Non sono come te

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«Sei sicuro che non ci sia nessuno?»

«Ti ho detto di sì, Damiano torna per cena»

Ripete Jacopo per la sesta volta, alzando gli occhi al cielo e chiudendosi la porta di ingresso alle spalle.

Abbiamo dovuto spostarci a casa sua per la lezione di disegno tecnico perché io sono troppo gelosa dei miei materiali per prestarglieli, ma adesso stare qui dentro mi crea una certa ansia.

C'è un velo di imbarazzo nell'aria, ma credo che sarebbe stato strano il contrario.

Nonostante questo Jacopo non sembra essersela legata al dito troppo, forse perché crede davvero che io abbia solo bisogno di tempo, o magari solo perché anche a lui non è interessato più di tanto.

Scrivo un messaggio a Clarissa per sapere come sta andando il suo appuntamento, specificando di passare da Jacopo non appena finirà.
Questa volta potrebbe prenderla male.

«Vuoi qualcosa da bere?»

«No»

Rispondo, nonostante la bocca asciutta, triste di trovarmi di nuovo a disagio a casa sua dopo queste settimane in cui invece mi ero ambientata perfettamente.

«Ho rovinato tutto»

Piagnucolo, mentre si siede al tavolo accanto a me, mettendomi i palmi delle mani sugli occhi e cercando di evitare di piangere di nuovo nonostante la situazione in cui mi trovo.

Io non so gestire emozioni complicate come rabbia, paura e amore.
Reagisco nel modo più istintivo che mi venga in mente al solo scopo di preservarmi, ma questa volta ho fatto davvero una cazzata.

«'nme la so presa io e te la prendi tu? Molla Elì, prendi le cose con più leggerezza»

Se solo fossero state dette con un velo di amarezza in meno forse le sue parole mi avrebbero aiutato davvero.

Sbuffo, frustrata dal mio essere così incoerente e completamente in preda all'irrazionalità.

«Disegniamo che è meglio»

Mi limito a rispondere, prendendo i materiali e cominciando a mostrare a Jacopo tecniche riguardo all'autoritratto.

Sembra che sia una delle prime lezioni, quando ci scambiavamo solo qualche frase di cortesia e nell'aria alleggiava l'imbarazzo tipico delle nuove conoscenze.

Ad un certo punto il suo braccio scorre dietro alla mia spalla, allungandosi, e io sussulto arretrando temendo un tentativo di approccio.

«Calmate devo prendè il righello»

Sbuffa, anche se sembra un po' divertito, mentre raggiunge l'oggetto oltre la mia persona e ritrae il braccio una volta afferrato.

«Sì scusa è che...scusa»

«E poi sei te che me hai baciato prima eh»

Rido imbarazzata sperando che si smetta di parlare dell'argomento, quando sento una porta sbattere e mi spavento perché non l'avevo sentita aprirsi.

«Cosa cazzo è che ha fatto?»

Mi si gela il sangue nelle vene.
Non può essere già ora di cena, e allora perché è qui?

Deglutisco lentamente e prego con tutte le mie forze che non abbia sentito, ma quando mi giro verso l'entrata e vedo i suoi occhi iniettati di sangue non mi restano più dubbi.

La grossa vena del collo gli pulsa a ritmo frenetico e tiene le mani strette in due pugni, mentre io e Jacopo rimaniamo pietrificati al nostro posto.

Lontano dal cuore 2|| Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora