Cap.3

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Pov Irene

Mi sono svegliata. Ci sono due ragazzi che mi guardano, uno è biondo e sta in piedi, è abbronzato e i suoi occhi sono azzurro cielo, molto rassicuranti. L'altro è scuro di capelli, ha gli occhi color verdemare e un'espressione stupita e felice sul volto, che è molto bello. Non voglio sembrare una di quelle ragazzine malaticce che devono farsi servire, quindi cerco di scendere dal letto, ma il biondino mi blocca subito.
-No! No! No, stai ferma, devi stare seduta!-. Esclama. Ora noto che ha uno stetoscopio al collo. Deve essere il medico, devo essere in ospedale, anche se la stanza in cui sono non sembra un ospedale: le pareti sono fatte con dei tronchi rotondi e il tetto non è piatto come quello degli ospedali in cui sono stata, ma è spiovente. Eppure mi ricordo che ero vicino ad una collina con Andrea il mio migliore amico, stavamo parlando e poi, non ricordo, so solo è diventato tutto buio ed ora mi ritrovo qui.
-Chi siete? Dove sono? Cosa mi è successo? Dov'è Andrea?-. Domando io.
Il moro mi risponde: -Io sono Percy ed ora sei al Campo Mezzosangue, in infermeria. Ti ho trovato io, qui fuori, svenuta, ma non sappiamo chi sia Andrea e non sappiamo dov'è-. Guardo quello biondo e lui dice: -Io sono Will una specie di dottore-.
A sua volta Percy mi fa qualche domanda: - Ora, chi sei tu? Quanti anni hai? Perché sei qui?-.
-Sono Irene Davis, ho quindici anni e sono qui perché ho letto i libri di "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo" ed "Eroi dell'Olimpo" di Rick Riordan, volevo vedere i posti che citava nei suoi libri, se erano veramente come lui li descrive ed era venuto con me il mio migliore amico: Andrea-.
- Perchè lo scriba anziano avrebbe dovuto scrivere tutto quello che è successo e far conoscere a tutti tutto ciò che c'è qui e soprattutto perchè la mia storia? E poi perché Chirone si è fidato di un semplice mortale? Dovremmo chiamarlo per sapere cosa dobbiamo fare con Irene.- Esclama Percy.
Odio quando i ragazzi mi considerano un esperimento, parlano di me come se non esistessi e mi trattano come se fossi inferiore a loro, lo trovo insopportabile.
Penso a quello che ha appena detto Percy: Rick ha fatto conoscere la sua storia, quindi vuol dire che lui è Percy Jackson il ragazzo che ha fatto innamorare milioni di ragazzine, il mio eroe, la persona che ho sempre sognato di incontrare. Il mio eroe e la persona che ammiro di più in questo mondo.
-Io ti conosco, tu sei Percy Jackson, figlio di Poseidone uno dei semidei più potenti di quest'epoca. Tu sei il protagonista dei libri che ho letto. E tu-. Dico riferendomi prima a Percy e poi a Will. - Sei Will Solace, figlio di Apollo e ora sei il capogruppo della capanna numero sette, dalla battaglia di Manhattan-.  
-Sì siamo noi-. Mi risponde Percy.
Lo guardo interessata, ho sempre voluto incontrarlo, ma pensavo che non esistesse.
Will si intromette, con gli occhi ancora sgranati dalla sorpresa e mi dice: -Irene, puoi andare, Percy ti accompagna. Presentala a Chirone e falle vedere il Campo.-
-Ok, dottore-. Lo prende in giro Percy. Will sorride e da un pugno alla spalla di Percy scherzosamente. 
Usciamo dall'infermeria e la luce del sole mi colpisce in faccia come un faro. Mi copro subito gli occhi, mi bruciavano. Solitamente la luce del sole non mi dava fastidio, avendo gli occhi scuri non era mai stato un grande problema, ma ora il sole mi accecava anche senza guardarlo. 
- Irene, tutto a posto?-. Mi chiede Percy vedendomi ferma.
- Gli occhi, mi bruciano-. Rispondo.
- Lo so, anche a me, gli occhi chiari sono molto sensibili alla luce del sole rispetto a quelli scuri-. Mi dice lui.
- Ma io ho gli occhi marroni-. Replico.
- Irene, tu hai gli occhi come i miei, verdemare-. 
- No, è impossibile: io li ho sempre avuti marroni-. Continuo.
- Irene, sono serio, sono verdemare-. 
- Questo è letteralmente impossibile-. 
- Andiamo da Annabeth e poi passiamo da Chirone e poi vedremo che fare, ok?-. Mi dice.
- Va bene-. 
Io e Percy ci incamminiamo verso la capanna 6, quella di Atena, dove dovrebbe esserci Annabeth e poi andremo da Chirone. Annabeth è forte, mi piace come ragazza, sa tenere testa a Percy e poi sa un sacco di cose e wow, io la ammiro troppo. Lei è ciò che vorrei essere io da grande: forte, intelligente, precisa e furba oltre ovviamente la lealtà verso i suoi amici. 
Percy è piuttosto ansioso, me lo immaginavo molto più tranquillo e con i nervi meno tesi: se qualcuno lo sfiorerebbe credo che il suo braccio partirebbe da solo e tirerebbe un pugno a caso.
Siamo arrivati alla capanna 6, sulla soglia si trova una civetta con degli inquietanti occhi neri che sembrano che ti analizzino per scoprire tutti i tuoi segreti più oscuri. Percy bussa alla porta e la apre anche se non ha ricevuto il permesso di entrare.
- Ehy Sapientona-. La saluta Percy.
- Percy, cosa vuoi. Ho da fare-. Dice Annabeth quando lo vede.
- Volevo farti conoscere una persona-. Replica Percy.
- Chi è?-. Chiede Annabeth continuando a trafficare con i fogli che ha sul letto.
- È Irene, la ragazzina che ho trovato. Si è svegliata-. Risponde Percy. Annabeth alza un sopracciglio e si butta fuori dalla porta. Mi osserva. Mi fa un po' di paura il suo sguardo. I suoi occhi (fantastici) mi squadrano da testa a piedi. I suoi riccioli biondi sono raccolti in una coda alta, tranne qualche ciuffetto che le ricade sulla faccia e la sua espressione mi spaventa: sembra arrabbiata, ma allo stesso tempo curiosa e stupita.
- Ciao, sono Irene-. Rispondo io ansiosa di rompere quel silenzio imbarazzante.
- Allora sei tu la piccola che ha trovato il mio ragazzo?-. Risponde aggressiva. Io annuisco. Ho il terrore dalla mia parte.
- Dove dobbiamo andare Percy? Da Chirone?-. Chiede Annabeth senza distogliere lo sguardo da me.
- Si, gli dobbiamo dire che Irene si è svegliata e farle conoscere il Campo. Voglio farla conoscere anche agli altri. Ma Clarisse non deve vederla prima di stasera. Ok?-
- Prima andiamo da Chirone, poi passeremo dagli altri. Leo è alle fucine con Tyson, Jason con Piper ovviamente, Calipso è con Rachel nella grotta dell'oracolo, Grover sarà nella foresta e Nico sarà con Will-. Dice Annabeth.
Insieme ci incamminiamo verso quella che Percy chiama Casa Grande: una grande casa a quattro piani blu con delle finiture bianche. Arrivati vedo la parte posteriore di un cavallo bianco immacolato, solo che al posto del collo del cavallo c'è un busto di un uomo.
- Chirone, la ragazza si è svegliata-. Dice Percy al centauro, che presumo che sia Chirone.
- Davvero Percy?-. Chiede il centauro girandosi verso di noi. Dal suo viso sembra avere sulla cinquantina d'anni, ma in realtà so che ne ha molti di più dato che è lo stesso centauro che ha addestrato Achille, Giasone, Ercole, Peleo e molti altri eroi. Mi scruta con i suoi occhi scuri. 
- Si, è Irene. Si è svegliata ed è qui per colpa dello scriba anziano-. Risponde Percy. A quel punto Chirone si gira, viene verso di noi e mi parla – Allora come stai? Sei davvero venuta qui per Rick?-. Mi Chiede.
- Sì, io e il mio migliore amico Andrea abbiamo fatto questo viaggio perché io sono appassionata di Percy e delle sue imprese. Ero qui con lui, ma è sparito, o perlomeno non è con me-. Rispondo.
- Cara ragazza. Oggi farai il giro del Campo, se sei entrata vuol dire che sei una mezzosangue. Stasera cenerai con la casa di Ermes. Poi ci sarà il falò e poi dormirai nella capanna numero 11, dedicata ad Ermes-. Mi ordina Chirone. Io annuisco.
- Annabeth, accompagna te a fare il giro del campo ad Irene, Percy, tu svolgi le tue mansioni che ti ho affidato, spero che non abbiate saltato il pranzo, nessuno dei tre, giusto?-. Dice Chirone.
- In realtà nessuno di noi tre ha mangiato-. Dice Annabeth. 
- E come mai bambina mia?-. Chiede Chirone.
- Io stavo sistemando delle cose nella mia capanna, Percy e Irene erano entrambi nell'infermeria e credo che siano venuti subito qua da lei-. Risponde Annabeth.
- Capito, allora mangiate qualcosa, e poi fate quello che vi ho detto-.  

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