuto il coraggio di dire a voce alta:

«Voglio abortire.»

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Ex 2 // In Love With My Ex (SECONDO LIBRO) //  Sequel Di 'Ex'- New Adult Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora