Cap.4

64 5 0
                                    

Pov Irene

Dopo aver mangiato qualcosa velocemente Percy se ne va, mentre io rimango sola con Annabeth. 
- Ti faccio fare il giro del Campo e poi ti porto alla capanna 11, va bene?-. Mi chiede, anche se non aveva bisogno di conferma. 
Per prima cosa mi fa vedere i campi di fragole poi ci spostiamo alla zona che usano per allenarsi al tiro con l'arco, arena per il combattimento e infine le capanne. Fa tutto con molta svogliatezza, come se non mi volesse lì, però non so che fare quindi lascio perdere.
- Possiamo vedere la spiaggia, adoro il mare!-. Chiedo io.
- La vedrai un altro giorno o più tardi-. Mi risponde lei.
- Mi odi, vero?-. Chiedo. Annabeth mi guarda, ma non con lo sguardo di odio di qualche minuto prima, ma con uno sguardo interrogativo. Vedendo la sua espressione le dico:
- È solo che ti comporti come se ti dovessi portare via tutto, ma soprattutto Percy. Lui è bellissimo veramente, ma sento che non potrà mai essere il mio "ragazzo". Sento che c'è qualcosa che ci collega, ma non è per niente simile a ciò che lega voi due-.
- Io non ti odio, è solo che mi fai venire in mente Percy alla tua età. Era snervante averlo accanto. Poi adori anche tu il mare, gli assomigli molto, pure gli occhi sono identici e il colore dei suoi occhi è rarissimo-. Mi spiega Annabeth con calma e vedo scomparirvi quella traccia di preoccupazione che c'era nei suoi occhi. 
- Dai, andiamo, ti presento ai fratelli Stoll, saranno i tuoi capogruppo fino a quando non sarai riconosciuta-.
Arriviamo davanti alla capanna undici: è vecchia, la soglia cade a pezzi e la pittura sul muro è screpolata e sopra la porta c'è il caduceo.
- Travis, Connor, ci siete?-. Li chiama Annabeth. 
- Due ragazzi uguali escono dalla capanna e sorridono. Hanno l'aspetto da elfi combina guai e i loro occhi brillano di furbizia.
- Ciao Annabeth, cosa possiamo fare per te?-. Chiede quello sulla destra che è leggermente più alto dell'altro.
- Travis, lei è Irene, una nuova semidea indeterminata-. Spiega Annabeth.
- Oh, ciao Ire, io sono Connor e lui è mio fratello Travis, entrambi figli di Ermes...-. Inizia Connor.
- Si, vi conosco, più o meno-. Lo interrompo. Tutti e due mi guardano strano e poi guardano Annabeth con fare interrogativo. 
- Una storia lunga, più tardi vi spiegherò. Ora preparatevi per la cena e procurate a Irene un posto per dormire stanotte-. Dice Annabeth. I due annuiscono e allora la ragazza se ne va. I due si mettono ai miei lati e poggiano le loro braccia sulle mie spalle. 
- Allora Ire, parliamo un po'-. Mi dicono spingendomi nella capanna e facendomi sedere su un letto libero.
Dopo mezzora di chiacchiere con i due fratelli suona il corno che indica l'inizio della cena. Io seguo Connor,  dato che è quello che mi sta più simpatico tra i due fratelli e poi almeno sto vicino ad una faccia "amica" dato che tutti quelli della capanna di Ermes per me sono solo dei visi ignoti.
Arrivati al padiglione, ci sediamo al tavolo accanto a quello di Percy, io mi siedo all'estremità più vicina al tavolo del ragazzo. Stanno arrivando tutti quelli che oggi erano impegnati con le loro attività e tutti mi squadrano da testa a piedi.
Sono arrivati tutti, Chirone batté lo zoccolo sul pavimento di marmo e tutti si zittirono. Levò il calice. - Agli dei!-. Gridò.
Tutti lo imitarono e all'unisono gridarono: -Agli dei!-.    
- Tieni Ire-. Mi disse Connor passandomi un vassoio con sopra ogni genere di prelibatezze. Io presi un po' di verdure grigliate. Stavo per iniziare a mangiare quando vidi Connor e gli altri ragazzi della capanna di Ermes alzarsi e andare verso il falò. Io li seguo e vedo che buttano nel falò la porzione  migliore presente nel loro piatto e nel mentre dicono :- Ermes-. 
Una volta arrivato il mio turno butto un pomodoro grigliato, che a me sembrava molto succulento. Non chiamai nessun dio in particolare, anzi, feci una preghiera muta: "Chiunque tu sia riconoscimi al più presto e il più velocemente possibile".  
Ci sedemmo e mangiammo ciò che rimaneva nel nostro piatto e poi Chirone fece risuonare nuovamente il suo zoccolo.
Un tizio piccolo e grassoccio, ha il naso arrossato, gli occhi grandi e lucidi e i capelli riccioluti nerissimi. Indossa una camicia hawaiana tigrata. Si alza e fa un gran sospiro.
- Sì, suppongo che debba augurarvi buona cena, pivelli. Ebbene: salve. Il nostro direttore delle attività, Chirone dice che ci sono abbastanza persone per una caccia alla bandiera e quindi si terrà venerdì sera. Inoltre devo dirvi che oggi abbiamo una nuova arrivata: Iris David-. Dice il tipetto.
Chirone gli mormora qualcosa all'orecchio.
- Ehm, Irene Davis-. Si corregge il tizio. - Giusto. Ora andate al vostro stupido falò. Via!-. 
Io guardo interrogativa Connor.
- Lui è il signor D, il direttore del campo-. Mi spiega.
- Ah, intendi Dionisio? Me lo ero immaginato un po' meno umano, magari più "divino"-. Rispondo io.
Tutti i ragazzi che ci sono al campo corrono verso l'anfiteatro e si siedono attorno ad un enorme falò già acceso. Vedo dei ragazzi e delle ragazze prendere delle chitarre e delle vecchie "arpe", quelle dell'antica Grecia, comunque. Iniziano ad intonare delle canzoni da campeggio.

Nel bel mezzo della quinta canzone i ragazzi si fermano e scende un silenzio che si sente perfino i respiri di chi ti sta accanto. Dopo un attimo che mi guardo intorno noto che tutti i volti erano girati verso di me. Però non stanno guardando me: guardano sopra di me. Alzo lo sguardo anch'io e rimango con la bocca spalancata. Sulla mia testa è comparso un tridente luminoso. Vedo che Chirone si inginocchia e così fanno tutti gli altri.
- Ave, Irene Davis, figlia di Poseidone-. Dice Chirone.
- Ave!-. Gridano i ragazzi.
Percy si alza con un sorriso a trentadue denti e mi corre incontro.
- Ho una sorella!!!-. Esclama per poi stringere in un affettuoso abbraccio fraterno.

La Ragazza MisteriosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora