Scusa

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Incapace di spostarmi, riesco solo a togliere con lentezza le mani dal suo petto, col cuore a mille e un centinaio di campanelli d'allarme che mi strillano nel cervello.

Tiro una ciocca di capelli dietro l'orecchio e abbasso lo sguardo, imbarazzata, e mi sembra quasi di poter percepire le mie guance andare a fuoco.

Lui mi guarda ancora per un istante, per poi spostare con tutta la calma del mondo le mani dalla mia vita, restando fermo davanti a me con le braccia distese lungo il corpo.

«Dovemo scontrarce più spesso, se è l'unico modo pe' toccatte»

Mi dice, accennando una minuscola risata che ai miei occhi appare più come un sorriso malinconico.

«Non...ti ho visto scusa»

Riesco a mettere insieme, facendo un passo indietro e tornando a respirare un'aria che non sappia del suo profumo.

Vorrei tanto avere quel pizzico di lucidità in più che mi permetta di girare i tacchi ed andarmene, ma purtroppo la distanza è ancora troppo poca per evitare che la mia mente sia annebbiata.

Nell'angolo di locale in cui ci troviamo pare di essere appartati nonostante il viavai che ci circonda, e io mi domando come possa succedermi ancora questo dopo due anni.

«Io stavo..stavo andando via»

Borbotto nuovamente, fingendo di sistemarmi la borsetta soltanto per avere una scusa per non guardarlo.

Lui abbozza un sorriso, facendo un passo verso di me riguadagnando la vicinanza che avevamo perso quando avevo avuto la forza di allontanarmi almeno un po'.

«Eppure sei ancora qui»

Sussurra, e io mi maledico in mille lingue diverse per la mia scarsa forza di volontà.

Perché non posso odiarti nonostante tutto il rancore che provo per te, Damiano?
Perché mi fai questo effetto anche se ti detesto?

«Adesso vado»

Mormoro, sentendomi andare a fuoco.
Vorrei chiedergli perché si ostini a guardarmi come se per lui esistessi solo io al mondo, se poi non è così.

Vorrei dirgli che non sto rimanendo perché lo voglio, ma perché il mio corpo non me lo permette.

Prima che però possa farlo, lui allunga il braccio verso di me facendomi bloccare il cuore in gola.
Mi escono gli occhi dalle orbite, nel guardare la sua mano avvicinarsi sempre di più alla mia, lasciata a penzoloni lungo il corpo.

Nel gesto più naturale del mondo le sue dita sfiorano le mie, facendomi trasalire.
Al contatto con la sua pelle ogni centimetro della mia comincia a bruciare, e il mio cervello non riesce a mandare alcun impulso al mio corpo.

Osservo col cuore in gola le sue dita che si intrecciato lentamente con le mie, e il suo pollice che si posa sulla mia mano carezzandola con dolcezza.
Sussurra, avvicinandosi al mio orecchio, e ogni mio organo si contorce in un misto di dolore insopportabile e piacere indescrivibile.

Resto col respiro sospeso per tutto il tempo in cui lentamente fa scorrere i polpastrelli fin sopra il mio polso, e io sono costretta a chiudere gli occhi stringendo forte le palpebre, per cercare di contenere almeno in parte tutte le emozioni che mi stanno percorrendo.

Lontano dal cuore 2|| Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora