Cap. 19

8 2 0
                                    

Pov Irene

12 gennaio.  12 gennaio. 12 gennaio.

Mi sveglio che il sole non è ancora sorto. Sento il respiro regolare di Percy. Mi alzo silenziosamente per non svegliarlo. Guardo il mio orologio e vedo che sono solo le 6 e mezzo. 

Mi vesto con un pantalone della tuta e la felpa del campo. Dopotutto anche qua è inverno e il freddo si sente. Esco dalla capanna. Prendo una grande boccata d'aria. Osservo le capanne. Mi incammino verso la spiaggia. L'unico posto in cui mi sento veramente bene. Sento l'odore della salsedine entrarmi nei polmoni. L'odore del mare mi ha sempre tranquillizzato e ora so il perchè. 

Rimango ad osservare l'alba. L'aria è fresca, ma piacevole. 

L'oceano passa dal nero a un arancio tenue che poi arriva al suo solito colore, mentre il cielo è illuminato dal sole. 

Dopo aver visto l'alba mi alzo e vado verso il padiglione per fare colazione. Mi guardo intorno. Stranamente il campo è particolarmente silenzioso. Mi siedo al tavolo di Poseidone e nel piatto appaiono dei pancake blu, uguali a quelli che faceva mia mamma quando ero piccola. Al bicchiere invece chiedo una spremuta d'arancia. 

- Ire, che ci fai già qua? Sono le 8, è super presto-. Mi saluta Percy avvicinandosi e sedendosi accanto a me. 

- Percy, ma stai scherzando? Di solito a quest'ora siamo già nell'arena a combattere, ti ricordi?-.  

- Hai, ragione, ma è il giorno del tuo compleanno-. 

- Percy, lo so, ma è un giorno come un altro. L'unica cosa è che da oggi avrò 16 anni anziché 15-. Spiego. 

- Ma Ire, perchè non festeggi il tuo compleanno?-. 

- Non ne ho voglia, solo questo-. 

- Ne sei sicura, è solo questo?-.  

- Si Percy, è solo questo, non ti preoccupare-. 

- Ok, allora oggi pomeriggio ti porto da una parte-. 

- Stai dicendo che hai preparato una sorpresa per me?-.

- No, chi mai l'ha mai detto-. Mi guarda sorridendo con la sua faccia da combinaguai.

- Non so, forse la tua faccia, sai, hai proprio la faccia di quando stai progettando qualcosa-. 

- Come fai a conoscere le mie facce?-. 

- Sai, avevo un fratello io, anche lui aveva 2 anni in più di me. In realtà siete praticamente uguali, soprattutto di aspetto, a parte per gli occhi, lui li aveva nocciola-. 

- Avevi?-. 

- Si, io in realtà non sono americana, sono britannica, anche se mia mamma era italiana, si era trasferita in Inghilterra per studiare, si è laureata e poi ha iniziato a lavorare lì. Un giorno ha conosciuto un uomo e si è innamorata di lui, si sono sposati e poco dopo hanno avuto mio fratello. Dopo solo due anni sono nata io. E niente, io ho vissuto sempre in Inghilterra, tranne nei periodi di vacanza che ero sempre dai miei nonni in Italia. Quindi sono mezza italiana e mezza inglese-. 

- E cosa è successo a tuo fratello?-.

- Eravamo in motorino, dai nonni, io avevo 13 anni e lui 15. In Italia avevamo questo gruppo di amici con cui siamo cresciuti insieme durante le vacanze, eravamo sempre con loro. Erano ragazzini che andavano dai 10 ai 16 anni. Uno di quei ragazzi era Andrea. Eravamo arrivati il giorno prima e non vedevamo l'ora di raggiungerli. Avevamo un nostro punto d'incontro: una casettina che dava su un ruscello, in cui facevamo il bagno. Sapevamo che erano lì perchè ormai mio fratello aveva il telefono e noi ci tenevamo in contatto con loro tutto l'anno. Eravamo in motorino, mio fratello era super attento. Aveva lui la precedenza a quell'incrocio, però a quanto pare il tipo in macchina non ci ha visto e ci ha preso in pieno-. 

- Ire...-. 

- Aspetta non ho ancora finito. Il tipo è scappato, però io ero ancora cosciente, non so come ma mio fratello ha cercato di proteggermi dal volo che avevamo fatto. Avevo la gamba che mi faceva malissimo, ma mi sono avvicinata a mio fratello e ho chiamato l'ambulanza. Sono arrivati dopo mezz'ora, Mio fratello respirava ancora, ma era messo male. Hanno caricato lui e poi me. Siamo arrivati in ospedale e l'hanno portato subito in sala operatoria, mentre a me nel vedere che ero cosciente mi hanno controllato e basta, mi hanno fatto le lastre e a parte la gamba che era rotta andava tutto bene. Mi hanno ingessato e poi sono arrivati i nonni. Abbiamo aspettato delle ore. L'intervento era finalmente finito, sembrava che andasse tutto bene. Respirava, i parametri andavano bene, ma non si svegliava. Sono passate due settimane ma non si svegliava. Poi un pomeriggio si e svegliato. Io ero lì. Mi ha guardato e mi ha detto "Resisti". Poi ha richiuso gli occhi e ha avuto un arresto cardiaco ed è morto sotto le mani dei dottori che cercavano di far ripartire il suo cuore-.  

- Ire, non ne avevo idea-. 

- Lo so, tranquillo. Adoravo mio fratello. Ti giuro era uguale a te, solo un po' più intelligente-. Dico sorridendo vedendo l'espressione sorpresa di Percy.

- In che senso più intelligente?-. 

- Tipo Annabeth, aveva la capacità di ragionare di Annabeth, ma il tuo stesso modo di porsi, di atteggiarsi, solo che le cose che diceva erano più intelligenti, di quelle che dici tu-. 

- Mi stai per caso insultando?-. 

- Chi io no, ahahahah-. 

- Irene!-. 

- Percy!-. 

- Ma...-. 

- Cosa?-. 

- Io non ci credo-. Dice scuotendo la testa alzandosi offeso. 

- Ti sei offeso?-. Chiedo aprendo la bocca dallo stupore. 

- Perché non mi sarei dovuto offendere?-. 

- Ma dai Percy, sto scherzando!-. 

- Non mi interessa-. 

Io lo guardo stupita di come mio fratello si fosse offeso. Mi guardo intorno. Non so perchè ma il campo sembra troppo silenzioso. 

- Ire, non ci credo, non provi nemmeno a scusarti!-. Mi richiama Percy che si è allontanato da me.

- Si, scusa, non volevo-. Dico distratta, continuandomi a chiedere del silenzio surreale. Guardo il cielo, che ha assunto una sfumatura grigiastra. La luce però non è quella che anticipa un temporale, è più gialla. 

- Ire, che succede?-. Mi chiede Percy avvicinandosi. 

- Secondo te non c'è troppo silenzio? E il cielo guardalo, è strano-. Spiego a Percy.

- Ire, ma che dici, non c'è silenzio, ci sono i ragazzi al padiglione e anche al campetto di pallavolo. Poi il cielo è azzurro, con il sole, che strano c'è?-. 

- Percy, credo che c'è qualcosa che non va-. 

- Ire?-.

- Percy, che succede, perchè stai sparendo?-. Chiedo spaventata. 

Percy si è appena polverizzato davanti ai miei occhi.  

La Ragazza MisteriosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora