CAPITOLO 18

179 28 4
                                    


I miei genitori accolsero con gioia la notizia del nuovo atelier a Catania ,soprattutto mia madre, stavo realizzando il suo sogno , sul fatto che io abbia deciso di trasferirmi lì non fecero obiezioni, non ero più una ragazzina , ma erano abituati sempre ad avermi trai piedi ed io ero abbastanza ingombrante come presenza , non posso dire che ne furono pienamente felici ma con il tempo si sarebbero abituati. Obiettarono pesantemente solo quando gli dissi che Can non voleva nulla per l'affitto del locale .

Preparai tutto il necessario per il trasloco e poi ripartii per Catania, non mi pesò lasciare la città dove ero cresciuta, in fondo nella mia eterna lotta del nord contro sud, lo avevo sempre saputo che avrebbe vinto il caldo e solare sud.

Quando Can arrivò a casa spalancò gli occhi preoccupato, c'erano valigie e scatoloni ovunque, non si poteva camminare.

- Elettra ma hai portato qui tutta l'azienda? Io non un armadio così grande!

In effetti non aveva un armadio grandissimo, ma avevo già deciso che la stanza vicino la nostra era piccola per una camera da letto , tanto ce erano altre 2 di camere da letto, ma andava bene per una cabina armadio, la mia esattamente. Quando glielo dissi si mise le mani nei capelli divertito .

- Povero me !!!!

- Se ci pensi bene c'è anche un lato positivo?

- E quale sarebbe sentiamo!

- Ogni volta che mi spoglierò tu non perderai i battiti del tuo cuore !

- Hai ragione e sai perché? Perché ti spoglierò io prima di andare nella cabina armadio.

Iniziammo così la nostra convivenza , tutto quello che avevo sempre sognato si stava realizzando, anche se il giorno ci vedevamo poco la sera sapevamo che il tempo era solo nostro.

Mi sentii subito a casa mia, anche se di casa mia non aveva nulla ma non mi importava finalmente ero felice, ero appagata , ero follemente innamorata. Lui non mi faceva mancare nulla , non mi faceva pressioni , mi lasciava i miei spazi . Da quando gli chiesi della sua esperienza nel campo del nuoto agonistico lui si incupì e così una sera mentre eravamo accoccolati sul divano a vedere un film gli dissi che avevo notato il suo malumore e gli chiesi se dovessi sapere qualcosa. Come mi disse lui a Milano e quando arrivai a Catania, non ci dovevano essere segreti tra noi.

- Io ho lasciato il nuoto non perché non fossi bravo , ma per altri motivi che sinceramente non voglio ricordare ,non farti strane idee non hanno più alcuna importanza per me, sono nel passato ,ora l'importante è che tu sei qui a casa con me e soprattutto sei qui dentro!

Mi prese la mano e la posizionò sul suo cuore, batteva davvero velocemente.

- Quindi c'entra una ragazza , ho indovinato?

- Si ma non ha davvero importanza, ti prometto che ti racconterò tutto ma non stasera sono stanchissimo per affrontare discorsi seri.

Mentre si stava avvicinando a me, mi venne un conato di vomito e scappai in bagno. Era da tanto che non stavo più così male, passai un intera notte chiusa nel bagno , la mattina dopo ero davvero ridotta male e rimandai pure l'appuntamento con l'architetto che avrebbe seguito il progetto dell'atelier .

Passai il giorno successivo distesa sul divano ,riuscii a mangiare solo mezzo piatto di riso in bianco. Non so per quanto tempo dormii , ero davvero stanchissima. Presi in mano il cellulare per vedere l'ora e trovai 20 chiamate di Can, stavo per richiamarlo ma si spalancò violentemente il portone di casa.

- Can mi hai spaventata!

- Io ti ho spaventata? Sono 4 ore che ti chiamo, puoi immaginare per un secondo come mi possa sentire?

TRAVOLTI DAL DESTINODove le storie prendono vita. Scoprilo ora