Capitolo 5

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Ancora una volta Edoardo aveva messo in mostra tutto il suo essere antipatico, aveva esagerato di nuovo , perché offendere Max per la sorpresa che aveva organizzato per la sua sposa? E soprattutto aveva capito che anche a me avrebbe fatto piacere un gesto del genere? Ovviamente no , perché per lui non era possibile vivere le emozioni così di pancia , anche le emozioni dovevano essere controllate e programmate.

Non si era scusato con gli sposi per essere stato assente al loro matrimonio e neanche con me per avermi lasciata da sola tutto il giorno.

Così dopo la sua ennesima offesa ci accese una nuova discussione , di solito dopo ogni discussione facevamo pace , l'unico modo che conoscevamo era quello di donarci l'uno all'altro. Ma questa volta non era andata così , lui era tornato a casa ed io ero rimasta in spiaggia, ancora una volta da sola, mi rifugiai in uno dei gazebo preparati per il matrimonio e mi sedetti su un divano con le gambe strette al petto e con lo sguardo rivolto verso il mare.

Dafne mi venne a chiamare quando stavano andando via , ma io non volevo tornare a casa e passare la notte di fianco ad Edoardo.

Stretta tra me e me , mi lasciai andare ad un pianto liberatorio , ero sicura di essere rimasta sola così nessuno avrebbe avuto pietà di me , ma non avevo fatto i conti con Can . Sentii tintinnare due bicchieri e quando alzai il viso con gli occhi gonfi e le guance rigate dalle lacrime , lo vidi , ma vidi pure il suo sorriso spegnersi.

Si sedette vicino a me senza chiedermi se lo potesse fare o se avessi piacere a stare in sua compagnia , apri lo champagne, riempii il bicchiere e me lo diede senza proferire parole.

Lo mandai giù tutto di un sorso , sotto il suo sguardo scioccato soprattutto quando gli dissi di versamene un altro "Questo è l'ultimo , non credo che ti aiuti affogare tutto nell'alcool"

- E tu cosa ne sai di cosa ho bisogno?

Ero arrabbiata e delusa e non riuscivo ad essere davvero di compagnia .Non dissi altro e continuai a guardare il riflesso della luna sull'acqua, sperando che Can prima o poi se andasse e mi lasciasse da sola.

Ma lui non accennava a muoversi .Poggiò la sua mano sulla mia ed io sentii un brivido scorrermi su tutto il corpo , mi spaventai da quella sensazione e mi alzai ma non ci riuscii, perché lui rafforzò la presa sulla mia mano :

- Elettra non te ne andare.

- Can perché sei qui?

Lui non mi rispose ma continuò ad accarezzarmi il dorso della mano, i suoi occhi erano lucidi e carichi di emozione e soprattutto continuava a guardarmi fisso come se volesse leggermi dentro.

- Non te ne andare per favore!

Can voleva da me qualcosa che io non potevo dargli , non ero una di quelle donne che si buttava tra le braccia del primo che capitava solo perché aveva litigato con il fidanzato. Lui mi metteva in confusione più di quanto già non lo fossi e questo non mi aiutava. Mi ero già persa troppe volte nei suoi occhi scuri, ma non potevo aggiungere altra benzina sui miei sentimenti. Lo lasciai lì seduto e me ne andai.

Arrivata a casa mi resi conto che erano le 4 di mattina , Edoardo dormiva profondamente , vicino la porta c'erano le sue valigie pronte, io mi feci una doccia velocemente cercando di fare meno rumore possibile e mi misi a letto, cercando di stare il più lontano possibile da lui, l'amaca era occupata da Andreas altrimenti avrei dormito tranquillamente lì.

Impiegai molto tempo per prendere sonno, nella mia testa continuavo a vedere l'immagine di me e Can che ballavamo abbracciati. Perché?

Pensavo di sognare ed invece era Edoardo che si era avventato su di me come una sanguisuga , la sua mano si era infilata sotto la mia canotta in cerca del seno nudo , l'altra mi teneva stretta a lui e la sua bocca la sentivo sul mio collo. Per la prima volta non provai assolutamente nulla , i suoi baci e le sue mani mi erano totalmente indifferenti a tratti sembravano darmi fastidio .Provai a far finta di dormire ma quando la sua mano scivolò tra le mie gambe cercai di allontanarlo .

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