Capitolo 8

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Il tragitto di ritorno al casale per me fu come tornare prepotentemente nella realtà,nella testa si era insinuato un picchio che continua a ripetere che avevo tradito Edoardo e non mi davo pace , non mi sarei mai aspettata da me un comportamento del genere, io piena di principi in fatto di amore ,avevo avuto uno dei comportamenti peggiori che ci poteva essere.

Con Can non ci eravamo parlati molto quella mattina e anche quando io andai via lessi la delusione nei suoi occhi , ma quello che lui voleva io non glielo potevo dare, se solo ci fossimo incontrati in un altro momento, forse non mi sarei sentita così in colpa e magari poteva nascere davvero qualcosa tra noi.

Non facevo che chiedermi se quello che era successo tra noi , lo volevo veramente ,oppure perché avevo bisogno di ossigeno dal rapporto con Edoardo?

Mi ero obbligata a non pensarci ed a concentrarmi sul lavoro, su questo ero davvero Milanese.

L'appuntamento a Catania era per le 14.30 , ma con mia madre e Dafne alle 14.15 eravamo già davanti l'edificio dell'agenzia. Questa volta lo devo ammettere avevo osato troppo nel vestire, sul lavoro e durante le riunioni ero sempre in tailleur gonna o pantalone che sia, ma questa volta il mio tubino bianco , non era molto adatto ad una riunione . Il capo dell'agenzia era un uomo e in poco tempo dovevamo ottenere il massimo , mia madre disse : "Un uomo è sempre un uomo quando vede una bella donna , non gli dirà mai di no,come potrà resistere a noi siamo addirittura 3! " Mia madre che gran donna!

Ero tornato a Catania con un po' di amaro in bocca soprattutto perché con Elettra ci eravamo lasciati così senza una parola con una carezza sulla guancia,quella guancia che mi ritrovai più volte ad accarezzare, io volevo di più e nel momento in cui lei andò via ,capii subito che avrei fatto di tutto per rivederla , io volevo lei. Solo lei.

Alle 14.30 avevo appuntamento con questo nuovo cliente milanese ed ero piuttosto prevenuto verso quei cittadini dopo aver conosciuto Edoardo,anche se Carola la mia assistente mi aveva detto che aveva parlato con una donna. Stavo prendendo un caffè al bar di fronte l'agenzia con un amico, quando lui iniziò nel guardare fuori dalla vetrata ,gli andò di traverso il caffè e mi fece segno di girarmi perché era appena arrivata una dea sulla terra.

La dea sulla terra, come l'aveva definita lui era la mia Elettra, ed aveva perfettamente ragione , il suo tubino bianco, i tacchi a spillo ed i capelli sciolti mi fecero subito tornare in mente la nostra notte sulla spiaggia, il mio cuore iniziò la sua corsa ad ostacoli.

Pagai velocemente per raggiungerla, perché se questo non si chiamava destino davvero non sapevo che nome dargli.

Uscito dal bar c'era solo la sua macchina parcheggiata , di lei nessuna traccia, era una zona molto commerciale poteva essere ovunque ed io come uno stupido non avevo neanche il suo numero di telefono. Per non fare tardi al mio appuntamento dissi alla guardia sotto l'edificio di avvisarmi quando la proprietaria dell'Evoque nera avrebbe ripreso la macchina e di trattenerla in qualche modo.

Mentre andavo in ufficio i ragazzi dello staff erano tutti un vociare e mi sorpresi sentendo un commento : Fossero tutte così le clienti dell'agenzia lavorerei pure gratis."Mi venne da ridere e andai nella sala riunioni con Carola, quando aprii la porta il mio cuore si fermò.

L'agenzia era molto bella, molto luminosa ed i dipendenti educati e cordiali, Carola la ragazza che ci accolse era molto dolce,ci fece accomodare nella sala riunioni ci offrì un caffè ed andò ad aspettare il proprietario .

Io ero seduta di spalle alla porta quando si apri e mia sorella esclamò:

- Can? - Ed io mi voltai velocemente esclamando ancora – Can?

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