Twentyfourth

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Jason

«Voglio proporre a Sharon.»- dico senza pensarci due volte, guardandola dritto negli occhi mentre la sua espressione passa da imbarazzata a stupefatta lentamente.

Le sue pupille chiare si espandono lentamente, mentre il suo petto smette di muoversi all'istante.

Assumo un cipiglio quando la vedo impallidire al punto che le sue piccole labbra sembrano persino più rosse del solito, mentre con la coda dell'occhio noto che stringe le dita in due pungni lentamente, ma i suoi occhi continuano a trafiggere i miei mentre indurisce i suoi delicati lineamenti.

Sono sicuro che in questo momento sta stringendo tra i denti l'interno della guancia, pensando a chissà cosa nella sua fottuta piccola testa diabolica.
Socchiudo gli occhi quando la vedo gonfiare le guance per la rabbia, mentre mi preparo a vederla uscire fuori di testa, a urlarmi contro e prendermi a schiaffi in questo esatto istante.

Al solo pensiero mi trattengo dal sorridere e fermare i polsi appena sarà sul punto di scaraventarsi dul mio corpo per la rabbia, ma raddrizzo la schiena e serro la mascella quando decide finalmente di aprire bocca:

«Va bene.»-dice con un tono strozzato, mentre  distoglie gli occhi dal mio viso per voltarmi le spalle e aprire la portiera, facendomi rendere conto del fatto che forse ha capito il mio gioco.

«Fottiti!»-impreco tra me e me quando la vedo chiudere la portiera alle spalle, per poi allontanarsi dalla macchina a testa alta dirigersi verso il negozio con la gigantesca scritta 'Tiffany & Co." sull'entrata, muovendosi in punta di piedi per la prima volta senza i suoi odiosi tacchi.

Guardo le sue spalle dall'interno dell'auto, stringendo il volante tra le dita quando mi rendo conto che farla incazzare sarà più difficile di quanto pensassi, ma quando la vedo fermarsi davanti al portone di vetro e stringere le braccia al petto mi affretto a passare la lingua tra le labbra e imprecare di nuovo tra me e me prima di uscire dalla macchina e raggiungere il suo corpo minuto per non farla aspettare al freddo.

Passo una mano ai capelli mentre faccio il giro della macchina per raggiungerla, mentre mi trattengo dal togliermi la camicia per coprirle le spalle pallide.

Approfitto del fatto che è girata di spalle per darle una rapida occhiata dalla testa ai piedi, stringendo i denti e ringhiando per il fastidio quando mi accorgo che il bordo del suo vestito è salito più in alto del dovuto, scoprendo le sue gambe esili al freddo  gelido di quest'ora a Miami.

Stringo le dita in due pugni e mi avvicino alle sue spalle per nascondere la vista del suo fondoschiena nei dintorni, anche se la 39th Street è così vuota a quest'ora che l'unico rumore che si sente è quello del vento che muove le foglie degli alberi al bordo della strada su cui si affaccia il negozio, ma appena si accorge della mia presenza, Channelle si affretta a poggiare la mano sulla maniglia ed entrare nella gioelleria senza pensarci due volte, quasi più infastidita dalla mia vicinanza che imbarazzata di essere sul punto di entrare scalza in un negozio lussuoso.

Il suo gesto è così veloce e pieno di rabbia da attirare l'attenzione di una delle dipendenti, riconoscibile per l'uniforme nero che la copre dalla testa ai piedi.

«Come... Posso aiutarvi?»- chiede con un tono perplesso appena i suoi occhi finiscono ai piedi della donna di fronte a me, mentre mi avvicino di nuovo alle sue spalle per metterla ancor più a disagio, soprattutto ora che so che le dà fast avermi attaccato al culo... letteralmente.

«Vogliamo dare un'occhiata alle fedi nuziali.»- apro bocca dopo un paio di secondi, sospirando così vicino alla testa di Channelle, che di nuovo la costringo a fare un passo in avanti per distanziarsi, questa volta con la giustificazione di seguire la commessa rapidamente, con le braccia ancora incrociate al petto e lo sguardo talmente severo che mi trattengo dall'assumere una smorfia maliziosa.

Non era l'atteggiamento che mi aspettavo dalla mia ex dopo averle detto di voler sposare un'altra donna, ma il fatto che non spiaccica parola mi fa capire che sta bruciando dentro e trattiene la voglia di saltarmi addosso per la rabbia.

«Vi mostro i nuovi arrivi.»-la voce della commessa echeggia tra le mura del negozio, ma questa volta il suo tono è più accogliente, mentre fa il giro di un grosso banco in marmo nero, così lucido da mettere in risalto tutte le fedi ordinate su di esso, ma prima di guardare attentamente gli anelli davanti a me, lancio una rapida occhiata di sottecchi alla donna al mio fianco quando si ferma davanti alla commessa, guardando di fronte a sé con uno sguardo talmente freddo da portarmi ad alzare un angolo della bocca in alto e afferrare il labbro inferiore tra i denti per non scoppiare a ridere per il divertimento.

Ma la mia smorfia passa da divertita a confusa lentamente e corrugo la fronte quando mi accorgo che smette di spostare gli occhi in giro e inizia a fissare un punto di fronte a sé.

«Lo preferisce semplice o elegante?»- questa volta la vecchietta vestita di nero gira la testa verso la mia ex, che assume un cipiglio alle alle sue parole, alzando la testa di scatto dal marmo per degnare la commessa della sua attenzione.

«Elegante.»-farfuglia dopo un paio di secondi di silenzio, schiarendosi la voce con indifferenza, mentre socchiudo gli occhi per portarli sul punto che fissava fino a un paio di secondi fa, per poi spostare più volte le pozzanghere dal marmo nero al suo profilo contratto.

È così incazzata in questo momento che se potesse prenderebbe a pugni persino la donna di fronte a se, ma non ci penso due volte prima di intervenire con un tono deciso e freddo:

«Quello.»-indico con il mento l'anello di oro bianco su cui erano finiti gli occhi di Channelle poco fa, attirando l'attenzione di Channelle, che alza la testa di scatto nella mia direzione, deglutendo rumorosamente quando incrocia i miei occhi, ma i muscoli del mio collo si contraggono all'istante e perdo la mia smorfia arrogante quando mi accorgo che i suoi maledetti occhi chiari sono lucidi in questo momento, nonostante la sua mascella si contrae di nuovo e indurisce lo sguardo per nascondere la delusione.

«14 CT White gold. Ottima scelta.»-si limita a dire, estraendo dalla scatola l'anello in oro bianco, ma la sua voce è priva di entusiasmo mentre sposta gli occhi da Channelle alla mia figura con imbarazzo, come se avesse capito che tra me e la donna al mio fianco non scorre buon sangue.

I miei occhi continuano a rimanere fissi in quelli di Channelle, cercando di studiare la sua espressione con un cipiglio in volto, mentre distoglie gli occhi appena la commessa finisce di parlare, ma non dà il tempo alla vecchietta di chiudere la scatola per preparare la busta, che volta le spalle a entrambi per allontanarsi dal mio fianco e incamminarsi verso l'uscita del negozio.

Al suo gesto passo rapidamente la punta della lingua tra le labbra secche, senza scollarle gli occhi dalle spalle minute mentre mi rassicuro che si stia dirigendo verso la mia auto.

Serro la mascella e convinco me stesso che non ho motivo per sentirmi in colpa nei confronti di quella ragazzina, non dopo quello che ha tramato con Mikael alle mie spalle, quindi mi affretto a rivolgere una rapida occhiata alla commessa di fronte a me per annuire e porgerle la carta di credito prima che Channelle decida di bucare le gomme della mia auto per la rabbia.

Mi sono sforzato di fare la cazzata più stupida che mi potesse venire in mente, ma lo stesso si è saputa trattenere o in qualche modo è riuscita a scappare prima di lasciarsi andare e sfogare tutta l'odio che prova per me in questo momento.

«Arrivederci.»-ritorno alla realtà quando la commessa mi ridà indietro la mia carta e poggia la busta sul banco, ma questa volta non la degno nemmeno di un saluto e mi affretto a voltarle le spalle, stringendo la carta in una mano e la busta nell'altra.

La guardo da lontano allacciare la cintura di sicurezza, ma con la stessa fottuta espressiome seria e fredda in volto che aveva quando è entrata mezz'ora fa nella mia auto.

Inizio a pensare che Channelle non cambierà mai atteggiamento nei miei confronti. È così incazzata con me che non vuole darmi la soddisfazione di sfogarsi come vorrei che facesse per capire se c'è dentro di lei una piccola parte che non mi odia.

Sbatto la portiera con forza appena raggiugo la mia auto, stringendo una mano al volante e girando la chiave con l'altra per accendere il motore, ma questa volta senza degnare la donna al mio fianco di un occhiata e decidendo di non continuare a provocarla inutilmente, dato che tutto quello che ho ottenuto in cambio finora è perdere trentamila euro dal mio conto per un fottuto anello.

Approfitto delle strade vuote di Miami a quest'ora per accelerare e portare Channelle davanti al suo appartamento prima di essere io a uscire fuori di testa davanti a lei, mentre con la coda dell'occhio la guardo fissare lo schermo del telefono e iniziare a digitare sulla tastiera.

Inizio a credere che l'unico modo per avvicinare a me questa ragazzina sia prendermela con quel bastardo.
Non ho rivolto la parola a Mikael da quando Channelle ha detto di essersi fidanzata con lui.

Forse ho sbagliato a lasciarlo libero di fare quello che voleva alle mie spalle. Avrei dovuto minacciarlo di starle lontano dal momento in cui mio padre mi ha detto che Channelle avrebbe avuto un posto di lavoro sicuro a New York.

Freno la macchina all'istante quando il vecchio condominio della donna seduta al mio fianco appare davanti a me, mentre serro la mascella e mi trattengo dal cacciarla in malomodo dalla mia auto, continuando a guardare di fronte a me il grosso portone metallico dalla vernice rovinata.

La mia smorfia infastidita si trasforma in un cipiglio confuso quando noto che passano un paio di secondi e Channelle non apre la portiera per uscire come mi sarei aspettato facesse prima ancora che fermassi la macchina.

Giro lentamente la testa nella sua direzione con la fronte corrugata, mentre la presa intorno al volante si allevia lentamente quando i miei occhi finiscono sul suo profilo contratto.
Channelle continua a fissare davanti a sé con un'espressione talmente furiosa che persino il suo petto inizia a fare sù e giù rapidamente, ma separo le labbra e dilato le pupille per lo stupore quando la vedo girarsi nella mia direzione con le guance gonfe d'aria come fosse una bambina, per poi alzare una mano in aria e spalancare le dita, in un gesto così veloce che mi rendo conto delle sue intenzioni solo quando la sua mano entra a contatto con la mia guancia e il rumore dello schiaffo si diffonde in macchina, costringendomi a girare la testa di lato e chiudere gli occhi all'improvviso.

Le mie palpebre rimangono chiuse per un tempo indefinito, ma non ho tempo di riaprirle e incrociare di nuovo i suoi occhi, che la sento aprire la portiera in fretta e allontanarsi dalla mia auto nell'esatto momento in cui riapro gli occhi e aumento la presa intorno allo sterzo di nuovo, ma questa volta l'angolo della mia bocca si piega verso l'alto lentamente, per poi sfociare in un sorriso sincero quando mi rendo conto di quello che è appena accaduto.

«Sapevo di non averti persa, piccola.»-sussurro con un tono pieno di malizia e soddisfazione allo stesso tempo, mentre lancio una rapida occhiata alla scatola dell'anello poggiata al mio fianco, per poi riprendere a guardare le spalle minute di Channelle scomparire dietro l'ingresso del condominio.

Non riesco a trattenermi dallo scopoiare a ridere e passare una mano tra i capelli per scompigliarli freneticamente mentre faccio retromarcia per ritornare indietro prima che il mio cervello mi dica di scendere dalla macchina e trascinarlo dietro al suo appartamento per farle quello che ho volto fare ogni fottuto giorno in cui non ho potuto toccarla.

Approfitto di nuovo della strada quasi sgombra di macchine per premere di nuovo sul pedale dell'acceleratore, ma questa volta con il cuore che batte così forte nel mio petto che mi sembra  possa scoppiare nel mio torace a momenti, mentre passo il resto del tragitto a ripetere la scena della sua mano che schiaffeggia la mia guancia e sorridendo come un idiota fino al momento in cui mi ritrovo a gettare il corpo sul divano del mio salotto, con un fottuto sorriso che non riesco a togliermi dalla faccia.

Afferro il collo della bottiglia di birra tra le dita per portarlo all'altezza della bocca e sistemo meglio la testa sullo schienale del divano mentre giro tra il pollice e l'indice l'anello acquistato meno di un'ora fa, ma distolgo gli occhi di scatto quando il mio telefono inizia a suonare sul piccolo tavolo davanti al divano.

Impreco tra me e me, pronto a insultare chiunque abbia deciso di disturbarmi a quest'ora, anche se sono solo le nove di sera e dovevo essere ancora nel mio ufficio in questo momento.

Essere il direttore dell'azienda di mio padre è fottutamente impegnativo e mentirei se dicessi che non mi sono già scocciato delle ore lunghe di lavoro e dei dipendenti che continuano a chiamare per il dubbio più piccolo che possono avere, corrugo la fronte per la confusione e premo le labbra con forza tra di loro quando leggo sullo schermo il nome dell'ultima persona che avrei aspettato mi chiamasse stasera, quindi mi affretto a ad aprire la chiamata e prepararmi a rispondere in malo modo:

«Jason...»- la sento iniziare a dire dall'altra parte della linea quando si accorge che non le ho chiuso la chiamata e senza darmi il tempo do fiatare, ma il suo tono di voce non è come immaginavo, ma quasi preoccupato, mentre riprende a supplicare in fretta:

«Devi fermare mia sorella!»



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