Picchietto nervosamente le dita sul ginocchio mentre Victoria e Clarissa cercano di coinvolgermi in una conversazione a cui non sto minimamente prestando attenzione.
«Cioè, volete dirmi che non è sospetto?»
Chiedo, nervosa e piuttosto provata dal fatto che loro due non trovino strano che nel bel mezzo della vigilia Damiano sia sparito.
È andato via venti minuti fa borbottando che doveva fare qualcosa in qualche posto, tutto in modo molto indefinito e veloce.
Non è ancora tornato e secondo dopo secondo il mio nervosismo aumenta, anche per colpa delle mie amiche che si comportano come se niente fosse successo.
Insomma, posso capire Victoria, ma da Clarissa mi aspetto molta più ostilità.
«L'hai vista molto più tragica di com'è stata, Eli, fidati che tra poco ritorna»
Mi rassicura la mia coinquilina, sorridendo in modo spensierato, e io sbuffo frustrata non avendo nessuno con cui sfogarmi.
Mi alzo dal divano e cammino nervosamente fino alla cucina, per poi tornare indietro e infine ritornare di nuovo fino a lì, dove Jacopo è seduto su uno sgabello a mangiare dei biscotti mentre mi guarda incuriosito.
«Mi sembra eccessivo»
Commenta poi, alzando un sopracciglio, e io vorrei tirargli un pugno dritto in faccia.
«Non ho chiesto un tuo parere»
«Senti Eli, se hai deciso di tornare con lui devi fidarti, se no non ha senso»
Mi fa notare, ignorando la mia risposta acida, ed effettivamente non ha tutti i torti.
E non è che non mi fidi poi, solo che è molto più semplice farmi andare in paranoia ora.«E poi credime che uno che te tradisce nun esce in modo losco davanti a tutti nel ber mezzo del pranzo della Vigilia, fidate»
Annuisco, leggermente più tranquilla, e non appena decido nella mia testa che non è il caso di impanicarsi, sento la porta di casa cigolare e subito dopo richiudersi.
Fingendomi improvvisamente calma e rilassata raggiungo con scioltezza l'ingresso, dove il moro si sta togliendo la giacca coperta da fiocchi bianchi.
Non mi ero neanche accorta che stesse nevicando.«Ciao amore mi'»
Mi saluta, prima di schioccarmi un bacio sulla guancia poggiandomi una mano congelata sulla parte bassa della schiena.
«Ciao...dove sei andato?»
Gli chiedo, alzando un sopracciglio, e in tutta risposta alla mia domanda lui mi mostra una busta color avorio che teneva dietro la schiena.
«Cosa c'è dentro?»
«Tempo al tempo piccola»
Mi risponde, facendomi l'occhiolino, e il sapere almeno che è uscito per prendere qualcosa mi fa essere più tranquilla.
So che non è bello, ma devo imparare da capo a fidarmi di lui e non è facile.
Sospiro, per poi seguirlo mentre con fare sciolto torna in salotto dagli altri spaparanzandosi sul divano e facendomi posto accanto a lui.
Comincia a fare zapping in tv insieme agli altri, eppure io mi sento particolarmente impaziente di vedere risolto ogni mio dubbio.
«Mi puoi dire cosa c'è lì dentro?»
Gli sussurro all'orecchio con fare bambinesco poco dopo che il film inizia, puntando con l'indice alla busta chiusa poggiata sul mobile proprio di fronte al divano.
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Lontano dal cuore 2|| Damiano David
أدب الهواةQuante cose possono cambiare in due anni? Infondo non sono poi così tanti, aveva detto Damiano. Eppure certe volte non serve un tempo infinito, per produrre infiniti cambiamenti.