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Prometeo: a ogni modo -continua il Titano -non dobbiamo essere nemici. Sono sempre stato un paladino dell'umanità

Talia: questo è un bel mucchio di letame di Minotauro -replica -quando l'umanità ha fatto il suo primo sacrificio agli dei, li hai convinti con l'inganno a darti la porzione migliore. Ci hai donato il fuoco per irritare gli dei, non perché ti importasse di noi

Prometeo: tu non capisci. Io ho contribuito a plasmare la vostra natura -risponde scuotendo la testa

Un grumo d'argilla palpitante gli compare fra le mani, e lui lo modella in un pupazzetto, con gambe e braccia. L'omino d'argilla non ha occhi, ma brancola attorno al tavolo, inciampando sulle dita di Prometeo

Prometeo: sussurro all'orecchio dell'uomo fin dal principio della vostra esistenza. Rappresento la vostra curiosità, il vostro senso dell'avventura, la vostra inventiva. Aiutatemi a salvarvi, Percy e Nélida. Fatelo, e porterò all'umanità un nuovo dono... una nuova rivelazione, che vi farà fare un balzo in avanti tanto quanto il fuoco. Non farete mai questo progresso sotto gli dei. Loro non lo permetteranno. Ma questa per voi potrebbe essere una nuova Età dell'Oro. Oppure...

Serra il pugno e schiaccia l'omino d'argilla sul tavolo, riducendolo a una frittella. Il gigante blu borbotta un altro "oh-oh". Sulla panchina del parco, l'empusa scopre le zanne in un sorriso

Prometeo: Percy, Nélida, sapete bene che i Titani e i loro figli non sono tutti malvagi -continua -avete conosciuto Calipso e Andre

Mio fratello avvampa all'istante mentre io sbuffo, per quanto Andre sia carino e tutto, e non nego di essermene innamorata... ma, beh il bagno nello Stige ha messo in chiaro chi ho nel cuore, anche se lo immaginavo già prima

Percy: è diverso

Prometeo: quanto diverso? Proprio come me, loro due non hanno fatto niente di male, eppure sono stati esiliati per l'eternità solo perché sono figli di Atlante. Non siamo nemici. Non lasciate che accada il peggio -supplica -vi offriamo la pace

Percy: un'offerta che tu detesterai, immagino -esclama guardando Ethan

Ethan: non so a che cosa alludi

Percy: se accettiamo questo patto, non avrai la tua vendetta. Non riuscirai a farci ammazzare tutti. Non è quello che vuoi? -chiede e il suo unico occhio buono manda un lampo

Ethan: io voglio soltanto rispetto, Jackson. Gli dei non me l'hanno mai dato. Volevi che venissi nel tuo stupido campo, a passare tutto il tempo stipato nella casa di Ermes perché non sono importante? Nemmeno riconosciuto?

Percy: tua madre è la dea della vendetta. Dovremmo rispettare questo?

Io: Nemesi significa equilibrio -intervengo calma facendo voltare Prometeo verso di me anche se io tengo la testa appoggiata allo schienale della panca fissando il cielo, tutto questo è una perdita di tempo, si sa che non accetterò mai di tradire la mia famiglia -quando le persone hanno troppa fortuna, lei le abbatte. Solo perché è la dea della vendetta, non significa che non meriti rispetto

Percy: ed è per questo che ti ha preso un occhio? -chiede fissando ancora il ragazzo

Ethan: è stato un baratto -ringhia -in cambio, mi ha giurato che un giorno sarò io l'ago della bilancia del potere. Sarò io a garantire rispetto agli dei minori. Un occhio è stato un piccolo prezzo da pagare

Percy: una mamma fantastica

Ethan: almeno è di parola, a differenza degli dei dell'Olimpo. Paga sempre i suoi debiti... nel bene e nel male

Percy: già -replica -perciò Lenn ti ha salvato la vita, e tu l'hai ripagata facendo risorgere Crono. Questo sì che è giusto

Sbuffo rialzando la testa mentre Ethan afferra l'elsa della sua spada venendo però fermato dal Titano

Ti sarò leale, promesso {Libro 3}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora