Cap. 10

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Pov Percy

Dopo il giro su Blackjack ritorniamo al falò, dove ci sono tutti gli altri ragazzi che cantano. Annabeth mi guarda e mi sorride, facendomi segno del posto accanto al suo e io mi incammino subito verso di lei. Irene invece si avvicina ad un ragazzo, figlio di Apollo, lo stesso con cui stava parlando oggi pomeriggio, credo che si chiami Jay- e qualcosa. Un tipo piuttosto misterioso, non sono ancora riuscito ad inquadrarlo bene. 

- Percy, allora, com'è andata?-. Mi chiede Annabeth prendendomi la mano e distogliendomi dai miei pensieri. 

- Bene, anche se ho scoperto che Irene soffre di vertigini-. Le rispondo.

- Soffre di vertigini? E come l'hai convinta a salire?-. 

- Non lo so, ma credo che ci sia lo zampino di Blackjack-. 

- In che senso credi?-. 

- A quanto pare Blackjack riesce a parlare o solo a me o solo a Irene-. 

- Potrebbe essere possibile-.

- Così non mi aiuti per niente Annie-.

- Lo so Testa D'Alghe, ahahah-.

La guardo ridere e la spintono, per poi unirmi a ridere con lei e iniziare a cantare le canzoni condotte dai pochi figli di Apollo rimasti al campo durante l'inverno. Poco più tardi ci diamo la buonanotte e ognuno va nella propria capanna. 

Entrando noto che Irene è dentro ed è già nel letto e sta scrivendo su un quadernetto blu. 

- Iri, da quanto sei qui?-. Le chiedo.

- Da una ventina di minuti circa. Perchè?-. 

- Non ti ho visto andare via e non me ne sono nemmeno accorto-. 

- Lo so, eri così preso a fare lo scemo con Annabeth cantando a squarciagola-. 

- Oh, invece tu eri con..?-. 

- Jayden, fa molta fatica a fare amicizia con gli altri e poi mi ha visto ad allenarmi e quindi abbiamo intenzione di farlo insieme dato che abbiamo la stessa età e ci stiamo simpatici a vicenda-. 

- Oh, certo, Jayden, stai attenta a lui, però, è un tipo fin troppo misterioso-. 

- Percy, sta calmo siamo solo conoscenti per ora-. Mi dice sorridendo. 

- Dimmi se ti fa qualcosa, mi raccomando-. 

- Percy, sei troppo geloso-. 

- Nah, non sono geloso-.

- Si che lo sei ahahah-. 

- Ho detto che non lo sono!-. Gli dico tirandole un cuscino.

- Mi stai sfidando forse? Lo sai che sono la campionessa assoluta della lotta con i cuscini?-.

- Impossibile, il titolo di campione lo detengo io da anni-. 

- Bene, allora vediamo chi vince-. Dice Irene guardandomi con un'espressione di sfida e anche molto crudele.

- Va bene ci sto!-. 

Iniziamo a combattere. Irene si muoveva velocissima e schivava i miei colpi con una facilità assurda. I colpi invece che mi infliggeva erano fortissimi e non sbagliavano un colpo. In pochi minuti io ero sdraiato sul letto col fiatone, mentre Irene era in piedi e l'unico segno di sforzo che aveva erano le guance rosse, per il resto non si vedeva per niente.

- Sei fortissima-. 

- Lo so-.

- Ok, sei assolutamente te la campionessa assoluta della lotta con i cuscini-. 

La Ragazza MisteriosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora