«Non fraintenderci amore, non volevamo mandarti via»
Ripete mia mamma per la centesima volta, e io alzo gli occhi al cielo sorridendole per tranquillizzarla.
Dovevo partire tre giorni fa e invece ho deciso di rimandare con la scusa che non vedevo i miei da un po', e a loro è subito sembrato strano visto che non ho mai saltato una lezione.
«Non ti preoccupare, sarei tornata comunque»
La rassicuro, cercando di chiudere a fatica il borsone che è ancora più pieno dell'andata.
Ho dovuto comprare qualche vestito perché avevo portato il cambio per un solo giorno, e ne ho approfittato per prendere qualche paio di jeans della mia taglia, visto che quelli che ho a casa sono tutti larghi.
Quando riesco nell'impresa mio padre prende in spalla il borsone e scende per andarlo a caricare in macchina.
Io faccio per seguirlo, ma vengo fermata dalla voce di mia mamma.«Cosa succede nella tua vita, Elisa?»
Mi volto verso di lei sorridendo e guardandola con fare interrogativo, fingendo di non capire a cosa si riferisce.
«Che intendi?»
«Cos'è che ti ha ridotto così?»
«Sono così male?»
Rido, cercando in tutti i modi di spostare il centro della conversazione su altro.
«Sei bellissima amore, ma non sembri la stessa da tanto tempo»
Guardo il vuoto e cerco di mantenere il sorriso forzato sul viso, non capace di trovare una scusa per andarmene e chiudere questo discorso.
Poi sospiro, rassegnata, e appoggio la schiena al muro incrociando le braccia al petto.
«Qualcuno mi ha fatto tanto male, ma è passato molto tempo e l'ho superata, mamma»
«Non sembri averla superata»
Mi mordicchio l'unghia ricostruita e sposto lo sguardo evitando di guardarla negli occhi.
«È inevitabile che certe cose ti cambino, no?»
Le dico, retorica, accennando un sorriso triste che non sembra darle alcun sollievo.
Lei si avvicina a me e mi poggia una mano sulla spalla, guardandomi con un affetto che soltanto una madre può provare per una figlia.«Nessuno dovrebbe avere tanto potere su di te da farti cambiare»
Annuisco, mordendomi l'interno della guancia per non cedere alla mia sensibilità repressa.
Decidendo che per oggi è abbastanza, la donna mi supera e mi fa cenno di scendere, e pochi minuti dopo sono già ripartita.Fare il viaggio in macchina è molto più stancante, ma arrivo più in fretta e non devo prendere taxi o far scomodare Clarissa per venirmi a prendere in stazione.
Più mi avvicino a Roma più sento la gola secca, e nonostante il freddo continuo a sudare come se fossimo in pieno Agosto.
Stai lavorando per questo da anni, Elisa, mantieni la calma.
Quando arrivo nella via del bar in cui lavora Clarissa comincio a picchiettare nervosamente le dita sul volante, è appena l'ora di cena quindi non dovrebbe esserci nessuno dato che è un locale notturno, ma non riesco a convincere di questo il mio cuore strapazzato che non mi dà pace.
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Lontano dal cuore 2|| Damiano David
FanfictionQuante cose possono cambiare in due anni? Infondo non sono poi così tanti, aveva detto Damiano. Eppure certe volte non serve un tempo infinito, per produrre infiniti cambiamenti.