Sono capace di amare solo da lontano
alla distanza di sicurezza che mi fa osservare in silenzio
la schiera di Icari laboriosi che volano nella mia sfera con le loro ali di cera
distanti ed imprendibili come il fumo dei miei sogni più teneri
Per non arrostirli con l'unica cosa che dovrebbe tenerli in vita.
Li ho sempre osservati a debita distanza
nessuno di loro mi è mai appartenuto
non il loro cuore, non il loro ardore che teneva insieme le loro ali di cera.
Forse per paura o per troppo rispetto essendo troppo bollente
ho sempre fatto in modo di non toccare mai nulla che avesse inciso sopra il loro nome,
ed ora giaccio nel vuoto dove la sfera celeste mi tiene crudelmente aggrappata
a mostrarmi ancora e ancora e ancora l'orrido spettacolo:
quello degli amanti che si raccapezzano per cercare un modo per volare più alti verso il sole
ed invertire la rotta quando il calore che avevano desiderato diventa troppo per loro
e inizia a bruciare il loro fuoco.
Mentre il dolore di vedere Icari che passano e mi lasciano sola facendo a me una colpa del calore in me, sole oscuro, avevano desiderato
rimango nella solitudine del mio cielo
e ardo di fuochi sempre più cocenti.
Forse è l'universo,
o forse sono io a crearmi questo ruolo di spettatore in una tribuna detestabile
in ogni caso
rimango un sole di natura oscura.
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Non c'era, nemmeno una volta
PoetryDa piccoli tutte le storie iniziavano con "C'era una volta" e avevano un lieto fine. Quando crescendo le cose si sono complicate ci siamo resi conto che non tutto aveva un lieto fine e che molte cose non ci sono mai state, nemmeno una volta. è ban...