Cap.5

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Pov Irene

Sono le sette di mattina, ieri sera sono rimasta un po' stupita, anche se erano veramente poche persone ad essere stupite come me per di più non pensavo potesse accadere una cosa del genere: avere un fratello così forte.

Mi sono appena svegliata, Percy invece dorme come un sasso. Osservo ancora un po' la capanna: le pareti luccicano come il guscio di un'ostrica e ci sono alcuni letti a castello con delle lenzuola di cotone. C'è pure una fontana di acqua salata, anche se ricordo che Percy l'aveva spaccata, si vede che l'avranno ricostruita. Ci sono dei vasi pieni d'acqua con anemoni e piante fosforescenti. Guardando in alto si vedono degli ippocampi di bronzo molto carini e fatti minuziosamente. 

- Li ha fatti Tyson, nostro fratello-. Dice Percy.

- Ah. Quando potrò conoscerlo?-. Chiedo. 

- Non lo so, ma spero presto, secondo me ti adorerà-. Mi risponde lui facendo un sorriso nostalgico. 

 -  Io vado a fare colazione-. Dico alzandomi e uscendo dalla capanna. Per colazione mangio un po' di latte freddo con un po' di biscotti. 

Finita la colazione vado in spiaggia, che Percy ieri sera mi ha fatto vedere dopo che ho scoperto chi era mio padre. Guardo l'orologio che ho sempre al polso e noto che sono solo le sette e mezza. Mi siedo sulla sabbia mezza bagnata penso ad Andrea, il mio migliore amico, di sicuro l'avranno catturato per fare da esca o carpire delle informazioni. È una cosa logica, tutti i cattivi fanno così, tranne quelli nel mondo dei semidei, i mostri non ragionano, fanno quasi sempre tutto improvvisato.

Mi sdraio e guardo il cielo, le nuvole bianche viaggiano velocemente e pian piano tutto si fa più luminoso man mano che il sole sorge. Chiudo un attimo gli occhi e la mia mente viaggia, quando li riapro mi ritrovo una faccia conosciuta sopra la mia testa: Percy -Cosa ti preoccupa tanto, Iri?- mi domanda sedendosi accanto a me.

- Il destino di Andrea, è il mio migliore amico e non voglio che gli succeda qualcosa di grave per colpa mia, anche se una volta l'ho quasi soffocato. Lui è la cosa più importante per me-. Sputo cercando di alleggerire la situazione e la mia preoccupazione.

- Sai, ho vissuto anch'io un'esperienza simile: avevano rapito Annabeth io volevo salvarla per conto mio, però ho avuto bisogno di una squadra, hanno mandato un gruppo di semidei a cercarla, ma io non ero tra quelli, mi sono intrufolato, ma questi sono dettagli. Potresti chiedere a Chirone di consultare l'oracolo, ma non sono sicuro che te lo lascerebbe fare. Però ora in piedi, abbiamo la giornata piena-. Mi dice.

- Oggi dobbiamo andare a vedere in quali attività possiamo inserirti, poi Leo ti sta fabbricando un'arma, dato che nell'armeria non ce ne sono giuste per te-.

- Davvero mi sta fabbricando un'arma tutta per me?-. Chiedo incredula. Percy annuisce.

Insieme ci alziamo e Percy mi porta al poligono di tiro con l'arco. Arrivati vedo Will che sta introducendo il tiro con l'arco ad alcuni ragazzini che avranno avuto circa dodici o tredici anni. 

- Will, Irene oggi prova le varie discipline. Per prima cosa voglio vedere come se la cava con l'arco-. Dice Percy facendo una faccia strana.

Will mi consegna un arco e qualche freccia, non me la cavo troppo bene, ma non sono neanche un completo disastro in poco tempo riesco a correggere la posizione e anche la mira e riesco a centrare per una decina di centimetri il bersaglio. Percy mi guarda con un'aria compiaciuta. Penso che gli faccia piacere che non lo so usare, ma con l'allenamento imparerò e diventerò brava.

Finito con l'arco Percy mi porta alle pareti di lava per l'arrampicata. Me la cavo piuttosto bene, riesco ad arrivare in cima solo con qualche buchetto nella maglia, ma senza scottature. Percy mi guarda male, mi sa che la prima volta che lui ci ha provato non è arrivato in cima come me.

Ora tocca all'arena, dove Percy mi da una spada, che però non è affatto bilanciata. Iniziamo a combattere: Percy è veloce, ma riesco a tenergli testa per circa quindici minuti, poi mi disarma. Mi piace combattere con la spada, credo che sia la cosa che preferisco!

 - Si vede che sei mia sorella! Sei bravissima, non immagino cosa potresti fare con una spada ben bilanciata e un po' di allenamento-. Esclama Percy dopo il duello. Quindi piazza dei manichini in giro per l'arena, sono circa una ventina.

- Ecco, ora devi abbatterli tutti, nel minor tempo possibile e mi raccomando la guardia sempre alta anche se sono dei manichini-. Mi dice. 

Inizio ad abbatterne uno dopo l'altro. L'unica cosa è che le braccia si muovono in tutte le direzioni senza una sequenza. Li abbatto tutti in quindici minuti. 

- Ok, sei molto brava, non vedo l'ora di vedere come sei con la nuova spada-. Si complimenta sorridendo.   

E' quasi l'ora di pranzo e io vado nella capanna per fare una doccia per togliermi il sudore di dosso e per fiondarmi vicino al padiglione: dopo queste attività sportive ho la fame alle stelle.

Arrivo al padiglione e la conchiglia suona. Mi fiondo al tavolo dove ho visto sedersi la sera prima Percy, che mi aveva lasciato da sola. Dopo dieci minuti arriva Percy insieme ad Annabeth: si tengono per mano e chiacchierano. Per poi salutarsi con un bacio a stampo e Annabeth va al suo tavolo, mentre Percy mi raggiunge con un sorriso innamorato stampato in faccia. 

- Ok, dopo pranzo andiamo con Leo, ha finito di farti l'arma-. Mi informa Percy. Io annuì. Mangiammo in silenzio. Dopo aver mangiato ci alziamo e Leo ci raggiunge. Leo è piccoletto rispetto a Percy, sul suo viso è sempre stampato un sorriso da combina guai e ha dei tratti elfici. 

Arrivati alla fucina Leo sparisce per un paio di minuti e mi porge una penna, simile a quelle della "Bic", quelle con quattro inchiostri. 

- Questa è una spada, simile a quella di Percy. Se tiri giù il clic per usare l'inchiostro blu diventa spada, l'inchiostro rosso invece contiene del nettare, sempre utile, l'inchiostro nero è per scrivere normalmente, mentre quello verde contiene un veleno mortale per qualsiasi creatura vivente-. Mi spiega Leo. Apro subito la spada e noto subito com'è perfettamente bilanciata, mi sembra quasi di non tenerla in mano. La lama è fatta di bronzo celeste ed emana un lieve bagliore, sull'elsa invece c'è incisa una parola in greco antico: Seismòs, che significa terremoto.

- Wow, è perfetta. Grazie mille Leo-. Lo ringrazio con la faccia ancora stupita.

- Aspetta, aspetta, non ho ancora finito-. Mi dice sorridendo e porgendomi un'orologio analogico nero.

- È uno scudo, ho visto che tu lo hai sempre al polso. Ho deciso di rendere l'orologio oltre che utile per il tempo anche utile per il combattimento, se schiacci il pulsantino in alto a sinistra si apre-. Mi spiega Leo.

Mi tolgo l'orologio digitale che indossavo, metto il nuovo orologio al polso, schiaccio il tastino che mi ha indicato Leo e con mio stupore mi si apre uno scudo magnifico. Sopra ad esso ci sono raffigurate delle scene di Poseidone ai tempi dell'antica Grecia. 

- Lo adoro, grazie mille Leo, per tutto!-. Dico io abbracciandolo per ringraziarlo. Non so cosa dire, sono rimasta senza parole.

- Leo, sono delle armi magnifiche, questa volta ti sei superato, anche se l'idea della spada penna mi pare un po' presa in prestito!-. Esclama Percy.

- Sì, l'ho presa in prestito e modificata, ma comunque siete fratelli, l'arma simile non poteva mancare-. Gli risponde Leo sorridendo.

- Grazie mille Leo, davvero, non vedo l'ora di provare sia lo scudo che la spada-. Lo ringrazio ancora stupita e felice. 

- Di niente piccoletta-. 

- Ehy, guarda che non sono piccoletta!-. Dico imbronciandomi.

- Certo, certo, non lo sei-. Dice lui sorridendo e scompigliandomi i capelli. 

La Ragazza MisteriosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora