La soluzione

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«Che succede?»

Blocco immediatamente la mano poggiandoci sopra l'altra per fermare il tremore, poi sfoggio un sorriso fintamente spensierato al ragazzo di fronte a me.

«Niente, ho solo un po' di freddo»

«Vuoi una felpa?»

«No, ma se non ti dispiace vado un attimo in bagno»

Il ragazzo mi sorride e mi indica la strada con un'espressione un po' confusa, e io mi dirigo lì compostamente, cercando di nascondere il più possibile il mio turbamento.

Devo ricordarmi le parole di Clarissa, non posso reagire così ogni volta che mi scontro con qualcosa che lo riguarda, soprattutto adesso che è tornato.

Mi siedo sul water chiuso e poggio la testa al muro per qualche secondo, accumulando le energie che ho perso negli ultimi dieci minuti.  

Non posso permettergli di distruggere nuovamente quello che ha già distrutto due anni fa, e che non sono ancora riuscita a ricostruire del tutto.

Mi guardo allo specchio, sono uno straccio. Mi lavo la faccia e lego i capelli, cercando di assumere un aspetto un po' meno sconvolto.

Poi, quando mi accorgo che sono già passati diversi minuti, decido di tornare da Jacopo e finire questa lezione stressante.

Non appena appoggio la mano sulla maniglia, però, sento la porta d'ingresso sbattere.
Immediata mi irrigidisco ed evito di uscire dal bagno, soprattutto quando sento a chi appartiene la voce della persona che è appena entrata.

«Che cazzo di sfigata»

Borbotto, sottovoce, mentre i due fratelli chiacchierano del più e del meno.

Vorrei prendere la sua presenza con leggerezza, alla fine molto persone hanno degli ex che sono costrette a vedere spesso, e nessuno è mai morto per questo.
Eppure non ce la faccio.

Sento la sua voce e se chiudo gli occhi mi sembra ancora di ascoltare tutte le promesse che mi ha fatto, e che sono state smentite a meno di un mese dalla sua partenza.

Poi, all'improvviso, cala il silenzio assoluto per qualche secondo.

Poggio l'orecchio alla porta per sentire meglio, non capendo cosa abbia fatto chiudere così repentinamente la loro conversazione.

«Chi ha fatto questi disegni?»

Mi si ferma il cuore.

La voce roca di Damiano è seria, scandisce bene ogni parola e sembra essere quasi minacciosa.

«Fatti i cazzi tuoi fratè»

«Jacopo.»

Richiama la sua attenzione, e io vorrei poter vedere oltre i muri per capire di cosa sta parlando.

«Chi ha fatto questi disegni e quando.»

Sento il cuore battermi forte nello stomaco, Damiano sembra star per esplodere per colpa dei suoi nervi e non capisco perché il fratello esiti a rispondere.

Mi mordo il labbro con forza per evitare di fare qualsiasi congettura sul motivo delle sue domande, e mi limito a capire per quanto potrò restare chiusa qui dentro.

«Una ragazza»

Okay, devo uscire.
Dopo aver preso fiato, senza pensarci troppo spalanco la porta del bagno ed esco con nonchalance, fino a raggiungere i due ragazzi in salotto.

Vedere Damiano mi fa tremare le gambe, non sono più abituata alla sua presenza, eppure questo non basta neanche lontanamente a sopraffare l'ostilità che provo nei suoi confronti.

Mi guarda con espressione indecifrabile, e continua a far passare gli occhi da me al fratello, in continuazione.

«Cosa ci fa lei a casa tua?»

Chiede, e posso vedergli la vena del collo pulsare e ingrossarsi.
Ma per favore, con che coraggio.

«Ve conoscete?»

«No»
«Sì»

Rispondiamo, all'unisono, e io mantengo la mia espressione imperturbabile senza mostrare alcun segno di cedimento.

Jacopo alza un sopracciglio e ci guarda entrambi cercando di capire dove stia la verità, ma io non ho intenzione di sentirmi sotto esame.

Prendo la mia borsa e mi avvicino al ragazzo, più per distanziarmi da Damiano che perché gli debba effettivamente dire qualcosa.

«È il caso che io vada adesso, ci vediamo»

«Domani?»

Chiede, sorridente, e io sento gli occhi del moro piantati sulla mia schiena.
Stare nella stessa stanza con lui mi fa sentire tremendamente male.

«Okay»

Accetto, ripensando al discorso di Clarissa. Io non ho fatto niente di male, posso andare in giro a testa alta.

Poi mi volto con lentezza, forzandomi a deglutire per cercare di dare sollievo alla gola completamente secca.
Quando mi giro, Damiano è di fronte a me.

Le gambe leggermente divaricate, le braccia incrociate.
È passato così tanto tempo.

I nostri occhi si incontrano per un istante, e poi io distolgo lo sguardo, fingendo che non abbiamo mai sognato un futuro insieme.

«Passate una buona serata»

Pronuncio in poco più di un sussurro, alzando la testa e superandolo senza più guardarlo.
Apro la porta d'ingresso ed esco di casa senza richiuderla, con troppa fretta di andarmene per farci caso.

Tiro su col naso un paio di volte, e riesco a scongiurare un pianto isterico.
Mi stringo nella mia giacca e attraverso la strada fino ad arrivare dall'altra parte del vialetto, dove ho parcheggiato la macchina.

«Quindi è questa la soluzione?»

Mi blocco proprio mentre sto aprendo lo sportello, presa alla sprovvista dalla voce alta che attira la mia attenzione dall'altra parte della strada.

Mi limito a voltare lentamente il capo nella sua direzione, e vederlo lì davanti a me mi provoca un dolore indescrivibile.
Come può dopo due anni fare ancora così male?

Rimango in silenzio, sperando solo che non si avvicini.

«Sono due anni che non ci guardiamo negli occhi, e adesso che si può vuoi fingere di non conoscermi?»

Mi chiede, allargando le braccia, e dopo tutto ciò che mi ha fatto passare ci vuole davvero un bel coraggio.

«Non c'è bisogno di fingere»

Ribatto, velenosa, con un sorriso aspro stampato sul volto e con una calma che non riflette minimamente il mio stato d'animo.

«Io ora come ora non so neanche chi sei»

Ed è vero.
È la persona che ho più amato, stimato, ammirato nella mia intera vita. E in un paio di settimane si è trasformato nella persona che ho più odiato, disprezzato e svalutato.

Si infila nelle mani nelle tasche, annuendo tra sé e sé con la mandibola serrata.
Qualche tempo fa mi sarei fermata a parlarci. Gli avrei detto chiaro e tondo tutto quello che penso, pronta ad aggredirlo per ogni passo falso.

Adesso non mi importa più. Non ne vale più la pena, e forse è questo a rendere tutto irrecuperabile.

Entro in macchina e parto, senza aspettare la sua risposta.

Lontano dal cuore 2|| Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora