Molto tempo fa ho fatto un sogno vivido
mi svegliavo in un letto bianco, grande,
al mio fianco un uomo sconosciuto fiocamente illuminato dalle luci aranciate del mattino
mi sollevavo leggermente per guardarlo e dopo averlo baciato nel suo sonno me ne andavo.
Quando mi sono svegliata ero più giovane del sogno di molti anni,
ero nel letto di uno studentato di basse pretese come le mie
al mio fianco un bambino troppo cresciuto scurito dalle luci dei lampioni notturni fuori la finestra
mi sono abbassata per non vederlo e ho chiuso di nuovo gli occhi.
Sentivo di conoscere quella persona illuminata dalle tapparelle
ma avevo perso qualche particolare per dire chi fosse,
il suo viso familiare era così rilassato da ricordarmi cosa fosse la tenerezza
e qualcosa nel suo essere lì bastava a pervadermi di un senso di sicurezza che non avevo mai sperimentato.
Quel frame si è impresso a fuoco vivo nella mia mente
costringendomi a guardare attraverso questo ogni amante steso a fianco a me
nessuno di loro è l'uomo del frame che continuo a cercare
ma nemmeno lui: il candore che lo circondava
e la pace che aveva in qualche modo riposto in me
un sentimento che non ha mai fatto parte di me,
la pace della propria casa.
Alla fine, l'ho detto:
il prezzo da pagare per aver ucciso l'uomo è di vagare eremita su questa terra
diventare un Caino apolide, nomade, contrabbandiero incapace di meritare una casa
ed essere un Ulisse sprovveduto, che mai troverà la nè la sue terra natia nè la sua Penelope.
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Non c'era, nemmeno una volta
PoesiaDa piccoli tutte le storie iniziavano con "C'era una volta" e avevano un lieto fine. Quando crescendo le cose si sono complicate ci siamo resi conto che non tutto aveva un lieto fine e che molte cose non ci sono mai state, nemmeno una volta. è ban...