Pov's Percy
Vado verso le docce e guardo Irene e Annabeth chiacchierare e ridere. Mi fa piacere che stiano facendo amicizia. Per di più Irene è intelligente quasi quanto Annabeth e non capisco come. Comunque mi piace che sia così sveglia rispetto a me. Entro in doccia e mi rilasso sotto l'acqua calda. finita la doccia raggiungo velocemente mia sorella che è seduta da sola al tavolo di Poseidone aspettando me per iniziare a mangiare.
Dopo qualche minuto che abbiamo iniziato a mangiare guardo verso Irene: sta fissando il cibo che sta spaciugando con la forchetta.
- Irene, mangia qualcosa, dai-. Le dico.
- Mh, mh-.
Sono preoccupato è più pensierosa del solito. Probabilmente sarà per la profezia, magari l'ha presa troppo seriamente. Dovrei trovare qualcosa per distrarla, per vedere se riesco a non farla pensare.
- Iri, quando compi gli anni?-.
- Dodici gennaio-.
- Sei seria? Tra quattro giorni compi gli anni e non mi hai detto niente?-. Esclamo.
Lei alza lo sguardo alza le spalle e dice:
- Non credevo che fosse così importante-.
- Iri, compi sedici anni, come puoi dire che non è importante? Il sedicesimo compleanno è la cosa più bella del mondo!!!-.
- Oh, va bene-. Dice ritornando a guardare il cibo e a giocarci.
- Irene, mangia qualcosa-.
- Non ho fame-. Mi risponde.
- Allora perché prima hai detto di avere una fame da lupi? Per uscire da quella stanza e non farti guardare da tutti gli altri mentre pensavi che dovrai morire?-. Le chiedo.
- No, solo che mi sentivo a disagio: tutti mi guardavano. Non mi piace stare al centro dell'attenzione-.
- Ok, va bene. Però ora mangia qualcosa che dopo devo farti vedere una cosa-.
- Cosa mi devi far vedere?-. Chiede tutta incuriosita.
- Lo vedrai se mangi qualcosa altrimenti non andiamo-.
- Ma dai! Così non vale-.
- E invece si che vale, piccoletta-. Dico sorridendo e guardando Irene fa la faccia offesa per poi sorridere.
Finalmente mangia e non poco: finisce il piatto e lo pulisce pure. Una volta finito il mio piatto mi alzo e le faccio cenno di seguirmi. Lei mi imita, mi affianca e iniziamo a camminare. Come un fratello maggiore le metto un braccio sulle spalle e iniziamo a scherzare e la sua risata rimbomba per il campo. La sua risata è cristallina e ti contagia, difatti anch'io inizio a ridere a crepapelle.
- Ma Percy, dove stiamo andando?-. Mi chiede.
- Stiamo andando alle stalle-.
- E cosa c'è alle stalle che devi farmi vedere?-.
- Eeeeeeeh, ti piacerebbe saperlo. Ma non lo saprai. Appena arriviamo lo vedrai-.
- Allora, analizziamo la tua frase. Credo che tu stia parlando di qualcosa di animato e non inanimato. Ed è un lui, dato che hai usato l'articolo "lo". Quindi abbinando le stalle e alle creature che ci sono e alle mie conoscenze sulle tue avventure, direi che stiamo andando da Blackjack, giusto?-. Esclama lei tutta felice del suo ragionamento.
- Ma come hai fatto?!?!-. Sono a bocca aperta: come cavolo ha fatto ad arrivarci così velocemente?
- Non hai seguito il ragionamento?-.
- Si che l'ho seguito!-.
- Allora hai capito come ho fatto-.
- Si, ma come!?!?-.
- Mi hai dato abbastanza indizi-.
- Ma....Ma non spiega nulla-.
- Percy, invece di stare lì fermo a guardarmi come un fantasma, andiamo alle stalle?-.
- Si, andiamo-.
Arrivati alle stalle vado verso il box di Blackjack e lo apro
- Irene, ti presento Blackjack, il mio pegaso. Blackjack ti presento Irene, mia sorella-.
"Capo, ma quindi anche lei è la mia capa?". Chiede il pegaso.
- Perché sento quello che dice???-. Chiede Irene esterrefatta.
- Senti quello che dice perché sei mia sorella, ovvero figlia di Poseidone e si Blackjack anche lei è la tua "capa"-. Rispondo io prima a Irene e poi a Blackjack.
- Blackjack, andiamo a fare un giro con Irene?-.
"Certo capo, mi hai portato le zollette di zucchero?"
- Blackjack, sei il solito golosone e comunque si, ho le zollette-.
Porgo a Blackjack un paio di zollette di zucchero e guardo Irene che lo sta accarezzando sul collo.
- Andrai da sola con lui-. Le dico.
- Eh?-.
- Si, Blackjack non riesce a portarci tutti e due, quindi sarai tu a salirci-. Le spigo.
- No, non se ne parla. Io da sola a lui non ci salgo. Senza offesa Blackjack-. Mi dice.
- Guarda che possiamo, è l'unica forma di volo che i figli di Poseidone possono fare-.
- Non è per quello Percy-.
- E allora perchè non vuoi?-.
- Potrei soffrire di vertigini...-.
- Iri, ma non ti preoccupare, Blackjack volerà basso, te lo prometto-. La rassicuro.
- Sei sicuro?-.
- Si, non preoccuparti-.
Irene mi guarda con un'espressione impaurita e indecisa.
- Dai piccoletta, sali-.
Inizia ad avvicinarsi al dorso di Blackjack e lo accarezza. Per poi caricare sulle gambe e saltare e salire.
- Wow, è stupendo-. Dice.
Blackjack prende il volo e Irene inizia ad urlare e stringersi al mio pegaso. Dopo un paio di minuti che volano vedo che Irene si raddrizza. I suoi capelli sono tutti indietro e scompigliati. Apre le braccia e lancia un urlo di felicità e inizia a ridere. Dopo alcuni minuti Blackjack torna da me e Irene continua a sorridere mentre scende.
- è, è, è stato fantastico, meraviglioso-.
- Lo so-.
- C'è, ero lassù e l'aria era gelida, ma è stati stupendo, poi lui è fantastico continuava a dire cavolate e mi ha stra tranquillizzato e... Wow, non ho parole. Grazie-.
- Di niente-. Dico sorridendo.
- Sei un fratello fantastico, ti voglio bene-. Mi dice abbracciandomi.
- Anch'io ti voglio bene-.
- Dai, ora ritorniamo al falò, sicuramente si staranno chiedendo dove siamo-. Dico.
- Va bene-.
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La Ragazza Misteriosa
FanfictionCosa succederebbe de Percy trova una ragazza di quindici anni svenuta ai piedi della collina del Campo Mezzosangue? E se quella ragazzina conosce già la storia dei nostri eroi perché quello che ha scritto il carissimo Rick Riordan fosse vero? Succed...